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La Macedonia è una polveriera sul punto di esplodere?

Gli ultimi incidenti in Kosovo hanno mostrato il delicato equilibrio in cui si trova l’intera regione balcanica. La prossima esplosione coinvolgerà la Macedonia?

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L’accordo di Ohrid ha ufficialmente posto una tregua alla mini guerra in Macedonia. Ma di ciò non sono soddisfatti né i Macedoni né gli Albanesi. L’insoddisfazione presente e il fatto che i due maggiori gruppi etnici vivano in due mondi paralleli fa domandare se la Macedonia possa essere la prossima esplosione nei Balcani. È piuttosto alta la possibilità che qualche disordine in Kosovo di maggiore durata possa facilmente interessare la Macedonia. Così iniziò la guerra nel 2001. Gli Albanesi di Macedonia e quelli del Kosovo sono in collegamento. Il fatto è che il Kosovo rimane tutt’ora una questione aperta. La soluzione del suo destino può protendersi facilmente sulla "soluzione" della questione albanese in Macedonia.

L’Accordo di Ohrid non ha risolto i problemi
I Macedoni vivono l’Accordo di Ohrid come una sconfitta e considerano che le modifiche della Costituzione abbiano portato alla fine di quello stato che una volta era lo stato del popolo macedone e delle altre minoranze etniche. Dopo l’Accordo di Ohrid fu modificata la Costituzione macedone. La categoria di minoranza non esiste più e la Macedonia è oggi lo stato di un certo numero di popoli: Macedoni, Albanesi, Turchi, Rom, Valacchi, ecc. Le lingue degli altri popoli sono ufficialmente lingue là dove quel popolo rappresenta il 20 percento della popolazione complessiva. Nelle traduzioni l’albanese è diventata la seconda lingua ufficiale del paese. E tutto ciò dai Macedoni è vissuto come una perdita dello stato.

Mentre gli Albanesi, i quali sono il 25 percento della popolazione complessiva, dopo l’adozione dell’Accordo di Ohrid hanno detto che si tratta solo dell’inizio. La prova di ciò è che dopo aver accettato l’accordo hanno esteso le loro richieste volte ad ottenere maggiori diritti nello stato. Un esempio in questo senso è rappresentato dalla legalizzazione della Università di Tetovo. La legalizzazione dell’università che è stata illegale per anni è accaduta di recente benché non fosse prevista nell’Accordo di Ohrid. Ma il governo di Cervenkovski dopo le pressione esercitate dai partiti albanesi ha riconosciuto l’università. La maggior parte dei Macedoni ha visto questo fatto come un’ulteriore sconfitta.

I governi macedoni funzionano sulla base del ricatto
Tutti i governi macedoni sono stati formati da partiti macedoni e albanesi. Tuttavia tale relazione ha sempre funzionato sulla base del ricatto. Quando il partito macedone di governo voleva spingere una certa legge che non andava bene all’opposizione o agli Albanesi allora doveva accordarsi per tirarsi indietro su qualche altra questione importante per gli Albanesi, ma che a loro non andava bene. Tale è diventato il modello di funzionamento del governo. Gli interessi dei partiti politici sono sempre stati messi davanti agli interessi dello stato. È sempre stato più importante realizzare un qualche piccolo scopo sostenuto dal partito.

La Macedonia è inoltre uno di quei pochi stati dove ci sono partiti politici fondati esclusivamente su principi etnici. Gli Albanesi hanno i loro partiti, i cui membri sono esclusivamente albanesi e i quali principalmente sono interessati alle questioni etniche. Tutto ciò che accade in ambito economico non è tema che interessi i partiti albanesi. Molti di loro non hanno nemmeno un programma economico. Nonostante i problemi economici rappresentino il maggior problema di tutti i cittadini della Macedonia.

Mondi paralleli e odio
È evidente che nessuno è felice per il modo in cui sono state risolte le relazioni interetniche nel paese. Ma ciò che c’è di peggiore della soluzione dei problemi è il fatto che l’Accordo di Ohrid non abbia creato una via per una qualsiasi interazione tra Albanesi e Macedoni. I Macedoni e gli Albanesi per anni hanno vissuto in mondi paralleli, ma dopo la guerra del 2001 l’odio è aumentato. L’accordo che ha elaborato lo stato non prevede alcuna interazione fra i due maggiori gruppi etnici del paese. Nelle scuole elementari gli Albanesi studiano in lingua albanese, mentre i Macedoni in macedone. Lo stesso accade nell’educazione secondaria. Sempre più di frequente le scuole sono anche fisicamente divise oppure i bambini frequentano differenti orari: gli Albanesi al mattino e i Macedoni al pomeriggio. In mezzo c’è un intervallo di un’ora quando non c’è continuazione: così che Macedoni e Albanesi non si incontrino e così che si possano evitare eventuali incidenti.

In una scuola media di Skopje, la quale ha due nomi "Nikola Karev" per i Macedoni e "Zefljus Marku" per gli Albanesi, i ragazzi frequentano classi differenti e non si incontrano all’intervallo fra le lezioni, ma hanno trovato il modo di comunicare: si scrivono messaggi offensivi sui banchi dove siedono.

Alla domanda se comunica con gli alunni macedoni uno studente della scuola media di Tetovo mi ha detto che li vede regolarmente e che giocano a calcio. Ma come due differenti squadre: albanesi contro macedoni…

Lo stesso "gioco" si estende tutt’ora nel mezzo della campagna elettorale per il presidente dello stato. I partiti albanesi hanno i propri candidati e i macedoni pure. I candidati dei partiti albanesi si rivolgono ai candidati in lingua albanese ed esclusivamente agli Albanesi. È chiaro che la candidatura è solo formale e che in un secondo turno appoggerebbero ("venderebbero i voti") uno dei candidati dei due maggiori partiti macedoni.

Il destino del Kosovo influirà sulla Macedonia
Gli esperti prevedono che la soluzione per la polveriera balcanica sia la sua connessione con l’Europa.
"I Balcani occidentali sono un buco nero e la loro integrazione nella UE è l’unico modo per i paesi di questa regione per sentire i benefici della democrazia e della pace", ha dichiarato di recente il capo della diplomazia greca Petros Molivijatis.

Gli analisti prevedono l’ineluttabilità del processo di indipendenza del Kosovo. Tuttavia questo creerà nuovi problemi nella regione, afferma l’agenzia per le analisi geostrategiche "Stratfor". La "Stratfor" ha reso noto che l’indipendenza del Kosovo è inaccettabile per la Serbia e per altri paesi della regione inclusa la Macedonia. Al contempo l’analisi di questa agenzia sostiene che la divisione del Kosovo secondo principi etnici significherebbe un problema per altri paesi della regione.

L’ultima piccola guerra in Kosovo è iniziata con un incidente nel quale hanno perso la vita tre bambini. Dopo di che per le strade di Kosovska Mitrovica è scoppiata la guerra. Centinaia di feriti e decine di morti è stato il bilancio. Per le strade sono scoppiate bombe, raffiche di proiettili… la KFOR e l’UNMIK sono a malapena riusciti a mettere ordine.

La "Stratfor" ha valutato che con questo comportamento gli Albanesi del Kosovo hanno conquistato un’altra vittoria verso il proprio obiettivo: l’indipendenza.

Si presuppone che un qualsiasi incidente minore possa produrre reazioni simili anche in Macedonia. Ed è vero che la maggior parte della popolazione possiede illegalmente armi e non servono molti motivi per iniziare la sparatoria.

I politici macedoni hanno cercato di spiegare che ciò che accade in Kosovo non ha lacuna influenza sulla Macedonia. Ma la stessa cosa la dissero prima della guerra del 2001. E accadde qualcosa di esattamente contrario: la guerra in Kosovo "traslocò" in Macedonia. I Balcani sono una polveriera. Le sue parti sono correlate. Un alto numero di questioni irrisolte e di soluzioni provvisorie portano alla possibilità che una esplosione in un luogo possa avere delle ripercussioni generali.

La "Stratfor" ha suggerito che l’UE dovrà pendere più seriamente in considerazione il Kosovo, perché in caso contrario simili situazioni si prolungheranno e gli Albanesi saranno sempre più vicini al loro obiettivo: il Kosovo indipendente. Ciò significherebbe una nuova ridefinizione della mappa dei Balcani. E la Macedonia probabilmente non potrà rimanere fuori da un tale avvenimento.
Vedi anche:

La crisi in Kosovo vista dalla Macedonia
Futuro difficile per la Macedonia
L’università di Tetovo ancora foriera di crisi
Scontri interetnici a Tetovo
CRONOLOGIA DELLA CRISI ALBANO-MACEDONE (gennaio-ottobre 2001)

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