Kosovo: un altro ribaltone
Si cambia ancora. In Kosovo panorama politico in fermento. Si è dimesso il premier Kosumi ed al suo posto è emerso il nome di Agim Ceku, attualmente a guida dei Kosovo protection corps. Ma Belgrado non ci sta ed ha chiesto all’ONU di bloccare la sua candidatura
La scena politica kosovara è stata sconvolta un’altra volta. A soli pochi mesi dalla scomparsa del Presidente Rugova il primo ministro Bajram Kosumi ha rassegnato le dimissioni ed il presidente dell’Assemblea parlamentare Nexhat Daci lo dovrebbe fare a breve. La coalizione che governa il Kosovo, costituita dall’LDK e dall’AAK, ha deciso di comune accordo di liberarsi dei due politici. Secondo alcuni analisti la decisione era già stata presa almeno un mese fa, dopo la morte di Rugova.
Il premier Kosumi ha reso pubbliche le sue dimissioni immediatamente dopo che speculazioni in tal senso erano uscite sui media. Ha dichiarato che non poteva fare altrimenti dato che rischiava di venir meno il sostegno parlamentare al suo governo. Avrebbe dovuto di lì a poco incontrare Martti Athissari, desgnato dall’ONU per guidare i negoziati sullo status del Kosovo, ma l’incontro è saltato.
Per la seconda volta in poche settimane cambierà anche la composizione della delegazione che partecipa ai negoziati. I primi cambiamenti erano avvenuti in seguito alla morte di Rugova.
Secondo gli analisti la rivoluzione in seno al governo kosovaro sarebbe soprattutto frutto del dibattito interno all’LDK, rimasto orfano di Rugova e soprattutto della sua autorità.
Al posto di Kosumi dovrebbe arrivare Agim Ceku – militare di carriera che dopo aver combattuto in Croazia contro l’armata jugoslava, aveva preso le redini della guerriglia albanese in Kosovo (Uck) diventandone il comandante generale – e che ora è alla guida dei Kosovo protection corps (Kpc), una sorta di protezione civile che le autorità kosovare vedono come futuro embrione dell’esercito del Kosovo. Da Ceku inizialmente non sono arrivate conferme dirette in tal senso, anzi ha dichiarato di non coltivare ambizioin politiche. Ma poi si è detto "a disposizione della patria". Secondo fonti interne all’AAK – partito nelle cui file milita il premier uscente Kosumi – Ceku si sarebbe comunque iscritto al partito.
Agim Ceku in passato è stato colui che ha guidato il difficile processo di smilitarizzazione dell’UCK, trasformato appunto nei Kpc. In Kosovo Ceku è ritenuto uomo di grande autorità capace anche di parlare la lingua della diplomazia. In passato è stato in grado di gestire situazioni anche molto tese come la sospenzione di 12 membri dei Kpc accusati di crimini di guerra e terrorismo.
Ceku nel dopogerra è stato arrestato già due volte in seguito ad un mandato internazionale emesso dalle corti della Serbia per crimini di guerra. Non è mai stato però consegnato alle autorità serbe ed è stato dopo poco rilasciato.
Ceku è una personalità molto popolare in Kosovo e secondo gli analisti è una carta che Ramush Haradinaj, alla guida dell’AAK e del governo del Kosovo prima di essere incriminato presso il Tribunale dell’Aja, sta ora giocando per superare la poca autorità di Kosumi e i molti scandali emersi durante il suo governo.
Secondo i media negli ultimi tempi Kosumi avrebbe avuto più di una divergenza con Haradinaj ma la vera preoccupazione del gruppo dirigente dell’AAK sarebbe quella di perdere consenso in seno all’elettorato kosovaro. Se Ceku si allineasse all’AAK accadrebbe con tutta probabilità esattamente il contrario.
Agim Ceku, diplomato presso l’Accademia militare di Belgrado negli anni ’90 ha disertato dall’esercito jugoslavo per combattere al fianco di quello croato. E’ ritenuto essere stato lo stratega della battaglia nel Medak, nel 1993, ed anche uno dei protagonisti principali dell’operazione Tempesta, nell’agosto del 1995, quando l’esrecito croato riconquistò la zona della Krajine.
Ceku, nel caso venisse nominato premier, entrerà a far parte anche del gruppo kosovaro per i negoziati che ha cambiato ormai molti dei suoi componenti: Rugova, Kosumi e Nexhat Daci. Quest’ultimo, sfiduciato dal proprio partito, l’LDK, non ha ancora dato formalmente le dimissioni. Se non lo farà ci si ritroverà di fronte ad una crisi politica ed alla necessità di un voto di sfiducia in Assemblea.
In questo caso all’LDK ed all’AAK potrebbero servire anche i voti di Ora, il movimento capitanato da Veton Surroi. Secondo le speculazioni dei media quest’ultimo avrebbe buone relazioni con Ceku e potrebbe chiedere in cambio il posto di vice-primoministro.
Anche tutto filasse liscio questi cambiamenti in seno alla compagnie governativa non potranno non avere ripercussioni sui negoziati sul Kosovo. Anche perchè Belgrado ha già fatto sapere che è intollerabile che chi è a loro avviso responsabile di gravi crimini nei confronti della comunità serba sieda al tavolo dei negoziati. Ed ha fatto appello all’ONU di porre il veto sulla nomina di Agim Ceku a primo ministro del Kosovo. Ma una risposta è già arrivata. Soeren Jessen-Petersen, a capo dell’amministrazione ONU del Kosovo, ha dichiarato di non aver alcun diritto di "bloccare la candidatura di Ceku".
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