Kosovo, luce verde alla Corte sull’UÇK
Col via libera della Corte costituzionale, il Kosovo è più vicino alla creazione di una Corte speciale, che dovrebbe giudicare presunti reati commessi durante e dopo la guerra da combattenti dell’UÇK. Un’istituzione che però è vista a Pristina con non pochi dubbi
Sul Kosovo ci sono pressioni internazionali perché crei rapidamente un nuovo tribunale speciale, patrocinato dall’Unione europea, che si occupi dei reati commessi durante e dopo la guerra da alti personaggi dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (UÇK). La Corte costituzionale ha stabilito la settimana scorsa che le Camere speciali e l’Ufficio del Procuratore Speciale, noto come Tribunale speciale per il Kosovo, non violano alcun diritto o libertà. Il tribunale ha respinto l’istanza del principale partito di opposizione Vetëvendosje (Autodeterminazione), che sosteneva che il progetto di legge sul tribunale speciale violasse il diritto del Kosovo creando un organo giudiziario parallelo.
Il parlamento kosovaro dovrebbe approvare in tempi brevi le modifiche costituzionali con una maggioranza di due terzi, insieme ad una legge che consenta di istituire il tribunale speciale per i crimini di guerra nell’ambito del sistema giudiziario del Kosovo. Secondo il progetto di legge, una camera avrà sede in Kosovo e una in un paese ospitante, mentre la procura sarà in uno Stato membro dell’UE, probabilmente l’Olanda.
L’ambasciatrice americana a Pristina Tracey Ann Jacobson ha avvertito la leadership del Kosovo che gli Stati Uniti non avrebbero potuto continuare a bloccare i tentativi da parte della Russia (membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite) di creare il tribunale per il Kosovo se il parlamento non fosse riuscito ad approvare la creazione del nuovo tribunale speciale. Il rappresentante speciale dell’Ufficio UE in Kosovo ha dichiarato che la creazione di un ambiente sereno per lo svolgimento di un processo giudiziario indipendente e imparziale è l’unico modo di affrontare le gravi accuse. "Le camere speciali non riscriveranno la storia, né esprimeranno giudizi su di essa, ma cercheranno di stabilire la giustizia e le responsabilità per ogni individuale illecito penale", dice il comunicato.
Una questione emotivamente sensibile
Secondo alcuni esperti di diritto di Pristina, la creazione del tribunale speciale è irreversibile. Per l’avvocato Kujtim Kerveshi, le istituzioni locali devono avere un proprio ruolo in questo processo. "La creazione di questa corte susciterà senza dubbio emozioni, ma la Repubblica del Kosovo dovrebbe essere al timone di questo processo. Delegare la creazione di questo tribunale al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non garantirebbe in alcun modo un ambiente più favorevole per il processo, sminuirebbe il processo di state-building del nostro Paese e creerebbe un difficile terreno di negoziato tra i paesi che appoggiano l’indipendenza del nostro Paese e paesi che vi si oppongono", ha dichiarato Kerveshi a OBC.
Il Gruppo studi giuridici e politici ha esaminato le conseguenze possibili se il Kosovo non dovesse creare il tribunale. "In generale, lo studio conclude che questo metterebbe a rischio tanto la statualità del Kosovo quanto la sua credibilità internazionale. Tuttavia, ci sono altre strade che possono essere esplorate e tutte coinvolgono il Consiglio di Sicurezza. Naturalmente, il coinvolgimento del Consiglio di sicurezza darà risalto alla Risoluzione 1244 e di conseguenza indebolirà la statualità del Kosovo", spiega Dren Doli.
Un tribunale politico?
Dal 1999 i presunti crimini di guerra in Kosovo sono stati trattati dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY), dalla Missione delle Nazioni Unite in Kosovo (UNMIK) e dalla missione UE sullo stato di diritto in Kosovo (EULEX), ma finora pochi colpevoli sono stati puniti. La maggior parte dei crimini di guerra sono stati commessi dai serbi contro gli albanesi del Kosovo, ma un rapporto del Consiglio d’Europa, seguito dalla Task Force Investigativa speciale dell’UE, accusa alte figure dell’Esercito di Liberazione del Kosovo di crimini commessi dopo la guerra e parla di convincenti indizi di traffico di organi da parte dei combattenti.
Tuttavia, la maggioranza delle persone a Pristina vede il nuovo tribunale speciale per il Kosovo come un processo politico per placare le continue richieste della Serbia perché si faccia giustizia per i crimini commessi contro i serbi in Kosovo. Secondo Dren Doli, la creazione del tribunale speciale non è solo un servizio alla giustizia, ma nasce anche da significative considerazioni politiche. "Ci sono due ordini di argomenti che aiutano a spiegarla. Primo, poiché il Kosovo è passato attraverso l’amministrazione internazionale delle Nazioni Unite e una missione UE sullo stato di diritto (unica nel suo genere, sia in termini di autorità che di strutture), l’istituzione di tale tribunale è necessariamente percepita come il fallimento di ONU (ICTY compreso) e UE nel perseguire i presunti crimini, o un’ulteriore ingiustizia che il popolo del Kosovo deve accettare. In secondo luogo, la necessità di tale tribunale è una risposta alle accuse contenute nel controverso rapporto Marty", ha dichiarato Doli a OBC.
"Indipendentemente dalla affidabilità del rapporto, questo ha danneggiato l’immagine del Kosovo e richiedeva una risposta. Infine, accettare l’istituzione di questo tribunale diventa ancora più problematico se si nota la portata dei crimini di guerra contro gli albanesi del Kosovo non ancora affrontati. Tutto considerato, le istituzioni del Kosovo devono essere consapevoli che istituire questo tribunale contribuirà a rafforzare la credibilità del Kosovo e confermare il suo impegno per lo stato di diritto e l’integrazione europea. Inoltre, la creazione del tribunale aiuterà il Kosovo a migliorare la propria immagine e chiudere un altro capitolo di speculazioni", ha aggiunto.
Il fattore tempo
Molti dei casi di cui il nuovo tribunale speciale per il Kosovo si occuperà ora risalgono a quasi 16 anni fa. Sono rimaste pochissime prove materiali e parte dei casi si dovranno basare esclusivamente sulle testimonianze, istituzione molto fragile in Kosovo. L’avvocato Kujtim Kerveshi è scettico che le camere speciali e l’Ufficio del procuratore speciale riusciranno a garantire giustizia.
"Per quanto riguarda i crimini di guerra che sarebbero stati commessi da ex membri dell’UÇK, è difficile credere che il tribunale sarà particolarmente efficace, perché presumo che la maggior parte dei casi sono ormai vecchi ed è mia sensazione che la questione sia affrontata su basi più politiche che giuridiche. Spero davvero che questo tribunale sia efficiente e responsabile, perché l’ICTY ha affrontato in modo poco professionale i crimini di guerra, non ha raggiunto alcun risultato e per di più ha violato gravemente i diritti delle parti. Alcuni dei personaggi politici che sono stati giudicati da tribunale dell’Aja e alcuni che sono stati nominati come sospetti sono stati perseguiti per molti anni e alla fine il giudice li ha assolti", ha detto.
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