La prima volta dei ragazzi georgiani
In Georgia sono spesso gli adulti della famiglia a spingere i ragazzi adolescenti a perdere la loro verginità in un bordello. Un reportage
(Pubblicato originariamente da Chai-Khana )
Non più un bambino, non ancora un adulto. L’adolescenza è così, un mondo di mezzo. Per alcuni un periodo di entusiasmanti scoperte, per la maggior parte un mare in tempesta in cui non riescono ad issare le vele. E poi c’è il sesso. Come comportarsi a questo proposito?
La società conservatrice patriarcale convince fin da piccolo il bambino che è padrone del mondo e questo influenza il modo in cui, sia la società che i singoli individui percepiscono la sessualità maschile. La cosa più importante è il desiderio, e piacere, maschile.
In Georgia, le regole inerenti alla verginità, ed alla sua perdita, sono scritte sulla pietra. L’iniziazione sessuale di un uomo è molto rilevante. Una volta che un bambino entra nella pubertà i membri adulti della sua famiglia decidono se è abbastanza grande da perdere la sua verginità. Se è così organizzano una visita da una prostituta e questo non fa che rafforzare l’idea di assecondare in tutto la mascolinità maschile e il suo desiderio. Una visita al bordello è un modo per sancire l’autorità maschile e il suo controllo sul mondo.
Molti seguono la tradizione volontariamente, alcuni subiscono pressioni sino a quando cedono. Spesso l’esperienza non corrisponde alle aspettative del ragazzo. È il caso di Irakli: il suo ingresso nel “mondo degli uomini” attraverso la porta di un bordello è stato traumatico. Giorgi ha avuto più fortuna, è entrato in un bordello di sua spontanea volontà ed ancor oggi pensa sia stata la scelta giusta.
Giorgi
Giorgi, all’età di 16 anni, ha fatto visita ad una prostituta. È stata la sua prima e ultima volta. Perdere la propria verginità con una prostituta non è forse l’ideale – racconta – ma è stata un’esperienza positiva e gli ha evitato di vivere frustrazione sessuale.
“Quando ero adolescente facevo parte di una squadra di calcio e stavo in un collegio nel quartiere di Saburtalo, in centro a Tbilisi [Giorgi è originario di Guria, una regione della Georgia occidentale]. La mia famiglia mi ha mandato dei soldi per comperarmi le scarpe da calcio. Ho detto loro di mandarmi 400 laris [circa 170 dollari] che erano più di quanto io avessi bisogno per le mie scarpe che mi sarebbero costate al massimo 200 laris. Ma avevo pianificato tutto. Volevo andare in un bordello. Ho comperato le scarpe da calcio per 150 laris e ho saltato l’allenamento per spendere i 250 laris che mi rimanevano. Dovevo rientrare in collegio entro le 10 di sera. Sono arrivato al bordello circa alle 6. Ma, dato che era la mia prima volta, non sapevo come arrivarci. Avevo 16 anni e l’unica cosa che sapevo è che gli autisti dei taxi sapevano come arrivarci. Ne ho fermato uno e gli ho chiesto di portami ad un bordello. Lui mi ha risposto che gli sembravo un bravo ragazzo e che invece di andare là avrei potuto visitare qualcun altro. Gli ho detto che era la mia prima volta e che non volevo sentirmi insicuro con una ragazza e che preferivo provare con una prostituta.
Mi ha portato in un posto nei pressi di via Peikarta, nei sobborghi della città. Il bar era pieno di ragazze, io mi sono seduto per conto mio. Subito sono arrivate da me due ragazze chiedendomi perché ero lì. Io ho risposto per fare sesso. Non ricordo nemmeno i loro nomi. Abbiamo iniziato a discutere del prezzo e mi hanno offerto uno sconto. Per gli altri mi han detto era 150 laris, ma io sono riuscito a negoziarne 80.
Quando mi svestivo non mi sentivo insicuro e nel frattempo la ragazza mi raccontava di lei, di dove era e cosa le era accaduto. Alla fine penso che eravamo soddisfatti entrambi e lei mi ha chiesto di venire a trovarla altre volte”.
Le ragazze georgiane non possono avere le loro esperienze, non sono libere, non sono indipendenti, non possono decidere autonomamente della loro vita sessuale. Per me, come uomo, è stato facile, per loro no.
Ho sentito dire che in alcuni casi gli adulti della famiglia forzano i ragazzi a perdere la verginità. Ma non è stato il mio caso. Nessuno mi ha obbligato a farlo, è stata una mia decisione.
Penso che si debba avere la prima esperienza sessuale prima dei vent’anni, perché, come affermano gli scienziati, uno pensa al sesso ogni 5 minuti e non si può avere la mente occupata da quel pensiero sempre. Devi porre la tua attenzione su altre cose, devi essere libero da quei problemi o qualsiasi cosa siano e pensare ad altro, ed andare avanti.
Poi ho raccontato tutto ai miei amici e ci siamo divertiti. Ho cambiato un po’ la storia, per renderla più avvincente. Allora conoscevo ragazzi più grandi di me, sui 20 anni, che avevano già la ragazza, ed ho detto anche a loro che non ero più vergine”.
Irakli
È stato un amico di qualche anno in più a spingere Irakli a far visita ad una prostituta. Aveva solo 12 anni, a malapena consapevole degli ormoni che iniziavano a fluire trasformando il suo corpo in un campo di battaglia. L’intera vicenda è stata terribile.
“È stato una settimana prima che compissi 13 anni ed io e i miei amici decidemmo di andare a festeggiare. Parlavamo spesso di sesso tra noi. I miei amici avevano qualche anno in più di me ed avevano già qualche esperienza sessuale. Non posso definirlo bullismo ma spesso mi prendevano in giro per il fatto che ero vergine. Mi sono sempre sentito un outsider ma allo stesso tempo aspiravo alla mia prima esperienza sessuale. I soldi non erano un problema. Venivamo tutti da famiglie borghesi ed è stata risolta in fretta.
Mi hanno portato nello stesso posto dove avevano perso loro la verginità. Ricordo in modo chiaro cosa è accaduto. Era la vigilia del mio compleanno, mi ricordo il nervosismo, i brividi, la curiosità. Il posto era in uno scantinato e profumava di sapone a buon mercato. Vi erano piccole stanze coi letti e una grande stanza dove stavano sedute le donne. Una di loro era carina rispetto alle altre. Il mio amico gli ha fatto segno di venire da noi. Lei è arrivata e mi ha squadrato con uno sguardo gelido e poi si è girata verso il mio amico chiedendogli se era uno scherzo. Ero così imbarazzato. Mi sono reso conto in quel distinto momento quanto fossi – e apparissi – ancora giovane. Poi lei mi ha detto di seguirla e io lo ho fatto.
Siamo entrai in una stanza che aveva una luce fastidiosa. La ragazza ha iniziato a svestirsi e io non sapevo che fare, quindi ho fatto la stessa cosa. La faccia della ragazza mi faceva capire di fare tutto alla svelta. Io pensavo che non mi volesse perché non facevo qualcosa nel modo giusto. Una volta finito mi sono rivestito e sono corso dai miei amici. Ma se ne erano andati. Non posso dire cosa provassi ma in parte ero sollevato. I miei amici non potevano più prendermi in giro, avevo perso al verginità ed ora ero adeguato ai loro standard. Ricordo però di essere stato felice di uscire da quel posto. Ora, a guardare indietro, mi sembra sia stata un’esperienza terribile".
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