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L’etnopunk di Kristi Stassinopoulou

Difficilmente etichettabile, ma densa di tributi alla musica tradizionale greca. Dal 1978, quando fu Maria Maddalena nella versione greca dell’opera Jesus Christ Superstar, non si è più fermata

05/02/2015, Gianluca Grossi -

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Non a caso l’hanno paragonata a Bjork. La sua voglia di sperimentare, infatti, ricalca molto lo spirito della collega islandese, così come di figure storiche come Grace Slick, stella che brillò soprattutto fra gli anni Sessanta e Settanta a fianco di gruppi come i Jefferson Airplane e i Jefferson Starship.

Si chiama Kristi Stassinopoulou ed è nata ad Atene nel 1956. La sua musica non è etichettabile, qualcuno l’ha definita "ethnopunk" o "ethnotrance"; benché sia, di fondo, ascrivibile all’universo della musica folk. In special modo alla cosiddetta "demotika", un genere particolare, appannaggio della cultura pentagrammata ellenica, che prende spunto da canzoni tradizionali tramandate oralmente dalla notte dei tempi. Si distinguono due realtà, quella continentale e quella insulare, e in base al genere prescelto prevalgono strumenti caratteristici, come la lira e il laouto, oggetto musicale a otto corde, riconducibile alla famiglia dei liuti e spesso confuso con l’oud. Simili invece i temi: amori, sentimenti, speranze, quotidianità, vicissitudini. Insomma, vita vera.

L’ultimo suo disco è un autentico tributo a questo genere musicale e lo si capisce fin dal titolo: Greekadelia. Con lei c’è Stathis Kalyviotis, leggendario musicista ateniese, il primo a dare vita, nel 1981, a un gruppo punk, al fianco di Kristi dalla fine degli anni Ottanta. Danno alle stampe Greekadelia nel 2012, stuzzicando l’interesse di gran parte dei media, sensibili alla world music e alle principali avanguardie artistiche. Gli inglesi del Guardian e dell’Independent giudicano il lavoro con quattro stelle, praticamente il voto massimo che si possa attribuire a un album. (Qui è possibile ascoltare e acquistare le singole tracce del disco).

1978

Ma la storia musicale e artistica di Kristi inizia molto prima, per la precisione nel 1978, mentre dedica il suo tempo allo studio, affiancata da Karolos Koun, direttore di teatro, noto per i suoi lavori su Brecht e Pirandello. "Studiavo, ma essendo pigra di natura ho assorbito tanti generi senza perfezionarmi", dice Kristi, "dalla musica classica a quella bizantina". E’ l’anno in cui partecipa a un provino per la versione greca dell’opera Jesus Christ Superstar, di Tim Rice e Andrew Webber. Si cerca la figura di Maria Maddalena fra trecento attori o aspiranti tali. Alla fine è proprio lei ad avere la meglio e a far valere per la prima volta il suo talento.

Nel 1983 un altro importante appuntamento, quello con l’Eurovision Song Contest. Si tiene a Monaco, in Germania. Kristi si presenta cantando una canzone di Antonis Plessas, "Mou Les", fra la performance finlandese e quella olandese. Le cose non vanno benissimo, ma l’esperienza le serve per fare conoscere ulteriormente il suo nome e le sue capacità. Che di lì a poco trovano conferma nel nuovo incontro con Tim Rice, impegnato, questa volta, nella realizzazione del musical dedicato a Evita Peron.

Pochi anni dopo apre i concerti di Pavlos Sidiropoulus, esponente musicale greco, scomparso nel 1990 per un’overdose di eroina, dopo avere contribuito in modo significativo allo sviluppo della cultura rock ellenica. Lavora anche con Demos Moutsis e George Pilali.

La spiaggia

Il suo primo disco ufficiale è del 1986 e si intitola Kristi Stassinopolou. "C’è una canzone che parla di una spiaggia deserta e sconosciuta, dove non circolano macchine, lussureggia la natura, non esistono linee del telefono o bar", racconta Kristi. "Il brano diventa una hit e in poco tempo la spiaggia è invasa da turisti di tutto il mondo".

E’ la prova che il suo nome ha fatto definitivamente breccia nell’universo musicale facente capo ad Atene e alle innumerevoli isole sparse per l’Egeo. Nel 1989 incontra Stathis Kalyviotis, superbo compositore e musicista greco. E insieme a altri due membri, un batterista e un chitarrista, danno vita ai Selana, band ethnopunk, seguita presto da moltissimi fan, pur senza avere mai dato alle stampe un disco ufficiale.

Nel 1993 esce Sti limni me tis Paparounes (qui si può ascoltare), disco che apre con "Efimerides htthesines", dando immediatamente l’idea di un lavoro incentrato sulla cultura popolare musicale greca, con l’utilizzo di strumenti a corda e percussioni tipiche della dimotika. Affascinanti tutte le canzoni, dall’introspettiva "Se filao", alla frizzante "Klaketes", dalla catartica "Ta kimata", alla brillante "O midas". Alla realizzazione dell’album partecipano anche Panagiotis Kalantzopoulos, compositore di colonne sonore ateniese.

Dà alle stampe anche un libro, Epta Fores, una raccolta di racconti sponsorizzata dalle edizioni Kastaniotis; e due anni dopo è la volta di un romanzo, Pyrini Romfaia. Il primo disco con Kalyviotis è del 1997 e viene battezzato Ifantokosmos (qui dei piccoli assaggi). Alcuni musicologi lo considerano uno dei suoi lavori migliori. Non è ancora al top della fama, ma getta le basi per il superamento dei confini ellenici. Si mischiano radici della musica greca, con rimandi alla musica pop. Lambros Liavas, etmosmusicologo della National and Kapodistrian University di Atene lo definisce un "disco con ottime canzoni, figlie di un mix di tradizioni musicali in grado di conferire grazia e fascino a ogni canto".

All’estero

Kristi prosegue su questa linea l’anno dopo con Echtropia, il suo primo lavoro a conquistare gli Stati Uniti, l’Europa e il Brasile. Grazie a questo grande successo suona a New York, a Washington, a Londra, e nel corso di alcuni importanti eventi musicali, come il Jazz Festival di Montreal e il Winnipeg Folk Festival.

Il capitolo del 2001 impressiona ancora di più, con melodie etno-trance, l’utilizzo di strumenti popolari greci, ma anche ritmi psichedelici e retroscena balcanici. Echotropia esce per la Tinder Records, ed è giudicato positivamente da gran parte dell’intellighenzia musicale. "Un bel mix di talento, tecnologia e sensibilità tradizionale", raccontano gli esperti di RootsWorld. Citabile "Soul Invictus", con una intro che ricorda un pezzo dei Doors e "Don’t Say I Regret", praticamente inclassificabile, anche se Bjork sospira dietro l’angolo (qui il link per acquistare il cd).

The Secrets of the Rocks raggiunge la prima posizione nella World Music Charts Europe, prestigiosa classifica europea dedicata alla world music. E’ il 2003. Qui il brano che dà il titolo all’album, un pezzo catartico, sensuale e ipnotico. Il video è girato da Prem Rajan a Astypalea, fra le più belle isole del Dodecaneso. Gli stessi traguardi di The Secrets of the Rocks vengono raggiunti dall’ultimo album in studio, Greekadelia, definito da Robin Denslow del Guardian "un lavoro molto originale e convincente", con echi addirittura dei Velvet Underground; in mezzo la parentesi di Taxidoskopio, distribuito in Europa e in Giappone, e incluso nella top-15 della Womex World Music.

 

Il pezzo è stato aggiornato in data 5 febbraio in merito alla partecipazione della cantante greca come Maria Maddalena nel musical Jesus Christ Superstar. 

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