L’OSCE chiude in Georgia
In Georgia con il 2008 finisce anche la missione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. La Russia si è opposta alla proposta di estensione di tre mesi della missione
I 56 stati partecipanti dell’OSCE hanno fallito nel raggiungere il consenso sul futuro della missione dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) in Georgia. Durante le negoziazioni per l’estensione del mandato, Mosca ha insistito sul fatto che c’è bisogno di un nuova missione, che rifletta la situazione attuale, emersa dopo la crisi di agosto. A Vienna, infatti, i diplomatici russi hanno fatto pressione per un mandato separato dell’OSCE in Ossezia del Sud e per l’apertura di una missione totalmente indipendente dall’ufficio di Tbilisi.
"Mi rammarico profondamente per la situazione" ha affermato Alexander Stubb, ministro degli Esteri finlandese e presidente di turno dell’OSCE, aggiungendo che "la Finlandia ha fatto tanti sforzi per trovare una soluzione. L’OSCE ha ancora molto lavoro da fare nella regione. Nonostante la situazione di oggi, spero che le negoziazioni sul futuro dell’OSCE in Georgia possano continuare il prossimo anno".
I negoziati condotti dai diplomatici scandinavi sono falliti. Come si legge nel comunicato stampa diffuso dall’OSCE, la Finlandia aveva proposto un pacchetto che includeva l’apertura di due uffici paralleli e indipendenti l’uno dall’altro in Georgia e Ossezia del Sud. I due uffici sarebbero stati diretti da un Rappresentante Speciale della presidenza dell’OSCE con base nell’ufficio centrale di Vienna. In alternativa, i diplomatici finlandesi avevano proposto che l’attuale mandato fosse esteso per tre mesi per permettere alle parti di continuare i negoziati.
Ma Mosca non ha accettato alcun compromesso. I rappresentanti del governo russo, infatti, non hanno ammesso nessun legame tra le attivita’ dell’OSCE in Ossezia del Sud e il resto della Georgia, con la giustificazione del recente riconoscimento dell’indipendenza da parte della Federazione Russa di Abkhazia e Ossezia del Sud. Ciò che ha chiesto la Russia, quindi, non è solo un ufficio separato a Tskhinvali ma una missione OSCE indipendente nella regione secessionista con una durata iniziale di sei mesi e possibilità di estensione.
"La Russia ha fatto qualsiasi cosa possibile per rimuovere un’altra organizzazione internazionale dalla Georgia" ha dichiarato Grigol Vashadze, ministro degli Esteri georgiano. "Questa azione è volta a lasciare il minor numero possibile di testimoni internazionali delle azioni illegali che si stanno verificando nei territori occupati, e delle migliaia di casi di violazione dei diritti umani".
L’ inviato russo presso l’OSCE Anvar Azimov ha dichiarato che Mosca non era contraria al mandato della missione OSCE in Georgia, ma che "la sua estensione nella forma proposta avrebbe contravvenuto alla legislazione russa sul riconoscimento dell’indipendenza dell’Ossezia del Sud".
Non essendo stato trovato il consenso, la missione OSCE in Georgia concluderà il suo mandato alla fine di dicembre e, dal 2009, gli uffici inizieranno a chiudere i battenti. Attualmente l’organizzazione conta uno staff di circa 200 persone. Aperta nel 1992 con il mandato di promuovere il processo di negoziazione tra Georgia e Ossezia del Sud, l’OSCE ha visto nel corso degli anni il suo mandato esteso ad altri settori tra i quali il monitoraggio militare, la promozione della libertà dei mass-media, il lavoro con la società civile e le organizzazioni non governative, la protezione ambientale. Dal 2006, inoltre, la missione ha condotto un programma di riabilitazione econominca nella zona del conflitto georgiano-osseto.
A Tbilisi ora si teme un possibile veto della Russia anche all’estensione del mandato della Missione di Osservazione delle Nazioni Unite in Georgia (UNOMIG). E’ quanto afferma il vice ministro degli Esteri georgiano Alexander Nalbandov. "La Russia è un membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e quindi può semplicemente porre il veto sulla risoluzione per l’estensione del mandato della missione. L’UNOMIG dovrebbe così cessare il suo lavoro in Georgia" ha dichiarato Nalbandov. "Sono in corso discussioni al fine di evitare che ciò accada. Speriamo ancora che sia possibile trovare una soluzione che sia accettabile per tutte le parti".
All’inizio di ottobre, nel suo rapporto al Consiglio di Sicurezza sulla situazione in Abkhazia, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon aveva dichiarato che dopo il conflitto di agosto il futuro della missione ONU in Georgia non era chiaro.
I primi problemi sono sorti quando il Consiglio di Sicurezza si è riunito per decidere sull’estensione del mandato dell’UNOMIG in scadenza il 15 ottobre scorso. In quell’occasione i membri del Consiglio di Sicurezza hanno trovato un accordo per l’estensione tecnica del mandato fino al 15 febbraio 2009. Particolarità della risoluzione è che il testo non menziona per intero il nome ufficiale della missione, ma si riferisce ad una più generale "missione ONU". Il mandato, inoltre, è stato esteso per soli quattro mesi al posto degli usuali sei mesi.
Come è successo per la missione OSCE in Ossezia del Sud, la Russia ora sta premendo per avere un missione delle Nazioni Unite indipendente in Abkhazia, che non sia collegata all’ufficio centrale di Tbilisi. Dopo il riconoscimento dell’indipendenza da parte della Russia, anche le autorità secessioniste dell’Abkhazia hanno espresso il desiderio in diverse occasioni di cambiare il nome della missione ONU che lavora nella regione. Secondo le autorità di Sukhumi, dato che l’organizzazione opera in Abkhazia, non deve essere menzionato il nome della Georgia nella dicitura della missione.
*Programme Officer, UNHCR Georgia. Le opinioni espresse nell’articolo sono da attribuirsi unicamente all’autrice e non riflettono necessariamente la posizione dell’UNHCR
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