La Bosnia Erzegovina si svuota
In Bosnia Erzegovina è in atto una continua fuga di persone verso l’estero. Le Ong denunciano, le autorità si tappano le orecchie
(Pubblicato originariamente da Radio Slobodna Evropa , selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e OBCT)
35.000 persone avrebbero lasciato la Bosnia Erzegovina nei primi dieci mesi del 2017. La Bosanska Posavina sarebbe la regione più colpita dall’esodo. Le destinazioni principali sarebbero Germania, Austria, Svezia e Svizzera. Secondo Mirhunisa Zukić, presidentessa dell’associazione "Unione per un ritorno sostenibile in BiH ", denuncia che le autorità stanno sottostimando il fenomeno e non fanno nulla per arginarlo.
A fine 2017 l’organizzazione che presiede, l’Unione per un ritorno sostenibile, ha annunciato che più di 150.000 persone avevano abbandonato la Bosnia Erzegovina nel corso degli ultimi quattro anni, di questi 11.000 originari di una sola regione, la Posavina, e negli ultimi dieci mesi. La situazione in questa regione nel nord della Bosnia è la più allarmante?
Noi studiamo da cinque anni il fenomeno dell’emigrazione dei cittadini della Bosnia Erzegovina. I nostri dati, che ci rivelano la partenza di 151.000 persone, sono stati raccolti sul campo, presso le comunità locali. Volontari lo hanno fatto porta a porta. Anche le autorità locali hanno condiviso con noi i loro dati. Purtroppo molte persone non informano le autorità della loro partenza, vanno all’estero tre o quattro mesi, poi ritornano un po’ e poi lasciano il paese per sempre. Noi seguiamo continuamente questi movimenti complessi.
Dopo che avete reso pubblici questi dati alcuni rappresentanti locali hanno espresso le loro perplessità affermando che non corrispondono alla realtà delle singole municipalità. Cosa rispondete?
Ai tempi della nostra inchiesta ci siamo resi conto che le autorità locali sono impotenti rispetto a questo fenomeno e che non erano in possesso di dati adeguati. Siamo rimasti sorpresi nell’apprendere quando poco sapessero relativamente alla migrazione dei loro concittadini.
Alcuni ci hanno poi richiesto i dati che avevamo raccolto e li hanno verificati sul terreno con propri funzionari. Ma non si è nemmeno tentato di elaborare una strategia per mettersi in relazione con queste persone che sono tentate dalla partenza e nemmeno sono state fatte loro proposte per convincerli a restare, ad esempio iniziando a realizzare tutte le promesse fatte nelle varie campagne elettorali…
Hanno incassato la botta, ma senza provare a impedire alla gente di fare le valigie. Noi abbiamo offerto loro il nostro aiuto per mettersi in contatto con chi è tentato dalla migrazione, ma nessun sindaco ha risposto all’offerta.
Quali le principali cause di partenza? Molti di coloro che partono avevano un lavoro…
Quasi ad un quarto di secolo dopo la fine della guerra nulla cambia nel nostro paese: che si tratti dell’incertezza economica, della corruzione, delle tensioni politiche. I cittadini sono affaticati e stufi di promesse. Noi tentiamo, da parte nostra, di mostrare esempi positivi e di dire che è possibile vivere in Bosnia Erzegovina, restarci.
Avete dichiarato che i principali responsabili di questa situazione sono i politici ed avete inviato una lettera ai membri della presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina affinché facciano visita alla vostra associazione nella regione della Bosanska Posavina, la più toccata dal fenomeno. Avete ottenuto risposta?
Abbiamo scritto ai tre membri della presidenza, abbiamo loro inviato la lista completa di tutte le municipalità e tutte le partenze ma, da parte loro, nessuna risposta, né scritta né orale. Ritengo questo silenzio inammissibile e che gli elettori ne terranno conto alle prossime elezioni. Spero che alla fine questi politici vengano sanzionati dall’elettorato perché, come ci dice la gente che incontriamo, quello che fanno questi politici non corrisponde alla volontà dei cittadini.
Occorrerebbe dedicare una sessione speciale del parlamento della Bosnia Erzegovina alla questione emigrazione. Ma cosa possono fare i politici per cambiare direzione al flusso?
Molto. Ma sono in grado i nostri politici di fare qualcosa? Ce lo dimostrino! Occorre sviluppare presso la popolazione una coscienza collettiva del problema, fornire spiegazioni. Ma l’ossessione del mantenere il potere accieca i nostri politici.
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