La marcia dei 130
Più di 130 tra ospiti, relatori e titoli presentati. Sono i numeri della ventunesima edizione del Trieste Film Festival, appuntamento unico in Italia con il cinema dell’Europa centrale e orientale
Fanny Ardant, Theo Anghelopoulos, Predrag Matvejević, Claudio Magris, Goran Paskaljević. Punta sui grandi nomi il Trieste Film Festival, la cui ventunesima edizione si svolge da giovedì 21 al 28 gennaio. La manifestazione, la più importante in Italia dedicata al cinema dell’Europa centrale e orientale, perde la sua sala principale – il Cinema Excelsior nel centro cittadino – ma compensa con un ricco programma. Di nomi e di titoli: più di 130 disseminati tra le varie sezioni, cercando di non risentire della perdita degli spazi e distribuendosi tra Teatro Miela e Cinema Ariston, distanti tra loro e con un servizio di navette a collegarli.
Si inaugura con l’ultima fatica, molto riuscita, di Paskaljevic. Il regista de "Il tempo dei miracoli" e "La polveriera", uno degli autori più importanti dell’area ex jugoslava, porta "Honeymoons", tragicommedia divisa in due parti, una albanese e una serba. Due coppie, due matrimoni, due sogni di emigrazione e due finali poco lieti e molto realistici. Le analogie tra i due Paesi sono parecchie e il regista di Belgrado le mette in luce con durezza e partecipazione. Nel concorso lungometraggi sarà invece l’opera d’esordio di suo figlio Vladimir, "Đavolja Varoš – La città del diavolo", commedia nera corale.
Altra debuttante, ma con una lunga carriera alle spalle, per la serata di chiusura che vedrà la proiezione di "Cendres et sang – Ceneri e sangue": Fanny Ardant ha scritto e diretto la storia di una donna romena (l’attrice israeliana Ronit Elkabetz) fuggita con i figli dopo l’assassinio del marito che torna a casa dopo 18 anni ritrovando un clima di odio e vendetta.
Anghelopoulos sarà protagonista con Claudio Magris di una conversazione (il 26 gennaio) moderata da Predrag Matvejević, a cui parteciperanno anche Omero Antonutti e Franco Giraldi. Il regista greco presenterà poi il suo più recente lavoro, "I skoni tou chronou – La polvere del tempo", presentato lo scorso anno al Festival di Berlino e accolto con poco entusiasmo nonostante il cast imponente (Willem Defoe, Bruno Ganz, Michel Piccoli, Irène Jacob). Soprattutto sarà l’occasione per vedere "Taxidi sta Kythira – Viaggio a Citera" (1984) con Giulio Brogi e mai distribuito in Italia.
Il concorso lungometraggi comprende 12 titoli. A rappresentare il cinema greco, cui sarà dedicata la seconda parte della panoramica "Passione e utopia" dedicata alla produzione ellenica degli anni ’80, c’è "Kynodontas – Canino" di Iorgos Lànthimos, premiato al festival di Cannes 2009 per la sezione "Un certain regard". Ritratto di famiglia in un interno, le mura di cinta di una villa borghese, sotto la dittatura: una metafora un po’ troppo esplicita e con uno stile molto furbo. Molto più forte e diretto il serbo "Ordinary People – Persone comuni" di Vladimir Perišić: all’inizio della guerra un gruppo di giovani soldati perde l’innocenza. Altro esordio importante è "Cea mai fericită fată din lume – La ragazza più felice del mondo" del romeno Radu Jude, un film sui compromessi e le bugie, sul capitalismo e gli inganni del cinema. Vincitore del Festival di Pula è il croato "Crnci – I Neri" di Goran Dević & Zvonimir Jurić, ancora sulla guerra: a tregua siglata una squadra speciale (i Neri) si prepara all’ultima azione sul campo. Durante il processo a un criminale di guerra jugoslavo al Tribunale internazionale dell’Aja è ambientato "Sturm – Tempesta" di Hans-Christian Schmid con una bravissima Anamaria Marinca. Giovani che scelgono di fare le prostitute sono le protagoniste del polacco "Swinki – Porcellini" di Robert Gliński e di "Slovenian Girl" di Damjan Kozole. Completano la selezione "El paso" di Zdeněk Tyc, "Eastern Plays – Drammi a Est" di Kamen Kalev, "Nem vagyok a baratod – Non sono tuo amico" di György Pálfi e "Mikro egklima – Piccolo crimine" di Christos Georgiou.
Tra i 18 cortometraggi provenienti da 15 paesi, ci sono due italiani: "Il gioco" di Adriano Giannini tratto da un racconto di Andrea Camilleri" e "Favola zingara" del triestino Davide Del Degan. E come ogni anno si annuncia interessante la competizione documentari, con 18 lavori, tutti in anteprima nazionale, provenienti da 15 nazioni con forte presenza delle repubbliche Baltiche, della Russia, della Repubblica Ceca. Il veterano ceco Jan Němec rievoca il suo ’68 in fuga da Praga in "Holka Ferrari Dino – La ragazza della Ferrari Dino", il russo Aleksandr Gutman racconta in "17 Avgusta – 17 agosto" di un detenuto-poeta condannato all’ergastolo e l’unica italiana è Alessandra Speciale con "Ritratto di famiglia con badante". Una retrospettiva è dedicata all’autrice-rivelazione dell’edizione 2008, la ceca Helena Třeštíková, con i suoi ritratti: "Marcela", "René" e la serie "Storie matrimoniali".
Il progetto "Eastweek – Nuovi talenti, grandi maestri" coinvolge gli allievi delle accademie di cinema dell’est Europa in incontri e masterclass. Ci sono poi gli omaggi a due illustri "locali" recentemente scomparsi come Tullio Kezich (si vedranno "La dolce vita" e il documentario "Noi che abbiamo fatto la dolce vita" di Gianfranco Mingozzi) e Carlo Sgorlon (con la copia rimontata di "Prime di sere – Prima di sera" di Lauro Pittini del 1993).
Tre gli eventi speciali. Quattordici anni dopo la realizzazione si potrà vedere (in anteprima internazionale!) "Une trop bruyante solitude – Una solitudine troppo rumorosa" di Vera Caïs, l’unica riduzione cinematografica del capolavoro di Bohumil Hrabal approvata dallo scrittore ceco (che appare in un cameo) con Philippe Noiret nei panni di un personaggio che, fra gli umori e gli odori di Praga, racchiude in sé il sentore di disfacimento e insieme l’amore per i libri. Uno dei più bei film europei del 2009 è "Politist, adj. – Poliziotto, aggettivo" di Corneliu Porumboiu, con un poliziotto che mette in discussione gli ordini ricevuti. "Rewizyta – Rivisti" Krzysztof Zanussi, compie un esperimento cinematografico senza precedenti andando alla ricerca dei personaggi protagonisti dei suoi film degli anni ’70: un nuovo film-intervista che aggiorna le storie del passato.
Musica nell’Europa centro-orientale con la sezione "Muri del suono – Grandi speranze". Dal musical "Stilijagi – Scarpette russe" di Valerij Todorovskij – il primo prodotto dopo la caduta della Cortina di Ferro, coloratissimo e appassionante, a metà strada fra Grease e West Side Story nella Mosca anni ’50 – all’hip hop di "Kreuzberg 36" di Angeliki Aristomenopoulou, ambientato a Berlino, e "Česká Rapublika – Rap-ubblica Ceca" di Pavel Abrahám, all’insegnante romeno che sogna di diventare celebre imitando Elvis in "Viva Costanta! – Viva Costanza!" di Emese Ambrus, fotografa il sogno in un insegnante romeno che vuole diventare celebre come imitatore di Elvis. Ancora "Krzysztof Komeda: muzyczne ścieżki życia – Krzysztof Komeda: colonna sonora di una vita" sul musicista a lungo collaboratore di Roman Polanski ("Il coltello nell’acqua" o "Rosemary’s Baby") e "How The Beatles Rocked The Kremlin – Come i Beatles hanno sconvolto il Cremlino" di Leslie Woodhead rievoca la lenta e inarrestabile penetrazione della musica dei Fab Four in terra russa. Proiezione con concerto, in un’affascinante commistione, nella serata finale con "Universalove" dell’austriaco Thomas Woschitz e le musiche dei Naked Lunch.
Infine per la sezione "Zone di cinema" ci sono "La città di Angiolina" di Gloria De Antoni e Oreste De Fornari su Senilità di Svevo, "Velma" di Piero Tomaselli e "Isonzo" di Anja Medved e Nadja Velušček. E per la Giornata della memoria il critico Giuseppe Gariazzo presenterà il libro "Conversazioni. Il cinema nelle parole dei suoi autori" con in allegato il dvd del film "Gli occhi stanchi" di Corso Salani.
Informazioni e programma www.triestefilmfestival.it, infoline: +39/327/4007830.
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