L’affaire Telekom scuote il Montenegro
Uno scandalo dai riflessi internazionali sconvolge il Montenegro. Gli USA hanno chiuso l’indagine sulla vendita della Telekom montenegrina all’ungherese Magyar Telekom, controllata della Deutsche Telekom, rilevando vari elementi di corruzione. Rispunta il nome di Đukanović
Il Montenegro ha iniziato il nuovo anno con un nuovo e grande scandalo. Si tratta della privatizzazione della montenegrina Telekom che risale al marzo 2005, durante la quale, come affermano gli investigatori americani, sono stati corrotti alti funzionari montenegrini e i loro più stretti collaboratori.
L’indagine della magistratura statunitense, guidata dalla Commissione USA sui titoli e gli scambi (U.S. Securities and Exchange Commission), è durata sei lunghi anni. Ed è arrivata alle conclusioni che in occasione dell’acquisto della montenegrina Telekom la “Magyar telekom”, controllata ungherese della “Deutsche Telekom”, avrebbe versato tangenti ai funzionari di Podgorica per un importo di oltre 7.35 milioni di euro.
Per questo motivo “Deutsche telekom” e “Magyar telekom”, che sono quotate sulla borsa di New York, hanno accettato di patteggiare con gli USA e di pagare 95,2 milioni di dollari di penale.
Corruzione a Podgorica
L’indagine ha dimostrato che a Podgorica sono coinvolti per corruzione non meno di tre funzionari del governo e dell’allora amministrazione della Telekom montenegrina, così come, si legge dall’inchiesta, “un avvocato, sorella del più alto funzionario del governo montenegrino”.
I media e l’opposizione in Montenegro non hanno dubbi: si tratta di Ana Kolarević, sorella dell’ex premier Milo Đukanović, nonché noto avvocato. Nonostante la donna abbia smentito tutto, gli investigatori americani ritengono che a lei, per “servizi di consulenza”, siano stati versati 580mila euro. Ma siccome quei servizi non sono mai stati eseguiti, la corruzione è stata “coperta” con quattro falsi contratti.
Resta da vedere chi altri ha aiutato gli ungheresi nel 2005 che con soli 114 milioni di euro sono giunti al pacchetto di maggioranza di questa fruttuosa azienda montenegrina. Il governo di Podgorica all’epoca aveva convinto i cittadini che si trattava di un affare vantaggioso per il Paese, e che quel denaro sarebbe stato investito nella costruzione dell’autostrada che avrebbe congiunto la costa adriatica alla frontiera con la Serbia. Ma quei soldi sono stati spesi da tempo ormai, e il Montenegro ad oggi non ha nemmeno un chilometro di autostrada.
Al contempo gli ungheresi non hanno rispettato l’accordo di investimento di 67 milioni di euro, i cittadini montenegrini pagano i servizi telefonici più cari della regione e la Telekom negli ultimi sette anni ha dovuto lasciare a casa qualche centinaio di dipendenti. Tutto questo mentre dal 2005 ad oggi gli utili complessivi della nuova proprietà della Telekom montenegrina ammontano a 157 milioni di euro.
L’opposizione chiede un’inchiesta, il governo nicchia
L’opposizione montenegrina, il settore non governativo e i media avevano protestato anche allora per la vendita immotivata dell’”argenteria di famiglia”. Ora chiedono al governo di annullare la privatizzazione, e alla procura di Stato di avviare un processo penale contro tutti quelli che sono coinvolti in questo scandalo di corruzione.
“Gli organi competenti dovrebbero immediatamente indagare sulla vendita della Telekom, perché l’intera procedura non è stata trasparente e, come si vede dalla decisione del governo americano, illegale”, ha dichiarato Predrag Boljević, ex direttore del Centro di telecomunicazione di Podgorica, l’ufficio principale della Telekom montenegrina.
A due settimane dalla rivelazione dello scandalo il governo montenegrino però tace. Il premier Igor Lukšić ha solo dichiarato che, se si dovesse avviare un’inchiesta parlamentare sulla corruzione nella privatizzazione della Telekom, risponderà ad un’eventuale richiesta di fornire dati. Allo stesso tempo la procura del Montenegro ha annunciato che richiederà tutta la documentazione da New York e che verificherà i trasferimenti di denaro per i contratti contestati sui servizi di consulenza durante la privatizzazione della Telekom.
Un colpo a Đukanović?
D’altra parte, la magistratura già durante il 2010 aveva condotto un’indagine sulla privatizzazione della Telekom, ma in quell’occasione non aveva rilevato nessuna anomalia. Si dice persino non si siano nemmeno fatte verifiche su quei funzionari finiti sul taccuino degli americani e che dopo il 2005 hanno avviato grandi affari privati.
Ma nel piccolo Montenegro non è facile far luce su queste vicende. La maggior parte del denaro versato per quei contratti è stato pagato attraverso ditte con sede alle Mauritius o alle Seychelles.
Alcuni media di Podgorica ritengono che questo scandalo sia stato internazionalizzato e che sia proprio un duro colpo inferto dagli USA all’ex premier Milo Đukanović, ora leader del Partito democratico dei socialisti (DPS) al governo. Si ricorda inoltre che in modo molto simile è iniziato il declino dell’ex premier croato Ivo Sanader, per scandali di corruzione con gli ungheresi riguardo la vendita della compagnia petrolifera croata INA.
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