L’estate inizia con calma
La situazione politica in Georgia è entrata in una stagione estiva di relativa quiete. Le manifestazioni dell’opposizione continuano più che altro per inerzia e in attesa di maggiore mobilitazione nel periodo autunnale
La situazione nelle strade è stabile e gli occasionali episodi di tensione si placano immediatamente. Per il periodo estivo l’opposizione ha pianificato solamente due momenti di protesta importanti – il 25 luglio, in concomitanza con la visita di Joe Biden in Georgia, ed il 7 agosto, giorno dell’anniversario della guerra russo-georgiana.
La situazione è cambiata sensibilmente anche sulle strade. L’opposizione ha finalmente tolto le "celle" che secondo i leader dell’opposizione erano simbolo di protesta e della trasformazione della Georgia in uno stato di polizia. Attualmente, nel centro di Tbilisi le "celle" sono rimaste solo davanti al parlamento. Negli altri luoghi sede di proteste dell’opposizione, in particolare davanti alla segreteria di stato, davanti alla residenza del presidente, alla sede del governo e di fronte all’edificio della televisione statale, non vi è più nessuna traccia che ricordi le azioni di protesta.
Dopo due mesi di intensa attività da parte dei manifestanti, il parlamento, il governo e l’amministrazione del presidente hanno ripreso il normale ritmo di lavoro.
Tuttavia, è ancora troppo presto per dire che tutto è finito. In realtà, niente è cambiato. Le richieste dell’opposizione di dimissioni del presidente rimangono valide, così come il rifiuto dell’opposizione di accettare le proposte di compromesso avanzate dal governo. Nessuno però è in grado di prevedere esattamente il momento in cui l’opposizione riprenderà le proprie azioni di protesta. Al momento le parti stanno rinforzando le proprie posizioni.
Il governo
I portavoce del governo ritengono che i tempi peggiori siano passati. L’attività dell’opposizione si è trasformata in prassi quotidiana e non risulta più di nessuna minaccia al potere centrale. Persino i due momenti più intensi di manifestazione pubblica contro il governo, il 9 aprile e il 26 maggio, sembrano adesso momenti lontani e isolati.
La situazione per le autorità si è alleggerita notevolmente. Tutti infatti sono tornati a lavorare nei propri uffici, le sedi del governo sono state sbloccate nuovamente e là dove ancora si trovano le celle simbolo della protesta dell’opposizione, come per esempio accanto al parlamento, l’attività di protesta sta scemando sempre più.
Le autorità dal canto loro hanno portato avanti una intensa campagna per screditare il leader dell’opposizione Levan Gachechiladze. Il ministero degli Interni è riuscito a procurarsi un filmato compromettente. Protagonista è il leader dell’opposizione Levan Gachechiladze a Berlino durante un incontro con uno degli uomini più detestati della Georgia al tempo di Eduard Shevardnadze, l’allora ministro degli Interni Kakha Targamadze.
Durante il mandato di Targamadze come ministro degli Interni, la situazione interna della Georgia era disastrosa; la criminalità era alle stelle, vi erano ripetuti sequestri di stranieri, banditi che assalivano semplici cittadini persino davanti alle proprie case, il narcotraffico era fiorente e tanto altro ancora. Per i georgiani, tutto questo è associato al nome di Kakha Targamadze.
Qualche giorno prima che il filmato fosse reso pubblico, il leader dell’opposizione ha dichiarato di essere stato in Europa e di aver trovato denaro per promuovere l’attività politica dell’opposizione, senza specificare chi sia il finanziatore.
Queste immagini hanno reso evidente che Gachechiladze era andato in Europa proprio per cercare supporto economico dai leader dell’epoca Shevardnadze, i quali detestano il presidente in carica e puntano alla vendetta.
Un altro evento compromettente per l’opposizione è stato l’incontro, testimoniato questa volta da fotografie, di Nino Burjanadze a Kiev con Leonid Pinchuk, noto finanziere ucraino vicino agli ambienti pro-russi, nonché genero dell’ex-presidente ucraino Leonid Kuchma.
Dopo tutti questi eventi, le autorità hanno iniziato a parlare più apertamente del ruolo della Russia all’interno dell’opposizione georgiana.
Le trattative
Al momento non sono in corso trattative tra le autorità e i rappresentanti dell’opposizione. Fin dall’inizio è stato chiaro che l’opposizione avrebbe continuato a chiedere le dimissioni del presidente fino alla fine. L’opposizione rimane ferma sulle sue posizioni nonostante oggi sia chiaro che le possibilità di realizzare tale scopo erano e rimangono minime.
Allo stesso tempo, le autorità si trovano in una posizione vantaggiosa. Saakashvili ha infatti avanzato una serie di proposte, tra le quali la richiesta all’opposizione di assumere la carica dei vice ministri nei ministeri degli Interni e della Difesa.
"Invece di scendere in piazza e criticare la nostra struttura statale, perché non provano dall’interno a cambiare e migliorare la situazione?" – ha dichiarato Saakashvili.
Questa proposta è stata respinta con indignazione dall’opposizione. Nonostante ciò, l’ex ministro degli Esteri Salomé Zurabishvili inaspettatamente ha dichiarato di essere pronta ad occupare la poltrona di vice-Ministro degli Interni.
"Loro ci propongono di occupare delle cariche e di riformare il sistema dall’interno. Io concordo pienamente. Adesso vediamo cosa succederà." – ha commentato Zurabishvili.
Dopo due giorni di silenzio è risultato evidente che le autorità non hanno accolto la proposta di Zurabishvili. L’argomento è passato sotto la revisione del capo del Comitato giuridico del parlamento Pavel Kublashvili:
"Noi proponiamo all’opposizione un impegno duraturo, da portare a termine quotidianamente. Non può essere che da un giorno all’altro Zurabishvili inizi a lavorare come vice ministro alla mattina e alla sera vada alle manifestazioni di protesta contro il governo in carica. Non è in questo modo che la situazione deve essere riformata dall’interno. Noi siamo pronti ad accogliere la proposta di Zurabishvili solamente a patto che l’ex ministro si metta seriamente a lavorare come vice ministro del governo attuale senza poi passare alla sera dalla parte dell’opposizione e richiedere le dimissioni del presidente."
L’opposizione
Come si poteva presupporre, l’opposizione è diventata ostaggio del proprio radicalismo. Le possibilità di ottenere le dimissioni del presidente al momento sono nulle o solo teoriche per svariati motivi.
Prima di tutto, l’opposizione stessa non è in grado di ribaltare il governo con la forza. Le strutture statali conservano stabilità e non vi è frammentazione alcuna al loro interno. Inoltre, le forze di polizia non vedono l’ora di regolare i conti con l’opposizione dopo che per svariati mesi si sono sentite apostrofare solo a suon di insulti e parolacce.
Inoltre, un atteggiamento di questo tipo non sarebbe di certo visto di buon occhio dall’Occidente. L’opposizione è diventata ostaggio della propria propaganda fino al punto di convincersi che Saakashvili sarebbe malvisto dai suoi tradizionali alleati (Stati Uniti d’America e Europa) al punto che questi ultimi non aspettano altro che le sue dimissioni.
È vero che l’autorità di Saakashvili si è indebolita fortemente a seguito della guerra, ma è anche vero che non si è ridotta in modo così significativo come vuole credere l’opposizione.
Europei ed americani ritengono che la tradizione di rovesciare governi con la forza in Georgia debba rimanere nel passato. Il loro punto di vista è molto chiaro: il presidente deve essere privato di alcuni poteri per lasciare più spazio alla democrazia, ma le elezioni devono svolgersi nei termini stabiliti dalla Costituzione.
Infine, è evidente che l’opposizione non ha bene in mente il quadro generale della situazione in caso di ipotetiche dimissioni del presidente. Infatti, nel caso in cui riuscisse ad ottenere le dimissioni di Saakashvili, non avrebbe al suo interno una unità tale da poter assicurare stabilità e coesione alla vita politica dello stato. Ci si verrebbe a trovare in una situazione di lotta interna.
È ormai opinione comune che il motto "Prima di tutto rovesciamo il presidente, e successivamente a qualcosa penseremo", non è molto popolare in Georgia. Così come è ben noto che i politici georgiani non raggiungono facilmente un accordo fra di loro.
Tuttavia, liquidare l’opposizione è ancora prematuro. Nonostante i fatti compromettenti e l’evidente disunità al suo interno, tale da non poter assicurare poi una sana alternativa al governo attuale, l’opposizione ha ancora molti sostenitori.
Il disprezzo verso Saakashvili è profondamente radicato e non basta qualche video scandaloso per bloccare l’azione dell’opposizione. Se teniamo conto che parte dei sostenitori dell’opposizione ha preso posizione perché rimasti vittima dell’attuale governo (ex poliziotti, ex funzionari statali…), allora non c’è da meravigliarsi se quello a cui si aspira sono solo le dimissioni del presidente in carica.
Ci troviamo quindi in un periodo di calma estiva. Ma non è escluso che in autunno inizi un nuovo periodo di attività dell’opposizione.
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