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La martora o no? Le peripezie dell’euro in Croazia

La Croazia entrerà nella zona euro nel 2023. La Banca Nazionale ha quindi lanciato un concorso per definire l’effige delle future monete. L’operazione si è trasformata in un fiasco internazionale

16/02/2022, Chloé Billon -

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(Pubblicato originariamente da Le Courrier des Balkans il 14 febbraio 2022)

Se un anno può essere giudicato dalle sue prime settimane, allora il 2022 sarà probabilmente un fiasco assoluto per la Croazia. Per cominciare, il governo croato si è dimostrato incapace di utilizzare in tempo i fondi europei destinati alla ricostruzione post-terremoto di Zagabria. Poi, lo stesso governo, in stretta collaborazione con la Banca Nazionale Croata (CNB), non è riuscito a scegliere un disegno originale per la martora che dovrà apparire sulla futura moneta da un euro croata. La martora – kuna in croato – dà il nome alla moneta attuale del paese.

Ma prima di tutto: come saranno i futuri euro croati? Tutte le monete avranno una scacchiera su di un lato, mentre sul secondo lato vi sarà una mappa della Croazia sulla moneta da due euro, una martora sulla moneta da un euro, Nikola Tesla sulle monete da 50, 20 e 10 centesimi, e l’abbreviazione HR scritta in alfabeto glagolitico sulle monete da uno, due e cinque centesimi. La scelta delle raffigurazioni non è stata certo semplice: quella di Nikola Tesla, naturalmente, non ha mancato di suscitare le reazioni dei vicini serbi – una piccola vendetta per il nome dato all’aeroporto di Belgrado? – ma quella della martora, la famosa kuna, rimane la più problematica.

Un simbolo carico di significato

Naturalmente, questo emblema della moneta croata ha radici storiche: nel Medioevo, la pelliccia di martora era moneta di scambio molto comune nel paese, e anche il metodo di pagamento di una speciale tassa in Slavonia, Quarnero e Dalmazia. Nel XIII e XIV secolo, la silhouette della martora adornava una moneta chiamata "Banovac". Ma non è questo il punto: il problema è che la kuna è stata la moneta ufficiale dello Stato Indipendente di Croazia (NDH), il regime collaborazionista degli ustasha di Ante Pavelić dal 1941 al 1945. E che è stata ripristinata nel 1994 dal regime nazionalista di destra di Franjo Tuđman, per sostituire il dinaro croato, che a sua volta aveva sostituito il dinaro jugoslavo. Per una parte della popolazione, con il passaggio all’euro, la Croazia avrebbe perso una grande occasione di liberarsi di un simbolo a dir poco problematico.

Ma i problemi non finiscono qui. La Croazia non è nemmeno riuscita a dare un’aria rinnovata a questo simbolo. L’antieroe di questa parte della storia è un certo Stjepan Pranjković, 27 anni, vincitore del concorso indetto dalla Banca nazionale croata HNB. Per il progetto presentato al concorso ha riprodotto spudoratamente la foto di qualcun altro senza chiedere il permesso. Una foto di una martora scattata da un fotografo del National Geographic nei… grandi spazi aperti scozzesi. Peggio ancora, il giovane, che ha vinto altri due premi nello stesso concorso (secondo premio per il disegno della mappa della Croazia e per la scritta in glagolitico), intascando 140.000 kune (18.560 euro), non è stato nemmeno in grado di aggiungere gli effetti di luce desiderati al motivo plagiato e ha chiesto consiglio su Facebook. E sono stati proprio gli utenti del social network che hanno messo a confronto il suo disegno con la fotografia del fotografo scozzese Iain H. Leach (il quale, avvertito dagli internauti, ha risposto non senza umorismo che sperava di ricevere almeno una moneta come risarcimento). Stjepan Pranjković ha infine ritirato la propria proposta e la HNB ha indetto un nuovo concorso per la controversa moneta.

Il fiasco, che ha raggiunto proporzioni internazionali, avrebbe potuto essere evitato se il concorso iniziale fosse stato organizzato in collaborazione con i rappresentanti della professione, denuncia la Società croata dei designer (HDD), affermando che i loro membri avevano offerto aiuto fin dall’inizio e poi ripetuto le loro offerte, ma i funzionari della banca centrale hanno ostinatamente rifiutato qualsiasi cooperazione.

Designer arrabbiati

"Il solo fatto che i progetti di design dovevano essere consegnati su carta A4, con una breve presentazione della proposta, mostra come i membri dell’HNB non hanno le competenze per organizzare un concorso di design minimamente serio", ha dichiarato a Novosti Sven Sorić, un membro del consiglio direttivo e vice presidente dell’HDD. Anche la struttura della giuria, composta da due commissioni, una "artistica" e una "monetaria", era a suo avviso problematica. 

Nella prima commissione, i membri della professione erano sottorappresentati e la loro contestazione che i punteggi assegnati avessero lo stesso valore a prescindere dal livello di competenza dell’esaminatore è stata subito messa in minoranza da parte degli altri membri della commissione. Non vi è stato alcun dibattito sulle nove opere per progetto arrivate alla selezione finale: sono passate direttamente alla commissione monetaria, composta esclusivamente di membri dell’HNB e del governo.

Nel 2014, anche il concorso per scegliere il design delle nuove targhe automobilistiche aveva sollevato controversie. Non a causa della procedura o della qualità dei progetti vincitori, ma a causa della pressione della destra estrema dell’allora leader dell’HDZ Tomislav Karamarko. Il disegno vincente non mostrava l’intero stemma croato, ma solo piccoli quadretti rossi e blu, e il governo di Zoran Milanović, di fronte alle grida della destra, dovette rinunciare ad adottarlo.

Secondo fonti anonime della HNB, i membri della commissione monetaria avrebbero cercato di verificare se si poteva o meno trattare di un plagio cercando su Google le fotografie dell’affascinante mustelide, ma usando per la ricerca solo il suo nome croato, kuna. 

"Qualsiasi occhio allenato, chiunque abbia mai usato software come Photoshop o Illustrator, avrebbe potuto vedere che si trattava della riproduzione di una fotografia. Questo fiasco probabilmente non sarebbe accaduto se ci fosse stato qualcuno davvero competente nella seconda commissione, quella che ha adottato la decisione finale", sospira il vicepresidente di HDD, per il quale anche il ritratto di Nikola Tesla scelto è problematico.

"Il disegno riproduce uno dei ritratti più famosi di Tesla, ma è stato scelto solo perché è una fotografia di 75 anni fa, quindi non è più soggetto a copyright. Perché è stato scelto un disegno che copia la fotografia di qualcun altro, piuttosto che il lavoro originale di un artista locale, che avrebbe potuto reinterpretare il personaggio del famoso scienziato a modo suo?

"In situazioni estreme, come l’attuale pandemia, il governo rivendica sempre fonti scientifiche, cosa che appoggio pienamente. Ma quando si tratta di questioni meno emergenziali, in questo caso il design, allora tutto d’un tratto gli esperti cessano di essere importanti, e decide l’arbitrarietà delle persone al potere. Questo non è solo il problema dell’attuale governo HDZ, è stato il caso di tutti quelli precedenti", si lamenta, aggiungendo che questa non è la prima volta che è stata la politica a guidare un’identità visiva. 

"L’eccellente artista Miroslav Šutej ha lavorato al disegno della bandiera e dello stemma croato, ma la soluzione scelta era il risultato dei dettami del governo dell’epoca. Ecco perché la base dell’identità nazionale croata è ingombra di questa bizzarra forma frastagliata, questa corona di stemmi storici, che la rende illeggibile", spiega.

La martora o il dalmata?

Il caso di plagio è servito ad innescare un dibattito sulla kuna stessa: è proprio questo simbolo usato dal potere di Tuđman e dagli ustasha dell’NDH a dover finire sulla moneta da un euro? "Non discuterò qui la storia della kuna, ma secondo me, questa è stata l’ultima buona opportunità che la Croazia ha avuto per ribattezzare se stessa, per presentarsi come un paese del 21° secolo, e non come un paese che cerca di riabilitare vecchie ideologie, che era probabilmente l’obiettivo con la ripresa di questo motivo negli anni ’90", ha concluso Sven Sorić.

È stata lanciata una petizione popolare che propone di sostituire la martora della discordia con un cane dalmata, un simbolo più simpatico e significativo per i turisti. Il leader del partito socialdemocratico (SDP) a Spalato, Damir Barbir, ha ripreso l’idea. L’HNB ha risposto ai promotori della petizione che avrebbero preso in considerazione l’idea di una moneta supplementare con il dalmata dopo l’adesione alla zona euro.

Chi, la martora o il dalmata, vincerà nel cuore dei croati? La risposta nel prossimo episodio…

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