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L’economia greca nei Balcani

A seguito della settantesima edizione della fiera internazionale di Salonicco, sono state date alcune proiezioni statistiche e alcuni dati riguardanti gli investimenti della Grecia nei Balcani. Quadro sintetico della presenza economica greca nel sud est europeo

06/10/2005, Redazione -

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Di Konstantinos Katsaras

Lungo il suo percorso di 70 anni, la Fiera Internazionale di Salonicco (Helexpo) ha costituito e costituisce non solo un importantissimo nucleo commerciale, ma anche un importante tratto identitario della città che ospita l’evento. Occorre notare al contempo che non si tratta di una semplice fiera commerciale, perché in realtà questo appuntamento essenzialmente apre l’anno economico della Grecia. Secondo la tradizione il governo dispone e analizza gli obiettivi della sua politica economica, l’opposizione espone il suo programma, i sindacati presentano le loro richieste, le istituzioni aziendali avanzano i loro reclami.

Gli elementi numerici importanti della settantesima Helexpo riguardano i numerosi espositori, provenienti da 28 paesi (21 nel 2004) e i rappresentanti ufficiali di 21 paesi (13 nel 2004). Ma il record è stato realizzato dai 325.970 ospiti che, dal 9 al 18 settembre, si sono recati alla Fiera di Salonicco. Le nuove strutture organizzative di Helexpo e le sue caratteristiche qualitative l’hanno resa la meglio riuscita negli ultimi anni.

Durante l’edizione di quest’anno sono stati presentati i dati relativi agli investimenti della Grecia nei vicini paesi balcanici. Di seguito rendiamo conto di alcuni dei maggiori investimenti della Grecia nel sud est europeo.

F.Y.R.O.M

Nel mercato della FYROM le aziende greche hanno investito più di 800 milioni di Euro nei settori economici più critici, come le banche 28% (la sola banca Nazionale greca ha investito 140 milioni di euro nella Stopanska Banka con 48 agenzie), le telecomunicazioni 17% ("ΟΤΕ" ha investito 135 milioni di euro nella filiale COSMOFON), l’olio, il settore alimentare 35% (la 3E-Pivara), il petrolio ("ΕΛΠΕ" ha raggiunto i 200 milioni di euro investiti nell "ΟΚΤΑ"), i cementi di "Titan" con 60 milioni di euro, ecc.

I 32 investimenti greci più importanti, quelli che rappresentano la maggior parte del capitale investito, offrono lavoro a 6.000 cittadini circa. Ciò che attrae gli uomini d’affari greci nel paese limitrofo è sicuramente l’indice basso delle tassazioni (15%), lo stipendio basso dei lavoratori, oltre ad altre agevolazioni che allettano gli investitori greci.

Sulla base del capitale azionario, gli investimenti greci in FYROM nel periodo 2000-2004 si aggirano sui 177 milioni di euro, mentre calcolando il totale dei flussi annui degli investimenti, la Grecia occupa il secondo posto fra gli investitori stranieri dopo l’Olanda. Considerando però che la gran parte del capitale d’investimento greco si è riversato nella FYROM attraverso aziende greche che hanno sede altrove (Olanda, Lussemburgo, Cipro, Irlanda), si può tranquillamente considerare che le imprese greche in FYROM sono al primo posto, con un capitale che supera gli 800 milioni di euro di investimenti nell’ultimo decennio, fornendo approssimativamente occupazione a 15.000 individui.

Bulgaria

Il caso della Bulgaria e tra i meno problematici, dato che non ha dovuto affrontare situazioni analoghe a quelle della ex Jugoslavia o dell’Albania. Malgrado i problemi che ci sono stati nella fase iniziale, la partecipazione greca negli investimenti è stata delle più importanti.

Secondo i dati dell’ufficio commerciale dell’ambasciata greca a Sofia, i greci si trovano al secondo posto, con investimenti pari a 1.034,5 milioni di dollari (960.1 nel periodo quinquennale 2000-2004), dopo gli austriaci che hanno investito circa 1.665 milioni di dollari. Gli investimenti greci rappresentano il 10.2% del totale, contro il 16.4% di quelli austriaci e il 9.1% di quelli che provengono dall’Olanda.

Delle 375 imprese greche attive in Bulgaria, 150 sono industriali (di queste 100 appartengono al settore dell’abbigliamento), 120 sono commerciali, 90 appartengono al settore dei servizi e 15 al settore edile. Attualmente 61 importanti imprese greche danno occupazione ad una media di 250 operai. Ulteriore segno di salute delle attività greche in Bulgaria è costituito dalla presenza delle banche greche, le quali controllano più del 30% delle operazioni bancarie nel mercato bulgaro.

I settori che riscuotono il maggior interesse degli uomini d’affari greci sono: le banche (cinque banche greche hanno approssimativamente 300 filiali, delle quali 110 della banca nazionale greca che ha acquistato la "United Bulgarian Bank"), le telecomunicazioni (Cosmote controlla la Globul, una delle due aziende locali di telefonia mobile), l’acciaieria Sidenor che controlla il 75% della società affiliata "Stomana Industry" (una delle due acciaierie funzionanti in Bulgaria), l’industria del vetro, il settore dei cementi (Titan), la fabbrica di birra (Athinaiki Zithopoiia A.E.), il settori dei combustibili, petrolio e lubrificanti, l’organizzazione delle lotterie, il settore tessile e l’abbigliamento, il settore edile, settori alimentari (la "CocaCola 3E" ha acquistato Zagorka e Ariana), il settore dei servizi (legali, contabili, pubblicità, salute, televisione), il settore dei beni immobili, il commercio, la distribuzioni degli alimenti e delle merci di largo consumo, la tecnologia (informatica) e il settore del turismo.

L’imminente accesso della Bulgaria nell’Unione Europea e il suo finanziamento dal fondo monetario di Coesione, crea una dinamica e uno stimolo importante per gli investimenti stranieri e ovviamente anche per le imprese greche, che essendo ad un passo dai centri urbani bulgari si attivano, cercando di superare i limiti e i vari problemi che affronta ultimamente l’economia greca.

Serbia e Montenegro

La Serbia offrendo la più bassa tassazione sui ricavi aziendali di tutta quanta l’Europa (10%), gli esoneri fiscali della durata decennale per investimenti che superano i 7,5 milioni di euro, le privatizzazioni e gli sgravi fiscali per l’assunzione di nuovi operai – secondo il rapporto di Irena Posin direttrice della SIEPA (Serbia Investment and Export Promotion Agency) – ha ricevuto investimenti stranieri che si stima raggiungeranno i 2 miliardi di dollari nel 2005.

Per quanto riguarda le aziende greche spiccano le seguenti: "AlphaBank" (investimento con volume di 152 milioni di euro) la quale ha comprato l’82% della banca statale "Yubanka", la "Eurobank" (con la filiale "EFG Eurobank AD Beograd" e la maggioranza delle azioni della "Nacionalna stedionica banka", ha investito più di 91 milioni di euro) ", la "Titan" (94 milioni di euro), e anche la "CocaCola 3E" la quale ha acquistato l’azienda di acqua minerale Serba "Vlasinka" (100 milioni di Euro).

Romania

Gli investimenti greci in Romania occupano un’ampia gamma di attività. L’attività delle imprese greche comincia dal settore bancario (la banca nazionale che ha comprato la Banca Romanesca, la Piraeus Bank Romania S.Α, la EFG Eurobank Ergasias-Bancopost, ecc.), si estende alle telecomunicazioni ("GERMANOS" ha 82 filiali, collaborando con Connex, Zapp e Rom Telecom), ai servizi di finanziamento e consultivi, al settore edile, ai trasporti, al tessile, alla tecnologia dell’informazione, al settore delle assicurazioni private, agli alimenti – bevande, alle merci di imballaggio, ai pneumatici, fino al settore farmaceutico – estetico. Secondo i più recenti dati ufficiali, pubblicati dal registro delle Aziende Commerciali 2004, la Grecia possiede il dodicesimo posto fra gli investitori stranieri in Romania, con 2.826 imprese e con 327 milioni di dollari di investimenti. Il volume delle transazioni commerciali dei due paesi ha superato il miliardo di Euro.

Le cinque banche greche più grandi (Alfa Banca, la Banca Nazionale, EFG Eurobank, Banca Emporiki e la Banca Piraeus) hanno più di 700 agenzie nei Balcani, e danno impiego approssimativamente a 13.000 impiegati, ottenendo in questo modo più del 10% del loro giro d’affari annuo proprio dagli investimenti nel sud-est Europa.

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