L’omicidio Djindjic nella stampa bosniaca
I media bosniaci seguono da vicino gli sviluppi della situazione in Serbia. Il mondo politico mette in rilievo le potenziali conseguenze per la stabilità della intera regione. Stigmatizzata dagli ascoltatori una gaffe della radio nazionale
Entrambi i maggiori quotidiani della Republika Srpska (Nezavisne Novine e Glas Srpski) riportano dettagliatamente la cronaca degli eventi di mercoledì. Glas Srpski mette in rilievo le conseguenze immediate dell’assassinio nell’articolo principale titolato "Imposto lo stato di emergenza", mentre Nezavisne Novine titola "Omicidio, uno sparo contro i cambiamenti". I due quotidiani riportano le reazioni dei politici della RS:
Mirko Sarovic: notizie sconcertanti: Il membro della presidenza collegiale bosniaca ha dichiarato che questo omicidio mette a nudo la realtà della forte presenza della criminalità organizzata in Serbia e Montenegro, e probabilmente nella intera regione. Secondo Sarovic, questo omicidio rappresenta infatti un problema non solo per alcuni Paesi, ma un problema istituzionale per la regione.
Dragan Cavic: la Republika Srpska in stato di shock: "L’omicidio di Zoran Djindjic rappresenta un grave colpo nei confronti del processo democratico non solo in Serbia ma nella intera regione – ha affermato il presidente della Rs Dragan Cavic nell’esprimere le condoglianze alla famiglia del leader assassinato, al governo e alla assemblea nazionale della Serbia. Cavic afferma che la notizia dell’attentato ha scioccato e colpito profondamente la Republika Srpska: Questo episodio rappresenta un tragico avvertimento per la Serbia ma anche per noi: non possiamo chiamarci fuori dall’affrontare immediatamente in maniera energica, senza compromessi e con tutti i mezzi a disposizione la lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata."
Mladen Ivanic: instabilità per l’intera regione: "Questo episodio dimostra quanta instabilità il crimine organizzato e il terrorismo possano provocare nell’intera regione – ha dichiarato Mladen Ivanic, ministro degli Esteri della BiH, che ha proseguito augurandosi che le istituzioni della Serbia e del Montenegro sappiano reagire in maniera adeguata per riportare la stabilità."
L’Alto Rappresentante condanna l’omicidio di Djindjic: "Sono scioccato per l’omicidio del Primo Ministro Zoran Djindjic, che conoscevo personalmente, e voglio fare le mie condoglianze alla famiglia e al popolo serbo – ha dichiarato l’Alto Rappresentante Paddy Ashdown, che ha continuato affermando che Zoran Djindjic sarà ricordato nella storia per essere stato uno dei leaders che ha contribuito a rimuovere Slobodan Milosevic dalla scena e a portare la democrazia in Serbia. Ha portato il proprio Paese saldamente sulla strada delle riforme. Grazie alla leadership di Zoran Djindjic, la Serbia ha compiuto giganteschi passi in avanti negli scorsi anni, verso la democrazia e verso l’Europa. Il tributo migliore che la Serbia possa portare alla memoria di Zoran Djindjic è quello di continuare con il lavoro da lui intrapreso, e nel fare ciò dimostrare che attacchi criminali come questo non possono sconfiggere la democrazia." L’Alto Rappresentante ha aggiunto che: "E’ anche compito della comunità internazionale continuare a lavorare con i Paesi dei Balcani per liberare questa regione da coloro che ritengono che il futuro sia nelle armi e non nelle urne elettorali."
Riportate anche le reazioni dal Montenegro, e in particolare le dichiarazioni del primo ministro Djukanovic ("L’assassinio di Djindjic rappresenta un duro colpo alla comunità democratica della Serbia e del Montenegro") e dei Serbi del Kosovo ("Un vuoto incolmabile").
Sia Glas Srpski che Nezavisne Novine danno subito conto della caccia al "clan di Zemun", ritenuto responsabile del delitto. Nezavisne Novine riporta anche i messaggi di condoglianze giunti alla Serbia dall’estero, e in particolare quello del presidente degli Stati Uniti, George Bush ("Il premier Djindjic sarà ricordato per il suo ruolo nel rafforzamento della democrazia in Serbia e nel consegnare alla giustizia Slobodan Milosevic"), di Kofi Annan, Gorge Robertson e Javier Solana.
Il quotidiano riporta anche di un incidente occorso alla Radio Bosnia Erzegovina 1 ("Fallimento di Radio BiH") che solo un’ora dopo l’omicidio ha mandato in onda la canzone allegra di Divlji Kesten "Ehi Zorane, Zorane", provocando numerose reazioni e dure proteste da parte degli ascoltatori (che la hanno messa in relazione con il nome del premier assassinato, Zoran Djindjic, ndc). Emir Habul, caporedattore di Radio BiH, si è scusato affermando che il redattore in servizio al momento sarebbe stato sanzionato.
Oslobodjenje e la Tv della Federazione hanno titolato in modo abbastanza simile: "Assassinato il primo ministro Djindjic"; "Belgrado in stato di shock"; "Stato di emergenza in Serbia"; "In Serbia tre giorni di lutto". Anche qui i principali organi di informazione descrivono con molti dettagli la dinamica dell’episodio. Tra le reazioni e i principali commenti riportati, Oslobodjenje scrive che: "Scopo dell’assassino era quello di destabilizzare la situazione nei Balcani". Il quotidiano di Sarajevo riporta anche le dichiarazioni di Mladen Ivanic, ministro degli Esteri della BiH: "E’ orami evidente quanto il crimine organizzato sia pericoloso per questa regione…" e di Sulejman Tihic, concludendo che Djindijic aveva una visione moderna della Serbia.
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