Legalizzati illegalmente: la corruzione edilizia a Belgrado
Il portale BIRN ha identificato centinaia di edifici abusivi a Belgrado, costruiti nei sette anni successivi all’entrata in vigore della nuova legge sull’edilizia
(Pubblicato originariamente da BIRN il 10 gennaio 2023)
In Serbia, nel 2015, l’adozione di una nuova legge sulla legalizzazione degli edifici era stata salutata all’epoca dal Partito progressista, allora come oggi al governo, come l’elemento risolutore della piaga dell’edilizia abusiva a Belgrado, un problema che risale alla Jugoslavia comunista e che si è via via ampliato durante le turbolenze politiche, sociali ed economiche degli anni ’90 e 2000.
Il concetto era chiaro: lo Stato avrebbe chiuso un occhio su tutte le costruzioni illegali completate prima del luglio 2015 e avrebbe demolito tutto ciò che era stato costruito senza permesso da allora in poi. Le immagini satellitari prodotte dall’Istituto Geodetico della Serbia avrebbero determinato cosa sarebbe sopravvissuto e cosa sarebbe stato abbattuto. Semplice, no?
Mesi di minuziose ricerche da parte di BIRN, tuttavia, dimostrano che più di 450.000 metri quadrati di immobili residenziali nella capitale, costruiti parzialmente o completamente senza permessi dal 2015, sono sfuggiti alla demolizione e, in qualche modo, sono stati legalizzati.
Sulla base delle immagini satellitari utilizzate dallo stato, BIRN ha costruito un database di oltre 300 edifici – per lo più residenziali e di superficie superiore a 1.000 mq – costruiti totalmente o parzialmente in modo illegale dopo il 2015 e solo successivamente legalizzati, in apparente violazione della legge. Il numero reale è probabilmente molto più alto. Il loro valore ammonta a centinaia di milioni di euro.
"Gli investitori ne traggono vantaggio perché pagano meno in termini di tasse per la legalizzazione rispetto a quello che pagherebbero per costruire su terreno edificabile, e inoltre costruiscono un edificio con una superficie maggiore di quella a cui avevano diritto in base alle condizioni urbanistiche vigenti", ha spiegato a BIRN l’avvocato Đorđe Vukotić.
"Gli investitori traggono profitto da questo modo di procedere, ma potrebbe essere sollevata la questione della loro responsabilità penale e civile perché di fatto danneggiano il bilancio dello stato".
Giocare con le immagini
Non sono disponibili dati pubblici sulle motivazioni con cui il Segretariato per gli Affari di Legalizzazione di Belgrado ha legalizzato gli edifici dal 2015 e la stessa istituzione non ha risposto alle richieste di informazioni di BIRN.
L’indagine di BIRN, tuttavia, dimostra che non si tratta di casi isolati e singoli, né di un problema che riguarda solo alcuni comuni della capitale. Si tratta di una pratica sistematica che va avanti da anni.
Sulla base dei dati ufficiali dell’Istituto Geodetico della Serbia BIRN stima il valore delle proprietà identificate in oltre 1 miliardo di euro. Tra gli investitori vi sono persone e società che possiedono decine, a volte centinaia di proprietà.
"Non esiste un modo legale per ‘legalizzare’ un oggetto che non è visibile su un’immagine satellitare del territorio della Repubblica di Serbia del 2015", ha dichiarato l’avvocato Vladimir Tupanjac. "E anche quando è visibile, deve essere completato nel senso della costruzione. La normativa vigente è chiara e inequivocabile".
Ma come si fa?
Secondo i documenti ottenuti da BIRN in molti casi nel corso del 2016, 2017 e 2018, gli ispettori edili comunali hanno affermato falsamente che, dopo un’ispezione in loco, è stato stabilito che gli edifici in questione erano stati completati poco prima dell’entrata in vigore della nuova legge nel novembre 2015. Hanno inoltre dichiarato che questi edifici erano visibili nelle immagini satellitari precedenti al 2015.
In realtà BIRN ha rilevato che gli edifici in questione non esistevano in alcuna forma nel novembre 2015. Al contrario, le immagini mostrano prati o piccole abitazioni familiari nei luoghi in cui alla fine sarebbero sorti – e illegalmente – edifici a più piani.
I comuni hanno inviato le decisioni degli ispettori alla Segreteria per gli Affari di Legalizzazione, che ha legalizzato gli edifici.
Jovana Čapaković, avvocato dello studio Vuković & Partners, ha dichiarato che è l’autorità competente che deve stabilire se l’edificio in questione è visibile sulle immagini satellitari prima del novembre 2015.
"Per gli edifici di cui è stata accertata l’inesistenza – cioè che non sono visibili sulle immagini satellitari del 2015 – la legge stabilisce chiaramente che non sono soggetti alla legalizzazione e che l’ispettore edilizio competente deve emettere una decisione di demolizione per tali edifici", ha dichiarato Čapaković a BIRN.
Avanti con la festa!
È stato un caso giudiziario a fornire un raro sguardo sui meccanismi interni del business della "legalizzazione illegale".
Nel maggio dello scorso anno, Aleksandar Jovičić, l’ex sindaco del comune di Palilula, il più grande comune di Belgrado, è stato incriminato per abuso d’ufficio.
I pubblici ministeri lo hanno accusato di aver preso tangenti dagli investitori in cambio di pressioni sugli ispettori edilizi comunali per facilitare le loro costruzioni illegali a Palilula.
Jovičić, membro di spicco del Partito Progressista al governo, ha negato qualsiasi illecito. L’inizio del processo è previsto per febbraio. Sette ispettori edili e due investitori hanno già patteggiato con i pubblici ministeri.
Per tutto il periodo in questione, dal 2015 al luglio 2022, il Segretariato per gli Affari di Legalizzazione è stato guidato da un membro del Partito Progressista, Nemanja Stajić. L’anno scorso BIRN ha scritto del fatto che Stajić si è reso responsabile della legalizzazione illegale di una proprietà a vantaggio di una società di suo fratello Novak.
Nel novembre 2018, il Parlamento serbo ha modificato la Legge sulla legalizzazione e la Legge sulla pianificazione e l’edilizia per rendere obbligatori i controlli delle immagini satellitari per tutti gli oggetti soggetti a legalizzazione.
Sono state introdotte multe più salate, gli ispettori edili sono stati posti sotto l’autorità della città anziché del singolo comune e ai comuni è stata data l’autorità di legalizzare edifici solo fino a 400 mq e ai comuni periferici fino a 3.000 mq.
Ma il problema persiste.
Nell’ultimo caso riportato da BIRN, un associato del Partito Progressista, Aleksandar Šapić, è riuscito a legalizzare uno dei suoi edifici dopo essere diventato sindaco di Belgrado nel giugno 2022, nonostante non soddisfacesse tutte le condizioni legali per farlo. Šapić ha negato qualsiasi illecito.
Il ministro delle Finanze Siniša Mali, ex sindaco di Belgrado, vive in un edificio residenziale che comprende un ultimo piano costruito illegalmente dopo il 2015 e successivamente "legalizzato". Anche Mali ha negato di aver violato la legge quando gli è stato chiesto di commentare a proposito nel 2018.
editor's pick
latest video
news via inbox
Nulla turp dis cursus. Integer liberos euismod pretium faucibua