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La Bulgaria, tra Schengen ed i Balcani

Ai tempi di Tito i cittadini dell’ex Jugoslavia viaggiavano quasi ovunque senza necessità di richiedere un visto. Ora i tempi sono cambiati e con l’oramai prossimo ingresso UE di Romania e Bulgaria anche la libertà di movimento all’interno della penisola balcanica risulterà fortemente limitato. Il punto di vista bulgaro.

26/10/2004, Tanya Mangalakova -

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Ai tempi della Jugoslavia molti cittadini bulgari invidiavano i loro vicini che avevano libertà di movimento nel mondo intero: non c’era nessuna "cortina di ferro" per i cittadini con passaporto jugoslavo. 13 anni dopo la disgregazione della ex Jugoslavia e 15 anni dopo la fine del regime comunista in Bulgaria i ruoli si sono invertiti.

"Quando potevamo viaggiare in tutto il mondo senza richiedere visti voi bulgari ve ne stavate rinchiusi nel vostro Paese" mi sento spesso dire quando viaggio nei territori della ex-Jugoslavia "ora però voi bulgari girate liberamente in tutta l’Unione Europea".

La Bulgaria è stata infatti rimossa dalla lista nera di Schengen e dal maggio del 2001 i suoi cittadini possono ricevere automaticamente alla richiesta un visto turistico UE di tre mesi, ad eccezione della Gran Bretagna. Paradossalmente invece i cittadini bulgari hanno bisogno del visto per recarsi in alcuni altri Paesi dei Balcani, ad esempio in Bosnia Erzegovina ed in Moldavia. Vale anche la reciprocità. Hanno bisogno di un visto per entrare in Bulgaria i cittadini che provengono dalla Bosnia Erzegovina, dalla Moldavia e dalla Turchia. I cittadini di Macedonia, Serbia e Montenegro, Grecia, Romania, Croazia e Slovenia possono invece entrare liberamente in Bulgaria. Per alcuni di loro questa situazione non durerà a lungo dato che la Bulgaria diverrà presto, con tutta probabilità nel 2007, parte dell’Unione europea.
I macedoni temono il visto
L’Unione Europea sta facendo grosse pressioni sulla Bulgaria affinché quest’utlima introduca al più presto il visto per i cittadini della Serbia e Montenegro. La notizia viene commentata dal quotidiano bulgaro Monitor che sottolinea come nel recente rapporto della Commissione Europea sullo stato del processo di annessione della Bulgaria si insiste sull’adeguamento alle norme europee della politica bulgara sui visti, invitando all’introduzione di visti per i cittadini di Serbia e Montenegro. Negli stessi giorni anche i giornali macedoni hanno affrontato la questione affermando che le autorità bulgare sarebbero intenzionate ad introdurre il visto anche per i cittadini macedoni prima del 2007. "Non ho informazioni in tal senso" ha subito smentito Meglena Kuneva, Ministro bulgaro per l’integrazione europea. Posizione confermata anche da Dimitar Tzonev, portavoce del governo nonché, lo scorso 19 ottobre, dallo stesso Ministro degli esteri Solomon Passy. Ulteriori specifiche sono arrivate da parte di Gergana Grancharova, vice Ministro degli esteri per la quale "quando la Bulgaria entrerà nell’Unione europea si porrà la questione, non prima".
La Serbia e Montenegro ed il caso del Kossovo
Attualmente anche i cittadini di Serbia e Montenegro non hanno bisogno del visto. "La posizione ufficiale della Bulgaria è quella di lavorare per preservare l’attuale libertà di movimento tra i due Paesi" ha affermato nelle scorse settimane Jani Milchakov, ambasciatore bulgaro a Belgrado. Quest’ultimo ha poi aggiunto che la politica riguardo ai visti dipende molto dall’andamento del processo di integrazione della Bulgaria. "Se la Serbia e Montenegro riuscirà ad uscire, entro il maggio 2006, dalla cosiddetta lista nera di Schengen allora il problema non dovrebbe porsi". Comunque secondo il Ministro degli esteri bulgaro Solomon Passy sino al 2007 non si parlerà di visti per cittadini dell’Unione Serbia e Montenegro.

Diversa invece la questione del Kossovo, de jure parte dell’Unione Serbia e Montenegro, de facto protettorato amministrato dalle Nazioni Unite (UNMIK). Molti albanesi del Kossovo hanno rifiutato di richiedere il passaporto dell’Unione Serbia e Montenegro ed hanno invece documenti di viaggio emessi dalla stessa UNMIK . Sofia aveva promesso che entro la primavera del 2004 avrebbe riconosciuto questi ultimi. Lo ha fatto in realtà solo recentemente. I documenti UNMIK verranno riconosciuti previa una richiesta di visto presso l’ambasciata bulgara a Skopje, Macedonia. In du emodi quindi i kossovari potranno recarsi in Bulgaria: senza visto con un pasaporto dell’Unione Serbia e Montenegro o con una carta di identità UNMIK previa richiesta del visto.
Visti bosniaci
Non vi sono molte relazioni tra Bosnia Erzegovina e Bulgaria. Non vi è ad esempio alcun volo diretto Sofia-Sarajevo ed il viaggio via terra attraverso la Serbia è molto lungo ed il visto, che costa 50 euro, blocca molti. La Bosnia Erzegovina inoltre non ha alcuna sede diplomatica a Sofia. Nulla di politico ma soprattutto mancanza di risorse finanziarie. Sofia ha aperto invece una sede diplomatica a Sarajevo nel 1996. Il primo settembre 1999 la Bulgaria ha introdotto il visto per i cittadini bosniaci in seguito alle pressanti richieste UE di armonizzazioni delle proprie politiche dei visti con quelle dell’Unione. La Bih ha reagito di conseguenza ma, dato che non vi è alcuna ambasciata bosniaca a Sofia, i bulgari che intendessero recarsi in Bosnia sono obbligati a richiedere il visto presso le ambasciate bosniache a Belgrado o Skopje o vi è anche il modo, ma non è dei più semplici, per ottenere il visto direttamente al confine. Non vi sono molti bulgari che si recano in Bosnia Erzegovina ma forse sono ancor meno i bosniaci che viaggiano verso la Bulgaria. Nel 2003 l’ambasciata bulgara a Sarajevo ha rilasciato 3000 visti. Nikolai Vasiliev, Ministro bulgaro ai trasporti ed alle telecomunicazioni, ha promesso durante una recente visita a Banja Luka che presto verranno introdotti visti gratis a favore dei cittadini bosniaci. Non si è ancora capito se quest’ultima è stata però un’idea esclusivamente del Ministro o è una posizione condivisa in seno al governo del quale, tra l’altro, Vasiliev è vice primo ministro.
Il sogno di un Schengen tutto balcanico?
Il Presidente dell’Albania, Alfred Moisiu, ha lanciato l’idea di un Schengen tutto balcanico. Lo ha fatto lo scorso 9 settembre a Sofia. L’idea in breve è quella di un’area di libero movimento in tutta la penisola. Moisiu ha inoltre posto all’attenzione delle autorità bulgare l’abolizione dei visti a carico dei cittadini albanesi. L’Albania ha già eliminato unilateralmente il visto per i cittadini Bulgari, nel maggio del 2003, e si aspetta che la pratiche a carico dei cittadini albanesi vengano perlomeno alleggerite. "Siamo pronti a cercare eventuali soluzioni" ha dichiarato il Presidente bulgaro Parvanov "ma naturalmente non possiamo prescindere dai nostri impegni con l’UE". Attualmente i cittadini albanesi devono attendere più di un mese per ottenere il visto bulgaro e pagare 30 euro. Le pratiche sono farraginose anche per la comunità bulgara che risiede in Albania. Nonostante gli auspici di Moisiu sembra però che un’area di libero movimento nei Balcani non sia la priorità bulgara. L’anno sacro per la Bulgaria sarà il 2007 e su questo l’intero Paese è concentrato.

Intanto il Ministero degli interni sta organizzando numerosi convegni sul tema della sicurezza del confine, nel contesto delle iniziative di comunicazione del governo per favorire l’integrazione nell’UE. Sempre in quest’ottica Valeri Grigorov, direttore della polizia di frontiera, ha recentemente rilasciato i dati relativi al numero di persone bloccate al confine bulgaro. Dal 1 gennaio ad oggi sono state 5162.

Il quadro che si delinea è abbastanza chiaro. Con tutta probabilità con il 2007 vi saranno due Balcani. Da una parte Grecia, Bulgaria, Romania e Slovenia (e forse anche Croazia e Turchia) che faranno parte o saranno incamminati verso l’UE. Dall’altra parte Moldavia, Macedonia, Serbia e Montenegro, Albania ed i "protettorati" di Bosnia Erzegovina e Kossovo. I cittadini di questi Paesi non solo avranno bisogno di un visto per entrare nell’UE ma spesso anche per muoversi all’interno della penisola balcanica.

Il paradosso dei visti s’approfondirà ed i cittadini della ex Jugoslavia, che durante l’era di Tito viaggiavano senza problemi, saranno obbligati a richiedere un visto per entrare anche in Romania e Bulgaria. A meno che per allora i paesi dei Balcani in questione non riescano ad uscire dalla "lista nera" di Schengen.

Vedi anche:
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