Tipologia: Notizia

Area: Romania

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L’influenza nel Delta

Una moria di uccelli selvatici e domestici nelle regioni rumene del Delta del Danubio. Si sospetta possano essere casi d’influenza aviaria. Dopo le alluvioni dei mesi scorsi Bucarest di trova ad affrontare un’altra emergenza. Un articolo della nostra corrispondente

10/10/2005, Mihaela Iordache -

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I primi tre casi di uccelli probabilmente contaminati dal virus dell’influenza aviaria in Romania sono stati scoperti nel villaggio Ceamurlia de Jos, nella contea di Tulcea nel Delta del Danubio. Lo ha reso noto, venerdì scorso, il ministro dell’Agricoltura, Gheorghe Flutur. Si tratta di tre anatre domestiche che le analisi del laboratorio sanitario hanno rilevato essere sieropositive all’influenza aviaria.

Gli specialisti hanno confermato la presenza degli anticorpi dell’influenza aviaria nei campioni prelevati dalle anatre morte a Ceamurlia de Jos,anticorpi che si formano, secondo gli esperti solo se ci sono i rispettivi virus. Finora non è stata confermata la presenza del virus dell’influenza aviaria in Romania, trattandosi solo di casi sospetti. Le autorità romene hanno spedito i test in un laboratorio specialistico della Gran Bretagna, a Weybridge nel Surry, per la diagnosi. I giorni scorsi le autorità di Bucarest ammettevano che c’è una probabilità alta che la diagnosi del virus aviario sia confermata, ma per i risultati finali bisogna aspettare ancora due settimane.

Una volta avviati i controlli nella zona della contea di Tulcea (sud-est del paese, sul delta del Danubio), le autorità hanno scoperto a sorpresa altri casi di uccelli morti tra anatre, galline, oche, tacchini e cigni, tutti sospetti di essere portatori del virus. Almeno 500 uccelli da cortile e selvatici sono stati trovati morti o sono stati abbattuti dalle autorità sanitarie veterinarie negli ultimi giorni. Il delta del Danubio è considerata una zona ad alto rischio per la propagazione del virus dei polli, essendo la maggiore zona paludosa dell’Europa, dove arrivano uccelli migratori dalla Russia, Scandinavia, Polonia e Germania.

Attualmente, otto località romene del delta del Danubio – Ceamurlia de Jos, Maliuc (dove sono stati trovati 40 cigni morti), Malcoci, Agighiol, Babina, Chilia, Smârdan e Jurilovca – sono in quarantena metre per altre cinque contee – Buzau, Giurgiu, Vaslui, Vrancea e Ilfov – le autorità hanno istituito lo stato di sorveglianza, per "aumentare la prevenzione, giacché i volatili potrebbero portare il virus da una parte ad altra", ha dichiarato il ministro della salute, Eugen Nicolaescu.

Finora sono state vaccinate 3.422 persone nelle contee di Tulcea e Călăraşi. Altre 125.000 dosi di vaccino per l’influenza tradizionale sono state distribuite in undici contee del paese. La Romania dispone di circa 500 mila dosi di anti-influenzale e ne chiederà un altro milione all’OMS. Secondo il ministro romeno dell’agricoltura, Gheorghe Flutur, il numero di uccelli che saranno abbattuti nei prossimi giorni si aggira intorno a 45.000. Per assicurarsi la collaborazione dei contadini riluttanti a rinunciare agli uccelli da cortile, considerati una fonte principale della loro alimentazione, il Governo di Bucarest ha promesso dei risarcimenti.

Nel frattempo nel villaggio di Ceamurlia de Jos dove sono stati scoperti i primi uccelli morti, nessuno entra e nessuno esce. Gli abitanti obbediscono agli ordini dei poliziotti ed agenti che operano protetti da maschere ma mostrano preoccupazione per tutto quello che sta accadendo da qualche giorno nel piccolo villaggio, ormai preso d’assalto anche dai giornalisti. Gli agenti accompagnano i medici veterinari e i volontari, equipaggiati con tute protettive, maschere e guanti, che entrano nei cortili e portano via tutti gli uccelli e tutte le scorte di carne dai frigoriferi. Nel frattempo si fa la fila negli ambulatori medici per la vaccinazione contro l’influenza tradizionale, l’unica finora disponibile. Tutti ricevono depliant informativi sull’influenza aviaria. Le autorità spiegano alla popolazione direttamente e tramite gli organi di stampa di evitare prima di tutto ogni contatto con uccelli morti e oggetti contaminati, di lavarsi bene le mani e tenere lontano i bambini dai possibili focolai .

Le case, le macchine e gli abitanti dei posti più a rischio vengono disinfettati. Anche se non è stato ancora confermata l’esistenza del virus H5N1, in Romania c’è allerta di grado zero per le autorità che hanno preso misure di prevenzione. Misure che inevitabilmente destano anche preoccupazione e tensione tra la popolazione consapevole che in realtà contro il virus dell’influenza aviaria non esiste ancora un antidoto.

Il primo ministro romeno, Calin Popescu Tariceanu, ha fatto un appello alla ragione perché non si crei panico. "Sono state prese tutte le misure necessarie per poter tenere la situazione sotto controllo" ha precisato il premier. Anche il ministro dell’interno, Vasile Blaga, invita alla calma: "Il virus non si trasmette tramite l’acqua, solamente tramite il sangue, la carne cruda e le feci. A 70 gradi il virus viene eliminato, quindi la carne dev’essere preparata molto bene". I principali sintomi che presentano gli uccelli sospetti di contaminazione sono la respirazione pesante, diarrea, l’arrossamento della cresta, modifiche nella zona della testa e del collo. L’influenza aviaria è trasmissibile tra gli uccelli. Il virus può passare da uccelli ad animali e in seguito a mutamenti genetici anche all’uomo. Per timore comunque la gente di Ciamurlia de Jos e delle località limitrofe dichiara di non consumare più carne di pollo o di altri uccelli ma cominciano anche le prime paure per la carne di maiale .

Nelle ultime ore sono stati trovati altri uccelli domestici morti a Patlageanca sul braccio Chilia del Delta del Danubio. Medici, ambulanze, polizia e gendarmeria sono stati dislocati nella zona. In tutte le località dove vi è il sospetto di una possibile apparizione del virus d’influenza aviaria sarà vietato il commercio di uccelli vivi e altrettanto si farà per le carni. La contea di Tulcea è in sostanza monitorata giorno e notte. E’ stata vietata la caccia nella Riserva della Biosfera del Delta del Danubio, mentre sull’intero territorio della Romania è vietata la caccia agli uccelli. Nei prossimi giorni, esperti della guardia dell’ambiente monitoreranno in tutto il paese gli uccelli migratori. Da lunedì si stanno compiendo altri test epidemiologici (i primi sono già stati effettuati normalmente all’inizio dell’anno scolastico, il 13 settembre) ai bambini degli asili e scuole di Tulcea e zone limitrofe.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha trasmesso al Ministero romeno della sanità istruzioni circa gli interventi necessari in caso di una epidemia d’influenza sanitaria. Gli effetti di questi primi casi sospetti si fanno però già sentire: sono stati intensificati i controlli alle frontiere e Bulgaria, Grecia, Polonia, Austria e Ungheria hanno bloccato le importazioni di carne di pollo, pollame e altri prodotti derivati dalla Romania.

ha bloccato alcuni import di carne di pollo dalla Romania. Gli esperti di tutto il mondo temono che il virus H5N1 possa mutare ed essere trasmesso agli uomini, diffondendo una epidemia che potrebbe uccidere milioni di persone. Il ministero romeno della salute ha preso contatto con l’Istituto Pasteur di Francia e ha già sollecitato, nel caso in cui fossero confermati i sospetti di un’influenza aviaria, di mettere a disposizione il vaccino Tamifu, un prodotto antivirale raccomandato nel caso di epidemie di questo tipo. L’influenza aviaria è stata ufficialmente registrata in sei regioni dalla Russia e in Kazahstan. Dal 2003 il virus H5N1 ha ucciso in Asia 65 persone e milioni di volatili. Proprio in questi tre mesi di fine d’anno arrivano anche dalla Russia e Kazahstan uccelli migratori nel delta del Danubio, per dirigersi poi verso l’Africa da dove torneranno di nuovo in Europa in primavera.

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