Kosovo: un anno di governo Kurti
Nel marzo 2021 l’esecutivo di Albin Kurti entrava in carica in Kosovo promettendo "un nuovo cammino verso il progresso, riducendo le disuguaglianze e aumentando le opportunità per tutti". Il bilancio di un anno di governo attraverso le voci di numerosi esperti locali
(Originariamente pubblicato da Kosovo 2.0 il 22 marzo 2022)
Quando Albin Kurti ha assunto la carica di primo ministro del Kosovo, durante la prima sessione dell’Assemblea del Kosovo – il 22 marzo 2021 – ha affermato che erano lì "per essere all’altezza della volontà del popolo". Ha affermato che le elezioni generali di febbraio erano state "un referendum, in cui i cittadini si sono dimostrati chiaramente e giustamente determinati sul percorso che il nostro paese vuole intraprendere nei prossimi quattro anni".
Si rivolgeva a un Kosovo che stava ancora soffrendo le conseguenze delle misure restrittive contro il COVID-19, un paese in cui il tasso giornaliero di casi positivi e il numero di decessi erano rispettivamente a tripla e doppia cifra. Allo stesso tempo, il primo ministro Kurti ha affermato in quell’occasione di aver compreso le difficoltà che la maggior parte dei cittadini aveva a causa della disoccupazione e della povertà. Ha promesso che con il suo governo si sarebbe "iniziato un nuovo cammino verso il progresso, riducendo le disuguaglianze e aumentando le opportunità per tutti".
Alle elezioni generali del 14 febbraio Lëvizja Vetëvendosje (VV), in una lista congiunta con l’iniziativa politica Guxo istituita da Vjosa Osmani, ha ottenuto il 50,28% dei voti, una vittoria schiacciante che mai nessuno aveva ottenuto nel Kosovo post-indipendenza. Il loro programma, incentrato su giustizia e uguaglianza, ha creato grandi aspettative.
Oggi, ad un anno intero dall’insediamento di Kurti, guardiamo indietro ed esaminiamo i progressi compiuti dal suo esecutivo quest’anno e le prospettive per il governo negli anni a venire, con analisi di esperti su questioni rilevanti come la gestione dell’inflazione, la crisi energetica, le riforme del sistema giudiziario e la tutela dei diritti umani.
Attraverso le ondate della pandemia
Il marzo 2021 ha segnato un anno dall’inizio della pandemia. Durante la prima settimana del governo di Kurti ci sono stati oltre 6.500 casi positivi al coronavirus e oltre 80 decessi correlati al Covid. A quel punto il Kosovo non aveva ricevuto alcuna dose di vaccino. Il piano di governo di Kurti prevedeva la gestione della pandemia come priorità numero uno e la promessa era di vaccinare il 60% della popolazione entro la fine del 2021.
Il 28 marzo è arrivata la prima spedizione di vaccini, donata dall’alleanza Covax. Inizialmente la vaccinazione si rivolgeva agli operatori sanitari e alle persone di età superiore agli 85 anni. A metà giugno – quando sono iniziati ad arrivare i vaccini acquistati dal governo e altri vaccini forniti dai paesi partner – ha preso avvio la vaccinazione di massa.
Le due più recenti ondate di pandemia, causate dalle varianti Delta e Omicron, sebbene verificatesi in tempi diversi, sono arrivate dopo l’allentamento delle misure restrittive e alla vigilia della diaspora per le vacanze estive e di fine anno. Ciò è accaduto principalmente perché le nuove varianti erano già virulente nei paesi da cui proveniva la diaspora. Il governo Kurti non ha richiesto alcuna vaccinazione completa al confine e le violazioni delle misure Covid sono state in gran parte trascurate.
Nonostante abbia dato la priorità alla pandemia inoltre, alla vigilia dell’ondata Delta di agosto, Vetëvendosje ha presentato alla corsa per il sindaco di Pristina alle elezioni locali di ottobre il ministro della Salute Arben Vitia, portando così all’avvicendamento dell’ennesimo ministro della Salute: tre nel giro di nove mesi.
Burja Vitia – giornalista esperta di questioni sanitarie per la Gazeta Shneta:
“La pandemia è stata ben gestita nei primi mesi del secondo governo Kurti. Tuttavia, le cose sono cambiate nel giugno 2021 e il governo è stato messo sotto pressione dalle imprese, per ‘dare priorità’ all’economia, visto anche l’arrivo della diaspora con la sua grande capacità di spesa. La stagione estiva è stata di fatto quasi completamente fuori controllo senza che siano state attuate misure e raccomandazioni per la protezione dal Covid-19. In generale, tutte le decisioni del governo sulle misure contro la pandemia sono state decisioni basate sulle conseguenze di nuove ondate, quindi le misure sono state rafforzate solo quando è si è verificato un aumento dei casi. La gestione della campagna vaccinale ha funzionato bene, ma non è stato fatto abbastanza per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della vaccinazione. Sfortunatamente, fake news e teorie del complotto hanno guadagnato terreno in questo periodo, in contrasto con le raccomandazioni e gli argomenti scientifici a favore della vaccinazione. Questo è uno dei principali fallimenti del governo in merito alla vaccinazione”.
Nel mezzo di una crisi energetica
Alla fine del 2021 il mondo si è trovato nel mezzo di una crisi energetica. In Kosovo, essa è emersa come risultato dell’interazione di fattori interni – l’instabile produzione locale di energia del paese e l’aumento dei consumi – e uno esterno – l’innalzamento dei prezzi dell’energia sul mercato globale.
Tra interruzioni di corrente, il governo ha dichiarato lo stato di emergenza di 60 giorni per l’energia, decidendo poi di destinare 20 milioni di euro alla Kosovo Energy Corporation (KEC) per sovvenzionare l’importazione di elettricità.
Poiché questa non era una soluzione sostenibile, l’Ufficio per la gestione dell’energia (ERO) ha avviato un processo straordinario di revisione delle tariffe su richiesta della Kosovo Electricity Distribution Company (KEDC) a causa dell’aumento dei prezzi all’importazione. La nuova decisione di ERO – approvata l’8 febbraio e valida fino al 31 marzo 2023 – ha definito che le bollette per i clienti domestici che utilizzano oltre 800 kWh al mese aumenteranno fino a oltre il 100%. Il governo Kurti ha stanziato una somma di 75 milioni di euro per sovvenzionare le bollette elettriche , che sarà utilizzata per un periodo di un anno.
Nel frattempo, il piano del governo prevede la revisione della Strategia Energetica e la redazione del Piano Nazionale Energia e Clima, che mira a fornire energia sostenibile e migliorare la qualità dell’aria. Ma a parte la formazione del gruppo di lavoro per la stesura della Strategia Energetica (2022-2031) nel novembre 2021, non sono state rese pubbliche ulteriori iniziative.
Pranvera Dobruna-Kryeziu – consulente energetica indipendente ed ex direttrice della KEC:
“Con la KEC che sovvenziona l’importazione e le bollette elettriche il governo non ha offerto una soluzione. Il governo Kurti si è assunto competenze e responsabilità che non gli appartengono, ad esempio sovvenzionando la KEC per le importazioni di energia, e non ha svolto il suo lavoro di decisore. Siamo a marzo, la crisi energetica continua, anche se non se ne parla, i problemi interni che hanno portato alla crisi energetica di dicembre continuano perché nulla è stato fatto in quella direzione.
Pertanto, la bassa affidabilità delle centrali elettriche esistenti della KEK (cioè l’instabilità della produzione interna) e la mancanza di una strategia porteranno alla stessa situazione il prossimo inverno.
Questo governo dovrebbe avere politiche proattive, un punto di contatto specifico nel governo per il settore energetico e una strategia energetica volta a diversificare le fonti di energia per raggiungere la stabilità energetica.”
Alleviare la povertà
A giugno il governo Kurti ha introdotto un “Pacchetto di ripresa economica” di 420 milioni di euro volto ad aiutare i settori colpiti dalla pandemia. Sebbene questo pacchetto includesse tutta una serie di misure che interessano diversi settori dell’economia, alcune misure hanno ricevuto maggiore attenzione perché sono state incluse nel piano di governance per ridurre la povertà e aumentare il benessere sociale. Mentre alcuni hanno accolto favorevolmente queste misure, altri hanno sostenuto che hanno affrontato i problemi solo in modo superficiale.
Da settembre, le madri disoccupate hanno iniziato a ricevere pagamenti di 170 euro al mese per sei mesi dopo il parto, mentre le madri occupate ricevono questi pagamenti per tre mesi. Sempre nel mese di agosto è iniziata la distribuzione di assegni familiari. I bambini fino a 2 anni ricevono un’indennità di 20 euro al mese, mentre i bambini di età compresa tra 2 e 16 anni ricevono 10 euro al mese.
Nello stesso mese, il governo ha deciso di rimuovere le tasse universitarie per gli studenti di livello triennale e magistrale nelle università pubbliche. Inoltre, sono state assegnate più di 1.000 borse di studio a donne che studiano nei settori della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica (STEM). Questo era uno dei punti del programma di governo del settore dell’istruzione, che prevedeva anche l’istituzione di un fondo per la ricerca scientifica, che non è stato ancora avviato.
Ad ottobre è stata lanciata una sovvenzione del 10% sui prestiti al consumo fino a 10.000 euro. Tuttavia, gli unici prestiti effettivamente agevolati fino al 10% sono quelli fino a 3.000 euro, quindi chi prende un prestito superiore a 3.000 euro riceve solo un contributo massimo di 300 euro.
A partire da gennaio 2022, il governo ha deciso di aumentare i benefici per le pensioni finanziate dallo stato per quattro categorie pensionistiche. Secondo questa decisione, nessuna pensione sarà inferiore a 100 euro. Ciò ha comportato un aumento delle pensioni da 10 a 20 euro al mese per i pensionati che percepiscono pensioni per anzianità o invalidità.
Artan Mustafa – ricercatore di politiche sociali:
L’approccio del governo VV nel campo della politica sociale dà priorità agli investimenti sociali. Si tratta di un approccio equo che si adatta alle esigenze del Kosovo. Finora, il governo ha adottato diverse misure di questa politica di investimento sociale. Tuttavia, queste misure devono essere accompagnate da altre integrazioni. Sfortunatamente, il governo non si è mosso in modo trasparente e non si è impegnato sulla sua promessa principale: l’apertura di 160 istituzioni pubbliche di educazione e cura della prima infanzia. Senza muoversi in questa direzione, i sussidi di maternità per le donne disoccupate potrebbero avere conseguenze indesiderabili non previste dal governo, come il rafforzamento del conservatorismo.
Il governo dovrebbe utilizzare la creazione di scuole per la prima infanzia e l’adozione di politiche occupazionali adeguate per rafforzare l’occupazione femminile. È un obbligo per il governo produrre risultati in questo senso, perché oltre ad essere orientato come un partito di sinistra progressista, ha anche ottenuto alle elezioni il sostegno della maggioranza delle donne del Kosovo. Inoltre tra le politiche di investimento sociale, a sorpresa il governo ha mostrato scarso interesse per le riforme strutturali nell’istruzione superiore e nella ricerca.
Contrastare l’inflazione crescente
A partire dall’aprile 2021 si è riscontrato in Kosovo un forte aumento dei prezzi, con un + 2,4 rispetto al 2020. Si è poi raggiunto un picco nel febbraio 2022 quando l’inflazione ha raggiunto il tasso del 7,5%. Non è ancora noto di quanto lo scoppio della guerra in Ucraina aumenterà il tasso di inflazione mensile di marzo perché i dati ufficiali per questo mese saranno pubblicati ad aprile.
In risposta all’inflazione, nell’ottobre 2021 il governo ha annunciato un pacchetto di misure a sostegno dei cittadini. Ad oggi sono stati stanziati ulteriori 100 euro per i mesi di novembre e dicembre per alcuni gruppi di pensionati, sono stati sovvenzionati i prestiti al consumo e sono state garantite alcune risorse finanziarie agli agricoltori.
Sebbene i mezzi disponibili per ridurre l’impatto dell’inflazione siano limitati, è stato ampiamente discusso come opzione adeguata l’aumento del salario minimo. Il processo di aumento del salario minimo è iniziato quest’anno, ma il governo e i sindacati non sono d’accordo sul livello a cui dovrebbe essere fissato il salario. Il governo ha proposto di aumentare il salario minimo a 264 euro, mentre i sindacati chiedono che sia di 400 euro, vicino allo stipendio medio del Kosovo di 416 euro nel 2020. Il salario minimo, che è di 130 o 170 euro a seconda dell’età, non è cambiato dal 2011.
In questa grave situazione economica e in assenza di controllo da parte degli organi statali competenti, nel marzo 2022 sono stati svelati accordi segreti tra aziende che hanno aumentato artificialmente i prezzi di alcuni prodotti fino al 100%. L’Agenzia per la concorrenza del Kosovo (KCA), in quanto istituzione responsabile delle indagini e dell’annullamento degli accordi tra imprese impegnate in beni e servizi, non è attiva dal giugno 2021.
Tuttavia, dopo che il prezzo di un litro di olio da cucina nei mercati è improvvisamente salito da 2,10 euro a 3,49 euro, il governo ha inviato l’ispettorato del mercato a ispezionare i magazzini dei distributori. Il ministero del Commercio ha confermato che alcuni venditori avevano svuotato gli scaffali al dettaglio di olio da cucina il giorno prima per creare l’impressione che vi fosse carenza di prodotto. Il giorno successivo, hanno riposto il prodotto agli scaffali al prezzo gonfiato. Dopo che l’ispettorato ha chiuso due magazzini, il prezzo dell’olio da cucina è tornato al livello precedente.
Rrona Zhuri – ricercatrice, GAP Institute:
“Poiché l’inflazione era bassa quando è entrato in carica, il governo all’epoca non ha dato priorità alla questione. Quando l’hanno affrontata, hanno offerto soluzioni a breve termine, come il raddoppio dei pagamenti ai beneficiari di regimi sociali e pensioni per novembre e dicembre 2021: questo faceva parte del pacchetto di ripresa economica. Anche con il sussidio per le bollette energetiche, è stata adottata una misura attenuante, ma l’aumento dei prezzi avrebbe potuto essere evitato in una certa misura dal governo poiché la crisi energetica globale era stata discussa e affrontata mesi prima. Poiché i prezzi continuano a salire, credo che il governo possa adottare altre misure per gestire questa situazione, aumentando il salario minimo e creando esenzioni fiscali per alcuni prodotti di base per aiutare famiglie e imprese a gestire il peso dell’inflazione.”
La non prioritizzazione del dialogo Kosovo-Serbia
Dal 2011, per ogni governo che è salito al potere, la questione del dialogo Kosovo-Serbia facilitato dall’UE è stato un tema importante. Da oltre un decennio il dialogo si svolge su due livelli, tecnico e politico, con l’obiettivo di affrontare le questioni ancora irrisolte tra i due paesi. Finora sono stati firmati oltre 35 accordi, anche se molti di essi sono in ritardo in termini di attuazione.
In Kosovo non c’è mai stato un consenso interno sul dialogo. Fin dall’inizio, VV è stato un partito ferocemente critico del dialogo. Durante la campagna elettorale ha insistito sul fatto che il Kosovo dovrebbe sedersi al tavolo delle trattative alla pari con la Serbia e che dovrebbe essere avviato anche un dialogo interno dal basso, in primo luogo con i serbi del Kosovo. Sia durante la campagna elettorale che quando ha preso il potere per la prima volta, il primo ministro Kurti ha continuato a sottolineare che il dialogo non era una priorità rispetto alle riforme interne promesse.
Per tutto il 2021 il dialogo Kosovo-Serbia è stato condotto principalmente a livello di esperti, mentre ad alto livello politico si sono tenuti due incontri di facilitazione dell’UE tra Kurti e il presidente serbo Aleksandar Vučić a giugno e luglio. Nessun progresso è stato fatto in nessuno di questi incontri.
La prossima riunione doveva tenersi a settembre, ma il 20 settembre 2021 il governo ha deciso di applicare misure di reciprocità ai veicoli immatricolati in Serbia che entrano in Kosovo. Ciò significava rimuovere le targhe serbe e pagare una targa temporanea, simile a ciò che i veicoli registrati in Kosovo hanno dovuto fare per entrare in Serbia dal 2011.
Molti serbi del Kosovo, che spesso hanno veicoli immatricolati in Serbia, si sono radunati in segno di protesta e hanno bloccato il traffico ai valichi di Jarinje e Brnjak per diversi giorni. Da parte sua, il governo ha inviato l’unità speciale di polizia. Un accordo provvisorio tra le due parti raggiunto a Bruxelles ha contribuito a ridurre l’escalation della situazione fino a trovare una soluzione permanente, sulla quale a Bruxelles stanno proseguendo i colloqui a livello tecnico.
Ma da allora il dialogo a livello politico è rimasto sospeso. Il primo ministro Kurti resta ottimista sul fatto che sarà raggiunto un accordo nell’ambito del suo mandato. Nel frattempo, cresce la pressione da parte dell’UE e degli Stati Uniti per raggiungere un accordo finale tra i due paesi.
Arber Fetahu – ricercatore presso il Gruppo per studi legali e politici (GLPS):
“Dovrebbe essere una buona notizia che il governo del Kosovo abbia spinto sul principio di reciprocità nel dialogo con la Serbia e che vi sia una maggiore cautela nell’intraprendere il dialogo. Questo perché la fretta del Kosovo in passato ci è costata molti accordi che non solo sono dannosi, ma costituiscono un ostacolo all’integrazione dei serbi nelle istituzioni della nostra repubblica. Tuttavia, mancano risultati concreti nel dialogo. Si sarebbe potuto fare di più per creare un consenso interno sul processo, ampliare il sostegno internazionale alla posizione del Kosovo nel rapporto con la Serbia e creare un dialogo autentico con i serbi del Kosovo locali, il quale avrebbe dovuto iniziare molto tempo fa. Guardando agli sviluppi internazionali e regionali, ci sono anche fattori esterni che influenzano le dinamiche come le elezioni dell’aprile 2022 in Serbia e Francia e la recente crisi in Ucraina. Questi sono fattori che rendono difficile concentrarsi sul dialogo. Tuttavia, queste non possono servire come scuse per non preparare adeguatamente la parte kosovara al momento in cui il dialogo inizierà il suo corso.”
Ancora indietro sulla politica estera
Promettendo di riformare il servizio diplomatico, il governo ha deciso di rimuovere tutti gli incaricati politici dalle missioni diplomatiche. Mentre alcuni consolati erano già senza ambasciatori da anni ormai, i licenziamenti del governo Kurti – compreso quello di 12 ambasciatori – dal 19 maggio alla fine di settembre, hanno lasciato 21 delle 32 missioni diplomatiche in tutto il mondo senza ambasciatori.
In un momento in cui la configurazione politica sulla scena mondiale stava cambiando, il Kosovo ha attraversato quindi una fase di stallo nell’ottenere l’adesione alle organizzazioni internazionali e nel processo di nuovi riconoscimenti, e il paese è rimasto senza rappresentanti in capitali chiave come Washington DC, Londra, Bruxelles e Berlino.
Alla fine di novembre sono stati nominati quattordici nuovi ambasciatori, ma non è ancora chiaro cosa stia facendo il governo Kurti per ottenere nuovi riconoscimenti e adesioni a organizzazioni internazionali. Il 4 settembre 2021 è scaduta la moratoria mediata dalla precedente amministrazione statunitense e firmata dal precedente governo che chiedeva al Kosovo di non chiedere l’ingresso nelle organizzazioni internazionali e alla Serbia di sospendere temporaneamente per un anno la sua campagna di cancellazione del riconoscimento.
Il governo Kurti non ha ancora presentato domanda all’Interpol, ma afferma che è nella fase preparatoria per presentare domanda quest’anno. Nel frattempo, fino a poco tempo fa, non c’era alcun segnale che si stesse lavorando per ottenere nuovi riconoscimenti per il Kosovo, un processo che ristagna. Israele è stato il 117° paese a riconoscere il Kosovo nel 2021 ed è uno dei quattro paesi ad averlo fatto negli ultimi cinque anni.
La guerra in Ucraina ha messo nuovamente in moto il governo di Kurti. A marzo è stato formato il gruppo di lavoro interistituzionale sull’integrazione nella NATO e è stato annunciato che il Kosovo avrebbe presentato domanda di adesione al Consiglio d’Europa. Durante questo periodo sono state stabilite anche relazioni diplomatiche con Timor Est.
Fitim Gashi – giornalista che si occupa del dialogo Serbia-Kosovo e della politica estera per il gruppo KOHA:
“Il governo Kurti ha iniziato il suo mandato con grandi promesse in termini di riforma della politica estera, sia nella riorganizzazione interna che nella rappresentanza all’estero. Ma quella che abbiamo visto finora è una concezione della politica estera che si limita solo al dialogo con la Serbia. Lo abbiamo chiesto più volte ma il ministero degli Esteri non ha dato alcun segnale sulle azioni per la fase successiva al 4 settembre 2021 e non sappiamo se sono state definite strategie per affrontare la stagnazione in termini di riconoscimenti e adesioni. Un anno dopo, non ci sono segni di adempimento degli impegni nel programma di governo. Durante questo periodo, i più importanti centri decisionali sono rimasti senza ambasciatori per diversi mesi dopo la “ripulita” del ministro degli Esteri Donika Gërvalla-Schwarz. Nonostante la promessa del governo di nominare presto nuovi ambasciatori, ciò non è avvenuto, costringendo il Kosovo a ridurre il suo livello di rappresentanza. Il Kosovo ha bisogno di una riforma del suo servizio estero, che garantisca una rappresentanza e un ordine dignitosi all’interno del ministero e nomine fatte attraverso la meritocrazia. Naturalmente, questo dovrebbe essere accompagnato dalla trasparenza, che finora è mancata. Per molti processi e sviluppi all’interno di questo dipartimento, il ministro degli Affari esteri ha scelto il silenzio.”
Complicazioni con i media
Durante l’ultimo anno, il rapporto del governo con i media non è stato dei migliori. Molti redattori hanno parlato di una sorta di chiusura del governo ai media, con ministri che comunicano più sui social che nelle conferenze stampa. Ci sono state lamentele secondo cui non sono trasparenti in quanto non rispondono alle domande dei giornalisti e il primo ministro Kurti è stato criticato per non aver tenuto conferenze stampa.
Un caso di particolare interesse si è verificato nell’aprile 2021, che ha coinvolto il sito di notizie Insajder e l’allora ministro della Salute Arben Vitia. Insajder ha affermato che, sulla base dei documenti che aveva ottenuto, il ministero della Salute si era rifiutato di firmare un accordo con il produttore di vaccini Pfizer/BioNTech.
Vitia ha frettolosamente negato questo in una conferenza stampa, definendo la notizia "falsa" e "dannosa" e insistendo sulla "riservatezza" del processo. Ha anche invitato la procura ad agire "contro chiunque danneggi un processo così sensibile e vitale". Il direttore di Insajder, Parim Olluri, è stato interrogato dalla polizia.
Il governo Kurti, che è in coalizione con il partito Guxo della presidente Osmani, è stato criticato dalle redazioni per non aver risposto alla dichiarazione di Sadriu, che utilizzava un linguaggio che può favorire un ambiente non sicuro per i giornalisti.
Nonostante ciò, la società civile ha elogiato come un passo positivo la revoca da parte dell’Assemblea dell’attuale consiglio dell’emittente pubblica – un consiglio ampiamente considerato politico – e l’elezione trasparente di un nuovo consiglio. Dal 2011, quando la Radio Televisione del Kosovo (RTK) è passata direttamente al bilancio statale, l’emittente pubblica è stata considerata sotto l’influenza politica del Partito Democratico del Kosovo (PDK). Le critiche a RTK nel corso degli anni includono accuse di parzialità, assunzioni non meritocratiche e cattiva gestione delle risorse finanziarie.
Imer Mushkolaj – direttore esecutivo del consiglio editoriale del Kosovo (PCK):
“Albin Kurti e VV sono saliti al potere con la promessa di una trasparenza radicale in tutti i settori, compresi i media. Un anno di governo ha però evidenziato un approccio completamente diverso. In molti casi il governo non è stato disposto a collaborare con giornalisti e media sulle questioni affrontate. Nel frattempo, c’è stato un tentativo da parte di funzionari del governo e del partito di attaccare specifici mezzi di comunicazione che sono stati più critici. L’attuale governo vede alcuni media in Kosovo come ostili e cerca di etichettarli e attaccarli. In generale, il governo, così come la presidenza, non stanno facendo bene il loro lavoro in relazione ai media. La “trasparenza radicale” in molti casi si è trasformata in una “chiusura radicale” per i media e i giornalisti.”
Un grande lavoro davanti a sé per la giustizia
Sulla riforma del sistema giudiziario era stata posta particolare enfasi nel programma di governo di Kurti. Aveva in programma di avviare un processo di verifica per giudici e pubblici ministeri, confiscare proprietà illecite e istituire un tribunale commerciale.
I primi passi sono già stati fatti per tutti gli obiettivi. Il governo ha approvato il progetto per un processo di verifica completo del sistema giudiziario e ha incaricato un gruppo di lavoro di redigere emendamenti costituzionali. Tuttavia, questa iniziativa non è stata sostenuta dal Consiglio della magistratura e dal Consiglio della procura, che hanno affermato di avere la capacità interna per svolgere tale verifica.
Il 29 dicembre 2021 è stato approvato il Progetto di legge sull’Ufficio di Stato per l’accertamento e la confisca dei beni ingiustificabili. Le organizzazioni della società civile attive in questo settore affermano però che esistono meccanismi sufficienti nell’attuale sistema di ordine pubblico e che l’istituzione di un Ufficio di Stato non aumenterà l’efficacia nella lotta alla proprietà ingiustificata.
Intanto, nel gennaio 2022, è stato adottato dall’Assemblea il disegno di legge sul Tribunale di Commercio, che ha l’obiettivo di risolvere le controversie in materia di affari, accelerando così la risoluzione di tali controversie che solitamente si trascinano per anni a causa dell’arretrato giudiziario nelle corti. Tuttavia, date le implicazioni di bilancio, non si sa ancora quando questo tribunale diventerà operativo.
Movimento FOL, ong che si batte per lo stato di diritto:
“Il processo di controllo e la confisca dei beni si stanno muovendo nella direzione del rafforzamento dello stato di diritto nel paese e della creazione delle condizioni per una maggiore certezza del diritto per i cittadini. Quindi il processo di verifica è un processo necessario per ripristinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni della Repubblica del Kosovo. Tuttavia, resta da vedere quale sarà l’esito finale di queste leggi e quanto saranno incluse le raccomandazioni della società civile formulate nei gruppi di lavoro”.
Diritti umani in condizione precaria
Il femminicidio e la violenza di genere sono continuati. Nel solo 2021 sono state uccise tre donne, mentre le segnalazioni di violenze contro le donne e altri casi di violenza domestica continuano a evidenziare la continua negligenza istituzionale nei confronti di questi casi.
Il programma di governo di Kurti include come punto rilevante la prevenzione della violenza domestica contro le donne e su base di genere. Stabilisce un piano per sviluppare politiche e meccanismi contro la violenza, comprese campagne di sensibilizzazione. Nonostante ciò, sono stati fatti pochi progressi. A fine gennaio l’unico successo è stata l’approvazione della Strategia nazionale per la protezione dalla violenza domestica e dalla violenza contro le donne 2022-2026.
Nel programma di governo, invece, nella sezione dedicata ai diritti umani, le persone LGBTQ+ non sono affatto menzionate e il premier Kurti non è apparso alla Pride Parade 2021.
I diritti delle persone LGBTQ+ sono stati recentemente al centro di una votazione il 16 marzo scorso sul disegno di legge del Codice Civile. Il disegno di legge contiene 1.630 articoli ed è considerato il documento più importante dopo la Costituzione, disciplinando vari segmenti della vita, come l’uguaglianza di fronte alla legge, i diritti umani, le questioni relative alla proprietà, le transazioni economiche, i contratti, le relazioni familiari, i diritti dei bambini e l’eredità.
E’ stato al centro dell’attenzione il comma 2 dell’articolo 1138, che recita: «Sono ammesse le unioni civili registrate tra persone dello stesso sesso. Le condizioni e le procedure sono regolate da una legge speciale”. In effetti, è diventato il motivo per cui la bozza del codice civile non è stata approvata il 16 marzo a seguito dei lunghi commenti dei membri dell’Assemblea che si oppongono alla concessione dei diritti alle coppie LGBTQ. Anche gli attivisti per i diritti umani si sono opposti alla formulazione del codice civile, ma per motivi differenti, sostenendo che non sarebbe in grado di garantire la piena uguaglianza alla comunità LGBTQ.
Leonida Molliqaj – direttrice esecutiva del Centro per l’informazione, la critica e l’azione (QIKA)
“Il governo Kurti è salito al potere con la promessa, tra l’altro, di impegnarsi per l’uguaglianza sociale e di genere. Ciò che abbiamo notato durante un anno di questo governo sono state alcune politiche ad hoc che tendevano più all’improvvisazione che a tentativi di risolvere i problemi di fondo esistenti da tempo. Crediamo che ogni cittadino abbia diritto al matrimonio. La bozza di codice civile proposta dal governo è discriminatoria al riguardo, perché vede il matrimonio come un’unione legalmente registrata tra due coniugi di sesso diverso, ovvero marito e moglie. Sarebbero invece consentite le unioni civili registrate tra persone dello stesso sesso, e le relative procedure saranno regolate da una legge speciale. Non dovrebbe esserci una tale divisione. Il matrimonio dovrebbe appartenere a tutti i cittadini senza eccezioni e il governo ha l’obbligo di portarlo avanti. Le "indennità di maternità" sono una delle politiche che il governo ha "venduto" come in favore delle donne, che consideriamo in realtà essere essenzialmente antifemminista. Riteniamo che tali politiche che puntano sulle donne solo nel loro ruolo riproduttivo, non accompagnate da politiche occupazionali concrete, rischino di confinare ulteriormente le donne all’interno delle case sotto il peso del lavoro non retribuito.”
Recenti iniziative del governo Kurti
Il governo Kurti ha anche adottato misure legali per gettare le basi per nuove iniziative: l’istituzione del Fondo Sovrano e del Fondo per la sicurezza.
Con la destituzione del consiglio dell’Agenzia per la privatizzazione del Kosovo, il governo nel marzo 2022 ha approvato il documento concettuale per l’istituzione del Fondo Sovrano, che assumerà la proprietà degli asset strategici del Kosovo e avrà la responsabilità di investire per aumentarne il valore.
Dopo l’inizio della guerra in Ucraina, il governo ha anche istituito il Fondo per la sicurezza, per il quale richiedono il contributo dei cittadini. I fondi sono destinati ad essere utilizzati per sostenere la strategia di sicurezza dello stato.
Mentre alcuni processi sono stati avviati, altri si sono bloccati. Una cosa è certa, i prossimi tre anni del governo Kurti saranno impegnativi.
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