Kossovo e nuovo governo: giorni contati?
Da comandante dell’UCK a primo ministro. La brillante carriera di Ramush Haradinaj sembra però essere arrivata al capolinea. In molti in Kossovo si aspettano un suo trasferimento all’Aja.
Il nuovo governo non avrà una vita particolarmente lunga. L’appello del segretario NATO Jaap de Hoop Scheffer rivolto ai kossovari di mantenere la calma nel caso in cui il loro nuovo premier venisse arrestato e portato all’Aja sembra fugare i pochi dubbi che rimanevano: Haradinaj deve iniziare a preparare le valige.
L’appello del segretario NATO è stato fatto durante un incontro dei ministri degli esteri dei 26 Paesi membri della NATO.
Del resto il Tribunale dell’Aja già nei mesi scorsi aveva annunciato che un ex ufficiale dell’UCK sarebbe stato arrestato per crimini di guerra commessi in Kossovo. Mancano oramai pochi giorni per conoscere la verità dato che entro la fine dell’anno il Tribunale deve rendere noti i nomi di tutti gli incriminati.
La comunità internazionale ha in queste settimane attentamente preparato l’opione pubblica kossovara all’eventualità dell’arresto di Haradinaj. Nonostante questo le parole di Jaap de Hoop Scheffer hanno creato un certo trambusto.
Ma la comunità internazionale, dopo gli scontri di marzo, sembra più attenta al tema della sicurezza. Più di 17.000 soldati della forza di interposizione internazionale della KFOR si trovano attualmente in Kossovo.
Secondo uno dei testimoni durante il processo contro Slobodan Milosevic, profondo conoscitore delle dinamiche del Tribunale dell’Aja, il colloquio richiesto ad Haradinaj dai procuratori, circa un mese fa, suonerebbe come un atto d’accusa. Altrimenti, afferma il testimone, non si capisce perché rendere pubblico l’incontro o perché Haradinaj non sia stato interpellato in veste di testimone.
Nell’esperienza politica dei Balcani Haradinaj è il primo politico che dopo aver combattuto assume nel dopoguerra un incarico da primo ministro.
Alti esponenti dell’Unione europea inizialmente hanno osteggiato più o meno apertamente la candidatura di Haradinaj alla poltrona di premier del Kossovo. Un dissenso che è emerso chiaro dalle parole di Javier Solana, Alto rappresentante della politica estera europea che ha affermato che "Haradinaj non rappresenta la candidatura più adatta a primo ministro" . Mentre l’amministratore del Kosovo, Petersen, è rimasto più neutrale: "è stato eletto in modo democratico, e l’UNMIK in Kossovo si occupa di costruire la democrazia".
La reazione dei media internazionali è stato invece forte contro la candidatura dell’ex UCK. I giornalisti non gi anno risparmiato l’appellativo di "primo ministro accusato di crimini di guerra".
Haradinaj ha reagito affermando che queste accuse arrivano da Belgrado. "La Serbia ha fabbricato una quantità di prove false di crimini di guerra, commessi a loro parere durante il periodo nel quale ero comandante dell’UCK," ha dichiarato Haradinaj.
Ma il primo ministro non è l’unico accusato di crimini di guerra da Belgrado. Gli fa buona compagnia anche un altro ex comandante dell’UCK, Hashim Thaci, in passato arrestato e poi rilasciato a Budapest in seguito ad un ordine di arresto internazionale emesso da Belgrado.
Proprio nella capitale della Serbia si parla ormai dell’arresto di Haradinaj come di un affare fatto, ed il dibattito si concentra su come difendere la comunità serba da un eventuale pulizia etnica che potrebbe scattare quale reazione all’arresto.
Ciononostante Haradinaj ostenta ancora sicurezza, afferma di aver risposto a tutte le questioni che gli sono state poste all’Aja e offre piena disponibilità ad essere nuovamente interpellato.
Non rinnega inoltre quanto fatto durante il conflitto. Dice di essere fiero di aver lottato contro le forze serbe. In guerra ha perso anche un fratello mentre un altro è in carcere in Kossovo accusato di crimini contro civili.
La preoccupazione principale che aleggia però in Kossovo è che un suo eventuale arresto apra ulteriori gravi problemi.
Prima conseguenza naturale sarebbe la caduta del governo, insediatosi solo pochi giorni fa. I principali partiti politici kossoavri hanno impiegato un mese ad arrivare all’accordo tra l’LDK di Rugova e l’AAK di Haradinaj. Dopo un suo arresto cosa avverrà?
Sembra difficile possa reggere l’alleanza senza Haradinaj e quindi si avvierebbe un nuovo negoziato. Ed il tempo trascorrerà ulteriormente e ci si avvicinerà sempre più alla metà del 2005, data nella quale la comunità internazionale ha affermato di voler controllare il raggiungimento dei famosi "standard".
Oramai non sono pochi quelli che anche in Kossovo affermano che la scelta di Haradinaj come primo ministro sta diventando un serio ostacolo per i negoziati verso lo status finale. I serbi non accettano la sua autorità e faranno di tutto per trovare argomenti che prolunghino il processo di definizione dello status. Cosa più che chiara oramai se si ascolta il tenore delle dichiarazioni che arrivano da Belgrado.
Haradinaj, da parte sua, mostra al pubblico un nuovo volto dichiarando che è pronto ad avviare i negoziati con i serbi. In un’intervista ha addirittura dichiarato di essere pronto a recarsi a Belgrado, per andare a stabilire i presupposti di crearvi la prima Ambasciata del Kossovo.
Lo stesso governo neoeletto sta incontrando le prime difficoltà. La maggior parte dei Ministri arriva dalla gavetta fatta presso le municipalità e manca ancora della necessaria autorità ed esperienza per lavorare al meglio.
Haradinaj resta ottimista. "Lasciatemi governare per 100 giorni e vi farò vedere cosa so fare". Ha poi promesso che i cambiamenti per il Kossovo saranno positivi e chiari, anche per la comunità serba.
Ma proprio i serbi considerano però la sua elezione a primo ministro una provocazione. Lo ricordano i quotidiani della Serbia che accusano ogni giorno Haradinaj di violenze, rapimenti e crimini vari compiuti durante il conflitto.
Ce n’è abbastanza per elettrizzare la già tesa atmosfera in Kossovo. Certo è che agli occhi degli albanesi del Kossovo Haradinaj rimane un eroe della guerra di liberazione.
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