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La mafia bulgara: visibile ed organizzata

L’Ambasciatore americano a Sofia lancia l’allarme criminalità in Bulgaria. E si scatena il dibattito nel Paese.

04/12/2002, Redazione -

Il crimine organizzato in Bulgaria sta diventando troppo visibile e molto organizzato, lo ha affermato l’Ambasciatore a Sofia James Pardew. L’occasione per fare queste dichiarazioni è stata fornita da una conferenza internazionale organizzata nella capitale bulgara sui temi del crimine e dell’economia grigia. Pardew ha tenuto a precisare come il controllo del crimine organizzato sulle attività economiche legali e sul mondo della politica sta raggiungendo livelli drammatici. "E naturalmente sia le istituzioni bulgare che gli investitori stranieri ne sono pienamente consapevoli".

"La nostra mafia è divenuta troppo visibile" titola in prima pagina il quotidiano "Troud" (01.12.02). L’Ambasciatore britannico Ian Soutar, intervenuto alla stessa conferenza, ha dichiarato che la Bulgaria ha dimostrato di "impiegare grandi sforzi nella lotta al traffico di droga, sigarette ed alcool". Il Ministro degli interni Petkov ha chiarito come nonostante questi sforzi le organizzazioni criminali si servono delle carenze nel sistema delle dogane, delle tasse e delle finanze per rafforzare le proprie posizioni. "Annualmente più di 100 milioni di leva (1,94 leva = 1 euro) vengono evasi dall’IVA" ha chiarito il generale Boiko Borissov, alto funzionario del Ministero degli interni preannunciando poi la firma di un memorandum tra Ministero degli interni, Procura generale e servizi segreti per definire un’azione comune contro il crimine finanziario.
Secondo il quotidiano "Monitor", che cita fonti anonime, non dovrebbero essere lontani i tempi della creazione in Bulgaria di una polizia specializzata in campo finanziario. A favore di quest’ultima si sarebbero già attivati i servizi segreti americani che aiuteranno la Bulgaria a rintracciare i capitali bulgari spostati in altri stati tra i quali gli Stati uniti.
Intanto c’è chi difende l’operato dell’istituzione che rappresenta. E’ il caso del vice procuratore della Repubblica Hristo Manchev che ha chiarito come sino ad ora in 61 casi accertati di frode nei confronti dello Stato sono stati evasi 3.500 milioni di dollari. Quattordici di questi casi hanno raggiunto il verdetto con tredici condanne ed un’assoluzione. Ventisette verdetti sono ancora pendenti.
Chavdar Kunev, ispettore delle dogane ha chiarito come solo il 5% dei dipendenti sarebbe coinvolto in casi di corruzione, ma, ha ammesso, si tratterebbe di "buchi" causati per milioni di dollari.
Per Tihomir Bezlov, del Centro di ricerca sulla democrazia, in Bulgaria l’economia grigia rappresenterebbe il 36% del circuito economico del Paese. Quest’ultima arriverebbe sino a coprire il 70% del mercato delle sigarette ed il 50% del mercato degli alcolici. Ma, sempre secondo i ricercatori del centro, l’attività criminale sarebbe ramificata non solo nei settori "tradizionali" ma anche nel campo della lavorazione delle pelli, del vetro, delle scarpe e dei prodotti alimentari.
All’Ambasciatore americano Pardew, che accusava non troppo indirettamente le istituzioni bulgare di essere conniventi con le organizzazioni criminali ha risposto in modo secco il Presidente Paravanov affermando che non vi è alcuna prova della relazione tra rappresentanza politica ed economia criminale. Un "no comment" è arrivato invece da parte del primo ministro Simeon Saxe Coburg-Gotha.

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