Kosovo: la Pristina dei giochi in scatola
A Pristina, Kosovo, è stato inaugurato un bar dedicato ai giochi in scatola. Per i suoi ideatori è soprattutto un nuovo modo di socializzare
(Pubblicato originariamente da K2.0 il 7 aprile 2018)
Attentamente, Ermir Suldashi tira fuori il gioiello della sua collezione di giochi in scatola. Come co-proprietario del Mana Bar Giochi in Scatola ne è in possesso di un’ottantina, tutti in ottime condizioni. Ma questo è il suo preferito.
Si chiama Skenderbeu ed è un gioco di strategia ambientato nei Balcani. Ma il motivo per cui ne va orgoglioso non è tanto per il tipo di gioco ma per la lingua. È l’unico gioco in scatola qui al Mana completamente in albanese: tutti gli altri giochi sono stati importati dal Regno Unito.
“Il mercato dei giochi in scatola in Albania è molto piccolo ed è rappresentato in particolare da alcuni appassionati a Tirana”, racconta Suldashi. “Ultimamente però l’interesse sembra aumentato e spero si diffonda anche in Kosovo”.
Ermir Suldashi è informatico durante il giorno e barista la sera e fa il suo per diffondere questa passione. È lui il responsabile della gestione del bar mentre il suo socio, Rron Imami, grafico che lavora a Londra, si occupa dello sviluppo del marchio. Hanno fondato il Mana come risposta ad una scena sociale a Pristina che stava loro stretta.
“Ai nostri occhi la città era diventata un po’… noiosa. C’era poco da fare con gli amici se non uscire a bere qualcosa, guardarsi un film e ritrovarsi ogni tanto a casa di qualcuno a giocare con giochi in scatola. E allora ci siamo detti che forse qualcuno aveva voglia di uscire ed andare in un posto senza pregiudizi, senza trucchi e solo con giochi in scatola e pura amicizia”, racconta Imami.
Entrambi i co-fondatori hanno vissuto all’estero – Suldashi da studente a Chicago, Imami da professionista a Londra – e i bar dove si trovano giochi in scatola non contraddicono il trend internazionale. In paesi come gli Stati uniti e la Gran Bretagna sono divenuti un’alternativa di nicchia ai tradizionali luoghi aggregativi.
“Ho sempre amato giocare coi giochi in scatola e ho notato che non vi era in tutta Pristina un solo posto dove lo si potesse fare. Abbiamo cercato di dare un’ambientazione un po’ diversa da quella un po’ tetra che caratterizza questi posti altrove” aggiunge Suldashi. “L’unico problema è che ora non ho più tempo per giocare!”.
Tuttavia, come modello di business, questo tipo di attività sembra votata al fallimento. La maggior parte dei bar ricavano i loro introiti da un frequente ricambio di avventori e dalle bevande consumate. Al contrario una buona sessione di gioco implica tempo ed una certa sobrietà.
Per risolvere la parte economica dell’equazione il bar chiede due euro a chi desidera giocare. Ma soprattutto il Mana Bar Giochi in Scatola tenta di perorare la causa di una nuova cultura da bar.
“Molta gente si stufa di bere caffè tutto il giorno mentre i giochi in scatola ti permettono di staccare ed allo stesso tempo di socializzare in un modo che, ad esempio, i videogiochi non fanno”, spiega Suldashi. “L’idea è di creare un luogo dove si possano divertire sia principianti che appassionati”.
L’atmosfera è chiara non appena si entra al Mana. Sei tavoli sono occupati da pubblici differenti: in un tavolo all’angolo veri e propri veterani giocano a Risiko, in un altro ragazzi delle superiori si divertono sonoramente giocando a Jenga. La maggior parte degli avventori sono studenti o giovani adulti ma Mana ha già accolto una gran varietà di visitatori. Sono benvenuti anche i bambini per provare a giocare con giochi pensati in modo specifico per una clientela più giovane.
“Sta diventando frequente anche che ci si ritrovi qui per appuntamenti galanti”, racconta Suldashi con un sorriso.
Titoli come Monopoli, Risiko e Cluedo sono i più ricercati dagli ospiti e ve ne sono a disposizione diverse scatole. Allo stesso tempo, i fondatori di Mana si augurano che possa essere un luogo che stimola anche l’utilizzo di giochi in scatola meno conosciuti.
Abbiamo un’ampia libreria di giochi e quindi la gente si rende conto che si può andare oltre il Monopoli e il Risiko e che ve ne possono essere altri di molto complessi o di molto semplici, ma tutti molto divertenti. C’è una gran varietà di modi di giocare con i propri amici”, racconta Imami.
Ad uno dei tavoli quattro studenti – Pleurat, Drita, Art e Edina – stanno facendo una pausa dai loro studi impegnati in un complicato gioco in scatola che si ispira alla serie TV “Il trono di spade”. Tra una mossa sul campo da gioco ed una carta raccolta spiegano il senso di passare una serata così.
“Ho sempre sognato di avere un posto così nel mio paese e finalmente è divenuta realtà”, racconta Pleurat. “Sono un grande fan di ogni tipo di gioco e qui riesco a godermeli in un contesto sociale migliore che davanti ad un computer”.
Mana ha aperto solo due settimane fa ma sembra aver colpito nel segno. La gente è in coda per un tavolo libero o si prenota per i giorni successivi. Suldashi e Imami pensano già ad aprire un secondo spazio in città se la domanda rimane così alta.
"Vi è stato un vuoto di cultura relativamente ai giochi in scatola nel nostro paese”, racconta Suldashi. “Giochi tradizionali quali gli scacchi sono molto diffusi ma se ne conoscono pochi altri. Vogliamo introdurli come nuova forma di socializzazione”.
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