La caccia di Natale
È scandalo in Croazia. Un generale accusato di crimini di guerra dal TPI dell’Aja e in libertà vigilata viene scoperto a caccia con il Ministro dell’Interno, il quale avrebbe dovuto garantire che l’imputato non lasciasse la sua abitazione. La cronaca del nostro corrispondente
Il generale Mladen Markac, che in libertà attendeva il processo per crimini di guerra, domenica 30 dicembre è stato trasferito urgentemente ad Amsterdam, con un volo mattutino della compagnia aerea nazionale Croatia Airlines, per raggiungere il carcere del Tribunale penale internazionale dell’Aja. Il giorno prima, il sabato, il ministro croato degli Affari Interni Ivica Kirin ha irrevocabilmente dato le dimissioni dal suo incarico. I due episodi sono collegati fra di loro grazie alla battuta di caccia che il generale Markac e il ministro Kirin hanno fatto insieme ad altre persone, il 22 dicembre, nei boschi di Biligora, una regione della Croazia centrale.
Il Tribunale dell’Aja aveva rilasciato il generale Markac il 2 ottobre 2004 e gli aveva permesso di attendere l’inizio del processo nella sua abitazione di Zagabria invece che nel carcere di Scheveningen. Ma, prima che ciò accadesse, il Governo croato aveva dovuto fornire al Tribunale dell’Aja delle forti garanzie che Markac non avrebbe abbandonato il suo domicilio di Zagabria, e che in caso contrario, se avesse violato questa decisione, la polizia croata lo avrebbe immediatamente arrestato e messo in prigione.
Invece, è successa una cosa incredibile: il capo della polizia, il ministro degli Affari Interni Ivica Kirin, il cui dicastero, a nome del Governo croato, aveva fornito le garanzia per Markac al Tribunale dell’Aja e aveva l’incarico di curarlo, è andato a caccia insieme al generale accusato di crimini di guerra! L’intero scandalo è scoppiato quando sono apparse in pubblico le fotografie della caccia in questione dove, oltre ai 17 cinghiali uccisi, si vedono chiaramente anche le immagini degli orgogliosi cacciatori. Fra questi c’erano il generale Markac e il ministro degli Affari Interni Kirin, ma anche il rappresentante del HDZ in Parlamento Josip Djakic, fra l’altro presidente del HVIDR, l’associazione dei veterani di guerra croati.
Questa storia assurda assume delle dimensioni incredibili quando si viene a sapere che le foto della caccia in questione non le ha scattate un paparazzo, ma che sono state inviate in modo ufficiale, mediante posta elettronica all’indirizzo di 87 media, dall’ufficio del sindaco di Virovitica, città che si trova vicino alla zona di caccia! Le foto sono state spedite, fra gli altri, anche all’ufficio dell’agenzia Reuters di Zagabria. Nella spiegazione allegata alle foto, durante la celebrazione ufficiale della Città di Virovitica, si dice che "la caccia natalizia", alla sua seconda edizione, è stata organizzata da una azienda locale, che vi hanno partecipato una settantina di cacciatori di tutta la Croazia e che i risultati sono stati ottimi.
Le fotografie e la lettera sono state spedite ai media alla vigilia di Natale, il 24 dicembre, e siccome il giorno di Natale i giornali non escono, il primo a pubblicare la foto del generale Markac e del ministro degli Interni Kirin è stato il portale internet Index.hr, ripreso in seguito da altri media elettronici. Una volta che lo scomodo scandalo è giunto al pubblico non è stato più possibile fermarlo.
Accorgendosi di cosa avevano combinato, all’ufficio del sindaco di Virovitica, Zvonko Koznjak, fra l’altro membro del partito di governo HDZ, hanno cercato di ingannare i giornalisti, tanto che già il giorno seguente hanno inoltrato ai giornalisti un nuovo comunicato col quale si diceva che le foto spedite risalgono al 2003, e che sono state inviate ai giornalisti con la notizia della caccia di quest’anno, di cui – scrivono – non si hanno fotografie.
La menzogna è più che evidente. Siccome tutte le foto sono state scattate con una fotocamera digitale e spedite con la posta elettronica, con qualsiasi programma di fotoritocco o anche solo per guardare le foto è stato semplice leggere quando e con quale macchina fotografica è stata fatta ciascuna delle foto scattate. Una di quelle in questione, dove si vedono il generale Markac e il ministro Kirin accanto alla loro cacciagione è stata scattata il 22 dicembre del 2007 alle 17,21 con una macchina fotografica di marca Canon EOS 400D. Questo modello di macchina fotografica è uscito sul mercato il 24 agosto del 2006.
L’indicazione della data in cui la foto è stata scattata e il fatto che la macchina fotografica con la quale è stata fatta sia vecchia di poco più di un anno, mostrano senza dubbio che – rendendosi conto delle dimensioni dello scandalo che avevano combinato – all’ufficio del sindaco di Virovitica hanno creato un secondo scandalo: poco abilmente, con una pessima bugia, hanno voluto imbrogliare l’intera opinione pubblica croata, affermando che le foto risalgono al 2003. Ai loro tentativi si è unito anche l’avvocato del generale Markac, Goran Mikulicic, il quale, quando le foto sono uscite in pubblico, aveva affermato che il suo cliente Markac, non è stato a caccia, ma che invece ha trascorso le feste natalizie nella sua abitazione, insieme alla famiglia.
Già la notte del 28 dicembre, dall’Aja è giunta la lettera firmata dal giudice di turno Frederik Harhoff, con la quale si chiede al governo croato di trasferire urgentemente Markac all’Aja. Il fatto che il generale accusato abbia violato le condizioni che gli garantivano la libertà condizionata fino a all’inizio del processo andando a caccia in compagnia del ministro degli Affari Interni, evidentemente per l’Aja è stato troppo. Markac non ha potuto sperare di essere "amnistiato", come è stato per un altro generale croato accusato di crimini di guerra, Ivan Cermak. Anche lui, come Markac, si trova in libertà fino all’inizio del processo, e fino ad ora ha violato due volte la decisione di non abbandonare il luogo di residenza, una volta andando a fare il Capodanno in un albergo di Zagabria, e la seconda andando sulle piste da sci a Sljemen, la collina vicino a Zagabria. Ma il tribunale dell’Aja, dopo l’ammissione e il pentimento del generale, aveva chiuso un occhio.
Le dimissioni del ministro Kirin rappresentano il tentativo del premier Sanader – che in qualità di vincitore relativo delle elezioni parlamentari del mese scorso sta cercando di raccogliere la maggioranza necessaria che gli permetterà di formare un nuovo governo – di attenuare, in qualche modo, le dimensioni dello scandalo. La Croazia ha perso del tutto la propria credibilità di fronte al Tribunale dell’Aja, ma anche davanti alla comunità internazionale, dato che il capo degli Affari Interni, che avrebbe dovuto preoccuparsi che Markac rispettasse le condizioni sotto le quali è stato rilasciato in libertà, è andato insieme a lui a fare una battuta di caccia. Lo scandalo della "caccia natalizia", dicono gli analisti, ha del tutto escluso la possibilità che il Tribunale dell’Aja rilasci in libertà condizionata il generale Ante Gotovina, per il quale il governo croato ha già fornito garanzie. Avendo in mente le foto compromettenti della battuta di caccia, nessuna persona seria può credere più a tali garanzie.
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