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L’opposizione croata dopo la vittoria dell’HDZ

Confusione e silenzio sembrano regnare tra le fila dell’opposizione di centro-sinistra, divisa tra tatticismi e spinte verso il rinnovamento. Le uniche voci critiche al governo Sanader per ora provengono dalla estrema destra.

21/01/2004, Drago Hedl - Osijek

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I partiti più importanti della opposizione di centro sinistra, i Socialdemocratici (SDP), il Partito Croato dei Contadini (HSS) e il Partito Nazionale Croato (HNS), che hanno governato la Croazia fino alle elezioni del novembre scorso, sono in stato confusionale per il modo con cui il primo ministro conservatore Ivo Sanader ha avviato il suo mandato. Sembra che il neo premier stia giocando la carta sulla quale contavano loro: il primo ministro ha trovato un accordo con le minoranze, che sembrano ora più soddisfatte che in passato, ha annunciato una maggiore sensibilità verso le tematiche sociali, ha promesso alla comunità internazionale una piena collaborazione con il Tribunale dell’Aja e ha dichiarato che avvierà con i vicini, in particolare con la Slovenia, negoziati su tutte le questioni aperte.

La confusione tra le fila dell’opposizione è stata seguita da un completo silenzio. Da quando hanno perso il potere, i leaders del centro sinistra praticamente non parlano più. Questo è particolarmente evidente nel caso dell’ex primo ministro, Ivica Racan, leader del più forte partito di opposizione, la SDP. Malgrado sia usanza comune che un nuovo governo non venga criticato nei primi 100 giorni del suo mandato, è tuttavia sorprendente che l’opposizione non faccia alcun commento. Questo testimonia dello stato di choc in cui versa, oltre che dei problemi interni che sta affrontando ogni partito del governo precedente.

La SDP è sicuramente nella posizione più difficile, attende la assemblea del partito che si terrà in maggio, e che già si annuncia come problematica. Racan non ha saputo spiegare al partito le ragioni della sconfitta dei socialisti. Ora, è nella posizione di essere accusato di aver perso il potere non solo dai membri del proprio partito, ma anche dagli altri che fino ad oggi dividevano con lui il potere. Oltre a ciò, ha evitato di compiere un gesto formale: non ha offerto le proprie dimissioni, malgrado avesse annunciato in campagna elettorale che lo avrebbe fatto in caso di sconfitta.
Nel frattempo, la situazione nel suo partito è in ebollizione. Alcuni membri più giovani, apparentemente vicini all’ex sindaco di Zagabria, Milan Bandic, stanno chiedendo le dimissioni di Racan. Quelli che ancora lo sostengono sono coloro che l’ex premier aveva posto alla testa delle liste elettorali e che, conseguentemente, sono stati eletti. Uno di loro è l’ex ministro della Difesa, Zeljka Antunovic.

"Dal 1990 ad oggi, Ivica Racan ha fatto molto per la socialdemocrazia croata e ha assicurato che la forza della SDP venisse riconosciuta. Sosterrò Racan fino a quando condurrà il partito in questo modo", ha dichiarato il suo più stretto collaboratore.
Un esponente della generazione più giovane della SDP, che preferisce rimanere anonimo, è invece di diverso avviso: "Sarebbe un bene se Racan se ne andasse. Malgrado sia cambiato, la gente lo vede ancora come un comunista riformato. E’ un rappresentante di quell’epoca che è alle nostre spalle. Il problema non è solamente che gli manca il coraggio di rischiare, o che è sempre pronto a tatticismi e compromessi non necessari, il fatto è che gli mancano anche le idee. Sta cominciando a limitare il partito".

Un noto commentatore, Srecko Jurdana, la pensa allo stesso modo: "Con Racan come leader, la SDP resterà all’opposizione per sempre".
Gli avversari di Racan ritengono che sotto la sua guida la SDP rischia di perdere quelle importanti caratteristiche che contraddistinguono una forza di sinistra in tutto il mondo. Anche la presidentessa del Partito Nazionale Croato (HNS), Vesna Pusic, sembra pensarla così, e non nasconde la propria ambizione di sostituire il partito di Racan nella leadership della sinistra croata. Malgrado questo partito abbia fatto un enorme passo in avanti nelle recenti elezioni – più di qualsiasi altro – ottenendo 10 seggi al posto dei due che aveva precedentemente, il risultato è stato però inferiore a quello che l’HNS si attendeva. Questo esito si riflette attualmente nello stato dei rapporti all’interno del partito, e in particolare nella tensione esistente tra i due leaders, la presidentessa Vesna Pusic e l’ex Ministro per l’Edilizia e la Ricostruzione Pubblica, l’ambizioso Radomir Cacic.

Cacic era pronto anche ad una coalizione con l’HDZ, pur di continuare ad essere Ministro e portare avanti la ricostruzione della rete autostradale in Croazia, opera che aveva avviato con successo durante il governo Racan. Fonti vicine al partito affermano che Cacic sia risentito nei confronti di Vesna Pusic per il suo orientamento troppo a sinistra, e ritenga che questa sia la causa dell’insuccesso del partito nell’ottenere alle elezioni il risultato previsto.
Il Partito Croato dei Contadini (HSS), è stato quello che ha ottenuto il peggior risultato tra le formazioni della coalizione che aveva governato la Croazia fino a novembre. Il suo presidente tuttavia, Zlatko Tomcic, ha mantenuto la propria posizione alla leadership del partito. Durante le due critiche settimane seguite alle elezioni, Tomcic ha tenuto intense negoziazioni con l’HDZ per avviare una possibile coalizione, ottenendo in tal modo il tempo necessario a attutire le voci che chiedevano le sue dimissioni. Riuscendo a imporre le discussioni sulla possibile coalizione come punto centrale nella agenda del partito, Tomcic ha evitato di doversi confrontare sulle proprie responsabilità. Nonostante ciò, è stato costretto ad abbandonare il progetto di coalizione con l’HDZ sotto la pressione della base del partito. I commentatori della scena politica in Croazia, tuttavia, restano convinti del fatto che Tomcic stia solo aspettando il momento opportuno per coalizzarsi con il partito di governo. Insieme ai suoi 11 parlamentari, il leader del Partito Croato dei Contadini sembra in attesa della prima seria crisi del governo Sanader, sperando che una tale situazione possa metterli in una posizione migliore per condurre una trattativa. Questo è il motivo per cui informalmente l’HSS è conosciuto come "il partito che aspetta la buona occasione".

Potrebbe sembrare un paradosso, ma al momento l’unica reale opposizione a Sanader è quella del Partito Croato dei Diritti (HSP). L’HDZ è stato costretto a rinunciare ad una coalizione con questo partito a causa delle pressioni esercitate dalla comunità internazionale. L’HSP, in tutto il mondo, è considerato partito di estrema destra impresentabile per la esaltazione espressa nei confronti del movimento filo-nazista ustascia, che ha diretto la Croazia nel corso della seconda guerra mondiale. Malgrado l’HSP e l’HDZ siano stati molto vicini e abbiano strettamente cooperato in passato, il leader dell’HSP, Anto Djapic, offeso dalla rinuncia di Sanader a formare una coalizione con il suo partito, è diventato ora il maggiore critico del primo ministro.
L’opposizione in Croazia si è così ridotta agli 8 rappresentanti dell’HSP.

Vedi anche:

– Croazia: incoraggianti primi passi del governo Sanader

– La Croazia flirta con il nazismo

– Croazia: primi problemi per Sanader

– La Croazia torna all’Hdz

– Elezioni in Croazia: decisivo il ruolo dell’Hss

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