L’Albania e le elezioni USA
L’Albania ha accolto con molto favore la rielezione del presidente americano George W. Bush. Un’accoglienza calorosa, condivisa da gran parte della stampa locale. L’Albania sembra però non schierarsi con Repubblicani o Democratici ma piuttosto con gli USA. Sempre.
I politici albanesi e la stampa locale in generale hanno espresso la loro soddisfazione per la rielezione del presidente Bush per altri 4 anni alla Casa Bianca. In effetti, la stessa cosa sarebbe accaduta anche se gli elettori americani avessero deciso per lo sfidante John Kerry.
In Albania gli USA si accettano senza discussione come il paese dei più grandi valori democratici. Inoltre, l’espressione "influenza americana" si usa molto spesso nella lotta politica interna. Il "sostegno americano" è molto conteso tra i due partiti principali al fine di mostrare ciascuno la sua superiorità contro l’avversario.
Dopo la caduta del regime comunista nel 1990, gli USA sono diventati l’idolo democratico per tutti albanesi e il nome USA ha acquisito un’ulteriore dimensione più ampia durante la crisi del Kosovo nel 1999, quando gli USA diventarono agli occhi degli albanesi anche i loro salvatori. Il grado della trasformazione degli USA in un quasi tabù ideologico nella politica albanese ricorda più o meno il periodo dell’influenza dell’Unione Sovietica sull’Albania negli anni ’50.
Tutto ciò però accade quando gli USA non occupano un posto importante né tra i paesi con cui l’Albania ha dei rapporti commerciali, come possono essere l’Italia e la Grecia, né come paese donatore, come lo è la UE.
Le elezioni presidenziali hanno coinciso anche con l’arrivo in Albania della nuova ambasciatrice USA a Tirana, Marcie Ries. La televisione pubblica e quelle private hanno dato una copertura di due giorni per la prima conferenza stampa della diplomatica americana, sottolineando la sua frase: "sono onorata di lavorare tra il popolo più filoamericano nel mondo".
Comunque, qualche TV privata si è riferita anche alla opinione pubblica europea, la quale non ha visto di buon occhio la rielezione di Bush alla presidenza degli USA.
Maggiore attenzione è stata rivolta al fatto che una delle prime mosse dell’amministrazione Bush è consistita nel riconoscimento del nome "Repubblica di Mecedonia" per la FYROM (Ex repubblica jugoslava di Macedonia, nome ufficiale secondo accordi internazionali). La stampa albanese considera questa mossa come la ricompensa di Washington per gli sforzi che la repubblica macedone sta compiendo per creare uno stato multietnico e per di più alla vigilia del referendum di domenica 7 novembre.
Il giornale "Korrieri" lo scorso 4 novembre ha pubblicato un articolo dal titolo: "Albania entusiasta per la vittoria di Bush"; sottotitolo: "Il presidente Moisiu, il primo ministro Nano ed il ministero degli esteri hanno valutato positivamente il risultato delle elezioni negli USA e la conferma di George W. Bush alla Casa Bianca".
Nel messaggio del Presidente della Repubblica Alfred Moisiu, pubblicato da "Korrieri" si dice che "il presidente saluta calorosamente la vittoria elettorale del presidente americano Bush e in questa occasione riconferma la risolutezza dello stato albanese per continuare le ottime relazioni di cooperazione tra l’Albania e gli USA".
Mentre il primo ministro Fatos Nano, in occasione delle elezioni e della vittoria di Bush, ha mandato un messaggio di congratulazioni al presidente americano.
"Il popolo ed il governo albanese vi mandano i loro auguri per la storica vittoria alle elezioni presidenziali. Gli USA hanno mostrato ancora una volta al mondo come funziona una democrazia grande e forte".
Secondo il primo ministro Nano "il popolo albanese resta deciso nel sostegno della sua politica per contribuire alla sicurezza e la democrazia globale ed in particolare per il contributo teso a portare al popolo dell’Iraq la libertà, la democrazia e la sicurezza a tutto il mondo".
Il Ministero degli Esteri albanese apprezzando il ruolo importante degli USA per la stabilità della regione e per l’integrazione euroatlantica dell’Albania ha affermato che "lo sviluppo di queste importanti elezioni per gli USA, seguite con molto interesse in tutto il mondo, ha promosso i valori comuni delle società democratiche, nel bene della libertà, della democrazia, della pace e della stabilità nel mondo".
Il giornale "Shekulli" in un articolo titolato "Bush di nuovo presidente" evidenzia il fatto che la vittoria di Bush sia stata una vittoria storica per i Repubblicani negli ultimi settanta anni.
Secondo il quotidiano albanese, questa vittoria fornisce al presidente Bush altri 4 anni per continuare la lotta contro il terrorismo e il suo programma per la riduzione delle tasse. L’articolo continua dicendo che il particolare di queste elezioni è stato la supremazia della priorità della politica estera su quella interna. Fino alla fine Bush ha combattuto con la questione dell’Iraq e con la promessa di fare dell’America un posto più sicuro.
Secondo il quotidiano "Panorama" un’altra caratteristica di queste elezioni è stata la grande affluenza alle urne e l’accento posto sulla guerra contro il terrorismo, sull’Iraq e sull’economia. Gli elettori hanno sostenuto Bush per il suo atteggiamento nei confronti di questioni morali, quali il matrimonio gay e il suo rifiuto di accettare le ricerche genetiche sulle cellule umane.
Un corrispondente del giornale "Korrieri" scrive dalla Florida e si sofferma sul ruolo avuto in queste elezioni dalla chiesa. La chiesa è stata impegnata nella campagna della registrazione dei votanti, persino nel trasferimento della gente nei centri elettorali con i pullman. Secondo "Korrieri" la chiesa evangelista e quella protestante erano sostenitrici di Bush, mentre quella più legata al mondo afro-americano appoggiava lo sfidante Kerry. Sbilanciandosi nel fare delle previsioni per le prossime presidenziali il giornale "Korrieri", riferendosi a delle voci in Florida, dice che nel 2008 se per la presidenza USA dovesse scendere in campo la prima donna nella storia americana ad essere candidata per la Casa Bianca, Hillary Clinton, allora la famiglia Bush presenterà l’altro figlio, Jeff Bush.
L’Albania si trova davanti alle elezioni generali che si terranno nell’anno prossimo e la comunità internazionale ha lanciato un duro monito alle autorità locali che si impegnino ad
organizzare elezioni completamente libere ed oneste. Così, la maggior parte dell’opinione pubblica ha sottolineato il fatto che le elezioni americane devono servire come un esempio per come sono state organizzate, per il lavoro professionale delle istituzioni statali e per il fatto importante che il perdente ammette la sconfitta, cosa che non avviene in Albania dalle prime elezioni del 1992 e che influisce molto sul mantenimento di un’alta tensione politica nel paese.
Vedi anche:
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