Kosovo, scioperi e rivendicazioni salariali
Il Kosovo è scosso da scioperi a catena per rivendicare migliori condizioni salariali, dopo che il premier Haradinaj si è raddoppiato lo stipendio a fine 2017. La recente approvazione di una nuova legge sui salari non sembra aver riportato la calma
Alla fine del 2017, il governo del Kosovo ha preso la decisione di raddoppiare gli stipendi dei propri membri. Il notevole aumento di stipendio di Haradinaj, da 1.443 a 2.950 Euro, ha segnalato agli altri dipendenti del settore pubblico che costringere il governo ad aumentare i loro stipendi era possibile. Per placare la pressione dell’opinione pubblica, il primo ministro ha deciso di emanare una nuova legge sulle retribuzioni, poi approvata dal parlamento il 2 febbraio 2019, mirante a mettere una soglia ai salari classificando le posizioni nella pubblica amministrazione e assegnando a ciascuna un "coefficiente salariale". Tuttavia, questo non ha fatto altro che buttare benzina sul fuoco.
Scioperi a catena
Le prime critiche sono arrivate dal sindacato dell’istruzione SBASHK (Sindacato educazione, scienza e cultura). A gennaio 2019, SBASHK ha chiamato i suoi membri a scioperare: la protesta è durata tre settimane, tenendo a casa oltre 500mila alunni e studenti esattamente all’inizio del nuovo quadrimestre. Gli insegnanti chiedevano un aumento del 30%: alla fine, il governo ha offerto loro un aumento più limitato. Lo stipendio degli insegnanti delle scuole superiori aumenterà di 74,5 euro per raggiungere i 515 euro, mentre gli insegnanti della scuola primaria otterranno un aumento di 49,5 euro e il loro nuovo stipendio sarà di 466 euro.
La categoria più agguerrita è quella dei chirurghi, che si sono sentiti offesi e sottovalutati dalla posizione salariale loro assegnata e hanno iniziato a scioperare a fine dicembre 2018, tenendo i pazienti in lista d’attesa per gli interventi. Dopo tre mesi di sciopero sono tornati al lavoro, a condizione di emendare la legge e aumentare il loro coefficiente a 8, pari a quello di giudici e pubblici ministeri. La legge approvata raddoppia il loro stipendio da 600 a 1.200 euro.
All’inizio di febbraio hanno iniziato a scioperare anche i controllori del traffico aereo. Il capo del sindacato di categoria, Artan Hasani afferma che, se lo status loro assegnato dalla legge non cambierà entro ottobre, per il governo ci saranno nuovi problemi. Secondo Hasani, la legge attuale non è in linea con i regolamenti dell’Unione Europea. "Le regole Ue non consentono ai governi di interferire con il bilancio di organismi indipendenti, come il controllo del traffico aereo. Riteniamo che la legge sui salari collochi tutte le categorie in un unico calderone, ostacolando la possibilità di promuovere le capacità professionali", ha detto a OBCT.
La legge non è uguale per tutti
Secondo il governo, la legge sulle retribuzioni metterebbe ordine nei salari del settore pubblico, dal momento che finora ci sono stati diversi stipendi per posizioni identiche in diverse istituzioni. Tuttavia, secondo Agron Demi, policy analist presso l’istituto GAP di Pristina, la legge non ha incluso tutti i settori. "Ad esempio, i dipendenti dell’Agenzia per le privatizzazioni, Post Telecom ecc. non sono stati inclusi. Un custode dell’Agenzia per le privatizzazioni guadagna 400 euro, un impiegato in teatro 337 euro. Invece di mettere ordine, la legge sui salari è stata utilizzata come strumento per aumentare i salari quasi del 100% in alcuni settori", afferma Demi.
La legge sulle retribuzioni, che aumenta i salari in molti settori pubblici nel 2019, costerà al bilancio del Kosovo 730,7 milioni di euro: un aumento di 140,7 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Ruud Vermeulen, rappresentante residente del Fondo monetario internazionale in Kosovo, ha affermato che un aumento del 30% dei salari sarebbe troppo oneroso per l’economia, che l’FMI prevede cresca quest’anno del 4,2%, rispetto al 4% del 2018 secondo un rapporto Reuters.
Demi ritiene che il governo abbia violato la legge sulle finanze pubbliche, approvata tre anni fa, secondo cui gli aumenti salariali devono essere in linea con la crescita del PIL. Secondo l’analista, mentre la crescita del PIL nel 2017 è stata del 4% circa, il capitolo di bilancio per i salari nel 2019 è aumentato del 23%.
La tensione è destinata a rimanere alta
La legge sulle retribuzioni, approvata dal parlamento a gennaio, sarà attuata fra dieci mesi (ottobre 2019). Nel frattempo, i sindacati scontenti continueranno a chiedere aumenti salariali in quasi tutti i settori pubblici. Controllori del traffico aereo, infermieri e altri operatori del settore pubblico hanno avvertito che torneranno a scioperare se il governo non li ascolterà. Alcuni si aspettavano che il presidente ponesse il veto alla legge e la rimandasse in parlamento, ma Hashim Thaçi non ha firmato né intrapreso altri passi legali, quindi la misura è entrata in vigore in modo automatico.
Con la nuova legge, il salario medio nel settore pubblico sale a circa 761 euro, mentre nel settore privato rimane molto più basso, intorno ai 416 euro. Tale discrepanza rende il settore privato meno attraente per i lavoratori, afferma Agron Demi, sottolineando che l’aumento delle retribuzioni nel settore privato negli ultimi sette anni è stato solo del 4,6% contro il 6% dell’inflazione cumulativa nello stesso periodo.
Quel che è peggio, nepotismo, clientelismo e assunzioni pilotate sono un "segreto pubblico" in Kosovo e, come dice Demi, molte persone sono costrette a diventare membri di un partito per trovare lavoro. Ciò ha vaste implicazioni nel mercato del lavoro, nell’istruzione, nei servizi pubblici, nella responsabilità e nella corruzione.
"Nella letteratura politica, paesi come il Kosovo sono considerati stati ‘neo-patrimoniali’: dall’esterno sembrano paesi moderni, con una costituzione, un sistema legale funzionante, ecc., ma le effettive operazioni del governo e la gestione delle risorse statali sono spartite tra amici e familiari", conclude Agron Demi.
Nonostante le richieste di OBCT, i funzionari governativi hanno rifiutato di rispondere a domande relative alla legge sui salari.
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