L’alba di una nuova famiglia?
Sono sempre di più, in Bulgaria, le coppie che convivono senza sposarsi. Il parlamento è intervenuto sulla questione, approvando in prima lettura un nuovo Codice di famiglia, che equipara convivenza e matrimonio, e semplifica il divorzio. Ma non mancano le polemiche
Tanya e Dinko sono una coppia giovane e moderna. Vivono a Stara Zagora, città della Bulgaria centrale. Da anni coabitano e rappresentano una tipica "coppia di fatto". Entrambi hanno figli da precedenti matrimoni. Avendo avuto brutte esperienze con le precedenti unioni matrimoniali, hanno deciso di vivere insieme senza contrarre ufficialmente un nuovo matrimonio.
Tanya e Dinko sono i tipici rappresentanti di un fenomeno sempre più diffuso nella società bulgara, diventato massiccio negli ultimi vent’anni, a partire dalla caduta del regime comunista. Anche l’attuale premier, Sergey Stanishev, 42 anni, vive da anni con la propria fidanzata, ma non sembra pensare al matrimonio.
Ormai le coppie di fatto rappresentano il 50% delle relazioni, e il 50% dei bambini nati in Bulgaria nel 2006 sono stati concepiti al di fuori del matrimonio.
Il 2 ottobre scorso il parlamento bulgaro ha deciso di intervenire sulla questione, approvando a larga maggioranza in prima lettura un nuovo Codice di famiglia. Il provvedimento prevede che il legame tra le coppie di fatto venga equiparato a quello esistente tra marito e moglie, e semplifica drasticamente le procedure sia per sposarsi che per divorziare. Se approvato in via definitiva il nuovo codice introdurrà, per la prima volta nella storia del paese, i contratti pre-matrimoniali.
Numerose forze tradizionaliste considerano questi provvedimenti come contrari alle tradizioni sociali e ai valori patriarcali di amore, fedeltà e cura della prole. Non sono mancate le proteste: venti Ong hanno richiesto una moratoria di cinque anni sull’approvazione del testo di legge. L’associazione "Società e valori" ha organizzato proteste pubbliche e petizioni on-line contro il nuovo codice.
"Il nuovo quadro normativo legalizzerà la poligamia, porterà alla degenerazione della nazione e ad un boom di divorzi", ha dichiarato all’Osservatorio Stoyan Georgiev, presidente dell’associazione "Società e valori" e uno dei principali organizzatori della protesta pubblica tenuta il 2 ottobre nel centro della capitale bulgara.
Fine del matrimonio?
"Il matrimonio sarà un’istituzione anacronistica nel giro di 50-60 anni", ha dichiarato Ognyan Gerdzhikov, parlamentare del Movimento Nazionale Simeone II (NDSV), uno dei tre partiti che formano la coalizione di governo, insieme al Partito Socialista Bulgaro (BSP) e al Movimento per le Libertà e i Diritti (DSP).
Secondo i sostenitori del nuovo codice, il vantaggio della "coabitazione di fatto", rispetto al matrimonio, è che può essere contratta e sciolta molto più velocemente e in modo economico. Per creare una coppia di fatto sarà sufficiente registrarla secondo le procedure previste nella nuova legge sulle Registrazioni civili. La richiesta dovrà essere sottoscritta da entrambi i partner, indicando il proprio indirizzo di residenza. Per porre fine al legame sarà necessaria l’iniziativa di uno solo dei partner interessati.
Gerdzhikov ha sottolineato che la proposta di legge ora sottoposta al vaglio del parlamento rappresenta il primo ammodernamento della legislazione sulla famiglia a partire dall’introduzione del Codice di famiglia attualmente in vigore, approvato nel 1985, se si escludono provvedimenti marginali introdotti nel 2003.
Secondo le leggi in vigore, tutte le proprietà e i beni acquisiti da una famiglia dopo il matrimonio devono essere divisi a metà nel caso di divorzio. Questo fa sì che molte separazioni si trasformino in lunghe e costose saghe giudiziarie. Con il nuovo codice sciogliere un matrimonio diventerebbe molto più facile.
Con l’introduzione dei contratti pre-matrimoniali si prevede che i futuri divorzi possano essere risolti in una sola seduta in tribunale. La regolarizzazione delle coppie di fatto avrebbe effetti anche sul riconoscimento dei figli da parte del padre. Il bambino di una coppia di fatto acquisirebbe il diritto all’eredità del padre direttamente alla nascita, così come il diritto al supporto finanziario per il mantenimento e l’istruzione.
Secondo l’attuale legislazione, i figli nati fuori dal matrimonio non sono riconosciuti automaticamente, e nel caso in cui il padre rifiuti di riconoscerli il giudice può ordinare che venga messa in atto una procedura per risalire al genitore. Questi bambini non godono di tutti i diritti riconosciuti invece a quelli nati all’interno del matrimonio.
La regolamentazione delle coppie di fatto non aprirà comunque le porte ai matrimoni omosessuali. I promotori delle modifiche al Codice di famiglia non considerano questo come una forma di discriminazione, ma si rifanno alla costituzione bulgara, che definisce il matrimonio come "un’unione sacra tra uomo e donna".
Un "quasi-matrimonio"?
Il nuovo Codice di famiglia è stato aspramente criticato da numerosi giuristi, attivisti di Ong e dalla Chiesa Ortodossa Bulgara. Iglika Ivanova, parlamentare della Coalizione per la Bulgaria (coalizione guidata dal BSP) ha chiesto un’urgente revisione del provvedimento. La Ivanova ha definito la coabitazione come "un quasi matrimonio", che però, mancando dei prerequisiti legali del matrimonio vero e proprio sarà in contrasto con la costituzione.
"Non possiamo ignorare le tradizioni, e i valori sociali costruiti nel corso di secoli", ha dichiarato la Ivanova. "E’ un atto irresponsabile cancellare tutto questo in tutta fretta a causa di mode aberranti e passeggere, ma soprattutto senza un largo dibattito sull’argomento".
Il progetto di nuovo Codice di famiglia è stato rigettato anche dall’intero gruppo parlamentare dell’Unione delle Forze Democratiche (SDS), partito dell’opposizione di destra, contraria al riconoscimento formale delle coppie di fatto. "Siamo un partito cristiano-democratico, e i valori cristiani e la famiglia sono alla base della nostra società", ha dichiarato all’Osservatorio Lachezar Toshev, parlamentare dell’SDS. "Il nuovo codice consentirebbe a chi è già sposato di registrare allo stesso tempo una diversa ‘coabitazione’ . Questo configurerebbe una forma di poligamia. Inoltre semplifica le procedure di divorzio senza prestare alcuna attenzione ai figli. Abbiamo richiesto una revisione del progetto di legge, e proposto l’introduzione di una figura di mediazione delle dispute familiari, come succede in Polonia".
Anche Maxim, patriarca della chiesa bulgaro-ortodossa, ha criticato il nuovo Codice di famiglia. Secondo il vescovo Nikolay, questo provvedimento ha come scopo la demolizione della famiglia tradizionale.
La coabitazione, secondo il canone ortodosso, è equiparata al libertinaggio. La chiesa ha stigmatizzato il riconoscimento delle coppie di fatto, ed ha insistito nel proporre il matrimonio religioso come alternativa legale a quello civile. Al momento, infatti, in Bulgaria il matrimonio religioso ha valore soltanto morale e spirituale, ma non ha alcun riconoscimento legale.
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