L’omosessualità in Albania, una malattia
Prosegue la pubblicazione degli articoli del nostro dossier sull’omosessualità nei Balcani con questa descrizione dell’omosessualità in Albania. Attraverso ricerche e sondaggi si evince che la società albanese è impreparata per affrontare questo tema
La storia
Una delle poche fonti di informazione sulla situazione della comunità LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) in Albania sono le pubblicazioni del Gruppo Albanese per i Diritti Umani. In un suo recente rapporto sugli omosessuali in Albania, viene fuori che la società albanese si considera come molto esclusivistica nei riguardi della omosessualità, trattandola come una sorta di anomalia sociale. Di conseguenza, uno dei maggiori problemi rimane la crescita della consapevolezza dell’opinione pubblica su questo tema.
Il rapporto del Gruppo Albanese per i Diritti Umani (GADU) inizia con una introduzione che serve da sfondo storico al tema dell’omosessualità in Albania. Durante il periodo dell’Impero Ottomano l’omosessualità non veniva considerata come un atto criminale. Pur essendo una questione di cui non si parlava molto apertamente, l’omosessualità veniva considerata come un aspetto della vita e della cultura quotidiane. L’omosessualità ha iniziato a trasformarsi in un tema tabù dopo la proclamazione dell’indipendenza dello stato albanese nel 1912 e dopo la creazione della repubblica albanese nella metà degli anni venti. Ma è durante il comunismo che la persecuzione degli omosessuali tocca il suo apice. Proprio durante quel periodo la società albanese adottò una posizione piuttosto aggressiva nei confronti degli omosessuali. Secondo il rapporto del GADU l’opinione che si ha degli omosessuali è rimasta la stessa anche dopo il 1990, quando cadde il regime comunista in Albania. La omosessualità rimane il simbolo di persone ammalate, decadenti, snob, e molto spesso appartenenti ad uno strato sociale basso. Sicché la presenza della popolazione omosessuale in Albania rimane celata, questo anche perché incontra serie difficoltà nelle assunzioni nei posti di lavoro.
Le associazioni LGBT
La prima associazione degli omosessuali albanesi è stata fondata nel marzo 1994 ed è stata chiamata "Associazione Gay Albania". Dopo una serie di interviste per metà nascoste alla TV, l’associazione ha iniziato una campagna contro l’AIDS, ma un anno più tardi il suo presidente ha lasciato il paese portando così l’associazione sull’orlo dello scioglimento. I rimanenti membri della associazione non hanno avuto il coraggio di dichiarare in pubblico di essere omosessuali. L’ associazione "Gay Albania" ha una pagina web, ma per il momento non sviluppa nessuna attività concreta.
ALGA è un altra organizzazione, fondata nel 1998 ed è membro della ILGA (Organizzazione Internazionale Gay e Lesbiche). Secondo il rapporto la ALGA ha 25 membri. Purtroppo questa organizzazione non ha un ufficio perché i suoi membri considerano ancora troppo pericoloso esporsi. Cercano di intrattenere contatti con altre organizzazioni nel mondo, ma hanno paura ad organizzare attività in Albania.
Anche per quanto riguarda l’omosessualità, l’Albania ha la sua specificità. Le organizzazioni sono prevalentemente organizzazioni di maschi omosessuali. Le organizzazioni delle lesbiche sono inesistenti. Secondo il rapporto del GADU, questo fatto si lega con la posizione discriminata della donna in Albania. La donna albanese è sottomessa e dominata dalla personalità maschile. Le lesbiche nutrono un forte timore nel rivelare la loro personalità. Oltre a non avere una loro associazione, le lesbiche tentano di tenersi lontano pure dalla comunità dei gay.
Gli aspetti legali
Durante il periodo comunista e prima del 1995, in Albania l’omosessualità si considerava come illecita. L’articolo 137 del Codice Penale sanciva che "l’omosessualità si condanna con 10 anni di prigione". Questo articolo, ereditato dal vecchio regime comunista, rifletteva la mentalità di un regime oppressivo ed anche la mentalità di una società chiusa dove l’omosessualità veniva equiparata ad un atto criminale. Anche se l’omosessualità era dichiarata illecita, questa è sempre esistita in maniera nascosta. Molti omosessuali sono stati perseguitati ed anche esclusi dalla società. Nell’estate del 1994, il governo albanese aveva preparato un progetto di legge nel quale si diceva che l’omosessualità non è un reato, ma poteva essere punita con una pena massimale di 3 anni in caso di abuso, di relazioni forzate o con minorenni. Una campagna della Associazione Gay Albania e sopratutto la pressione dall’estero esercitata dalla Associazione Internazionale Gay e Lesbiche e quella del Consiglio d’Europa hanno giocato un ruolo determinante nel respingere il nuovo progetto di legge. Dal 1995 il parlamento albanese ha depenalizzato completamente le relazioni omosessuali in età adulta quando esiste il consenso dei partners.
L’anno 2003 ha riportato alla ribalta la questione del nuovo Codice della Famiglia, il quale avrebbe dovuto portare un miglioramento nell’ambito legislativo. Il rapporto del GADU afferma che per la prima volta nella storia dell’Albania un codice di questo tipo è stato discusso non solo in parlamento ma anche nei circoli della società civile, come le organizzazioni per i diritti umani, gli intellettuali, i media e la comunità internazionale. Per la prima volta i media albanesi hanno riportato ampiamente sulle loro pagine articoli riguardanti i diritti degli omosessuali nel Codice della Famiglia. Gli esperti legali avevano proposto che il nuovo codice non includesse le parole "matrimonio tra un uomo e una donna" nell’articolo riguardante il matrimonio, suggerendo di adottare una formulazione più elusiva. Il dibattito era aperto anche al pubblico, ma il parlamento albanese ha deciso di lavorare solo sulla versione "conservativa" del progetto. Così che la definizione del matrimonio è rimasta la stessa: "il matrimonio e un legame tra un uomo e una donna che hanno compiuto i 18 anni". Il nuovo Codice della Famiglia è stato decretato dal presidente della repubblica il 17 giugno 2003.
La posizione dei LGBT nella società
Per quanto riguarda la posizione degli omosessuali nella società, il Gruppo Albanese per i Diritti Umani ha fatto dei sondaggi sia tra eterosessuali che tra la popolazione omosessuale. Circa il 95 % delle persone gay non racconta alla famiglia la loro situazione. Il rapporto nota che gli omosessuali hanno paura dalla società albanese. La loro fobia inizia dalla infanzia, dalle loro relazioni coi genitori, dove predomina il modello patriarcale della famiglia.
Questa situazione si riflette anche nella fase del confronto con la società, dove il modello patriarcale è ovunque potente. L’effetto della famiglia patriarcale è molto forte sulla psicologia di chi è omosessuale. Quasi il 100% degli omosessuali intervistati dal GADU non ha fiducia in una loro accettazione da parte della società albanese. Il 40% di loro risponde che ha avuto problemi durante il periodo scolastico, mentre il 75% quando ha iniziato a lavorare. Questo fenomeno si spiega con il fatto che in ufficio le persone omosessuali sono obbligate a lavorare con delle persone di una età più avanzata e spesso con una mentalità più conservatrice. Il 60% ammette di aver avuto problemi con la polizia, mentre il 30% di essere stato maltrattato ed offeso. Il 90% degli intervistati pensa che i media albanesi trattino le questioni degli omosessuali come uno show oppure come un problema legato ad una malattia congenita. Il 95% degli omosessuali non ha fiducia nella società civile albanese e il 90% di loro non è affatto ottimista sul futuro dei gay in Albania.
Il Gruppo Albanese dei Diritti Umani ha fatto un altro sondaggio anche tra la popolazione eterosessuale sulle questioni degli omosessuali. Il 30% di loro riceve un’informazione su ciò dai media, il 50% di loro dagli amici o dai parenti, il 15% dai libri. Per il 90% degli intervistati eterosessuali l’omosessualità è una malattia, per l’80% si tratta di amoralità e di snobismo per il 40%. La maggior parte di queste persone risponde di non desiderare un amico omosessuale, e solo il 15% delle persone non lo considera come un problema. Il 90% delle persone considera un errore l’apertura di club per gli omosessuali, mentre l’80% degli eterosessuali intervistati sarebbe pronto ad abbandonare un figlio o un amico omosessuale.
La conclusione del rapporto del GADU è che la situazione degli omosessuali in Albania è fortemente problematica sia nella società che in famiglia. Le loro relazioni con le famiglie sono molto superficiali ed aggressive. Le loro relazioni con l’amministrazione statale sono caratterizzate dal cinismo, maltrattamenti ed offese. L’assistenza degli enti statali è completamente inesistente. Questo vale anche per l’aiuto e la solidarietà da parte della società civile che rimane molto debole. Nella società albanese rimane forte il senso di fobia verso gli omosessuali. Dall’altra parte, i media albanesi sono influenzati da pregiudizi quando trattano questo tema e lo fanno sotto la spinta della commercializzazione. La comunità stessa degli omosessuali è una comunità piuttosto chiusa, auto-stigmatizzata, con scarso desiderio di presentarsi nella società e attivarsi per cambiare la situazione. La comunità degli omosessuali albanesi è ancora impreparata per organizzarsi in forti associazioni.
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