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Kosovo: ex nemici, nuovi alleati

In passato acerrimi nemici, ora partner di governo. I due maggiori partiti politici del Kosovo, il PDK e l’LDK, si sono accordati per formare un nuovo esecutivo. Un matrimonio di convenienza che si prospetta difficile

11/12/2014, Violeta Hyseni Kelmendi - Pristina

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A sei mesi di distanza dalle elezioni politiche in Kosovo due forze politiche sino ad ora ferocemente contrapposte si sono accordate per formare un nuovo governo, guidato dall’ex sindaco di Pristina Isa Mustafa. Il leader del Partito democratico del Kosovo (PDK) prenderà dunque il posto del leader della Lega democratica del Kosovo (LDK), Hashim Thaçi, che ha guidato il paese per quasi sette anni. Thaçi ricopre ora la funzione di vice-primo ministro del governo e ministro degli Esteri, in attesa di diventare nel 2016, come previsto dall’accordo di coalizione, Presidente della Repubblica.

La coalizione tra due partiti sino a poco tempo fa ostili è stata criticata non solo da chi è rimasto all’opposizione ma anche da alcuni stessi esponenti dei partiti ora insieme al governo del paese. Vjosa Osmani, una delle figure chiave dell’LDK nonché la donna più votata del Kosovo, ha avvertito che “la coalizione con il PDK ha spezzato per sempre il cuore dell’elettorato dell’LDK così come la loro fede incrollabile nel partito. La decisione va contro la volontà nei nostri elettori che ce l’hanno fatto presente durante centinaia di incontri pubblici. La loro unica richiesta era: non con il PDK", ha affermato la Osmani.

Una scelta difficile

Ma il Primo ministro Mustafa ha ribadito che la decisione di guidare il paese in coalizione con il Partito democratico è stata frutto di una scelta sì difficile, ma l’unica possibile per porre fine allo stallo politico in cui si trovava il paese.

Secondo l’analista politico kosovaro Muharrem Nitaj, l’accordo tra il PDK e l’LDK è stato però sottoscritto solo per gli interessi personali dei due leader. “I partiti che si sono accordati per condividere il potere sono stati estremamente ostili l’un l’altro in passato; di conseguenza è impossibile che funzionino insieme. Hanno suddiviso il potere, questo governo avrà due leader. Mustafa avrà il controllo dei ministeri a guida LDK mentre Thaçi controllerà i ministri targati PDK. Questo governo non promette niente di buono”, ha aggiunto l’analista.

I "consigli" della comunità internazionale

La notizia è stata benaccolta dalla comunità internazionale che gioca ancora un ruolo importante nel processo di decision-making nel paese: la coalizione tra i due maggiori partiti è infatti fattore cruciale per far progredire il dialogo tra Pristina e Belgrado per la normalizzazione delle loro relazioni e per la creazione della Corte speciale che indagherà sulle accuse di crimini di guerra in Kosovo.

"Sono stati gli internazionali a ‘consigliare’ ai due partiti di collaborare, e, nel contesto politico kosovaro, un ‘consiglio’ da parte loro equivale ad un’influenza diretta. Danno grande importanza alla stabilità del paese, all’agenda per l’istituzione della Corte speciale, al dialogo con Belgrado e alla fondazione dell’Associazione delle municipalità serbe. Sono preoccupati dal fatto che il loro investimento nella creazione dello stato del Kosovo si possa concludere con un fallimento, senza pensare al prezzo che pagheranno i kosovari”, ha spiegato ad OBC l’analista Imer Mushkolaj.

E infatti la formazione del nuovo governo in Kosovo è stata accolta con favore dalla comunità internazionale. “Sono in attesa di inizare a lavorare con il nuovo governo sul percorso del Kosovo verso l’Ue e sulla ripresa del dialogo di alto livello per la normalizzazione delle relazioni tra Pristina e Belgrado nel prossimo futuro – ha affermato Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza per l’Unione europea – una vera normalizzazione è l’ambizione che condividiamo con entrambe le parti. Il lavoro deve continuare con urgenza, sia con la piena implementazione degli accordi già siglati sia discutendo nuove questioni che ancora aspettano di essere affrontate. Sono pronta ad impegnarmi personalmente per l’avanzamento dei progressi nella normalizzazione delle relazioni”.

Sfide

Ma il dialogo con Belgrado non è l’unica sfida per il nuovo Primo ministro. Isa Mustafa dovrà affrontare il problema della corruzione e del crimine organizzato e sviluppare l’economia del paese più povero dei Balcani. La vicepresidente del Parlamento europeo e rapporteur speciale per il Kosovo, Ulrike Lunacek, durante una conferenza stampa a Pristina ha avvertito che il nuovo governo kosovaro dovrà affrontare l’immenso problema della disoccupazione giovanile e creare prospettive per i giovani creando nuovi e sostenibili posti di lavoro. Secondo la Lunacek, la recente e massiccia tentazione dei kosovari di emigrare in Europa è un segnale forte del fatto che le persone non vedono prospettive nel paese. L’eurodeputata ha quindi richiamato la leadership kosovara a migliorare la situazione socio-economica in Kosovo, avvertendo che la richiesta di asilo politico dei kosovari in Europa renderà molto difficile il processo di liberalizzazione dei visti.

In Kosovo il tasso di disoccupazione raggiunge il 40%. Durante la campagna elettorale i partiti che sono entrati nella coalizione di governo hanno promesso grandi investimenti per combattere la disoccupazione. Il PDK ha promesso di creare 200.000 nuovi posti di lavoro per i giovani nei quattro anni del mandato di governo, mentre l’LDK ne ha promessi 120.000. Adesso gli elettori aspettano solo che i due partiti realizzino le promesse fatte.

L’analista politico Imer Mushkolaj ha sottolineato che il nuovo governo dovrà affrontare anche altre sfide, in particolare quelle provenienti dalle pressioni per migliorare il welfare, mentre dovrà contemporaneamente realizzare l’agenda della comunità internazionale. Mushkolaj ha criticato sia il PDK che l’LDK per la deprimente situazione sociale ed economica del Kosovo. “Neanche i più grandi ottimisti credono che Isa Mustafa cambierà il modello di governance del paese. Certo, il governo è cambiato, ma la governance no”, ha spiegato il ricercatore.

Minoranze e rappresentanza femminile

Le minoranze sono riuscite ad assumere una posizione importante all’interno del nuovo esecutivo. Sono infatti rappresentate da un Vice-primo ministro e da quattro ministri su 21. Questa loro presenza è garantita dalla Costituzione del Kosovo. Ma per la prima volta la “Srpska lista” (Lista serba), fortemente appoggiata da Belgrado, e con una visione radicale, è stata integrata nelle istituzioni del Kosovo.

L’analista Muharren Nitaj ha spiegato ad OBC che la partecipazione della “Srpska lista” nelle istituzioni del Kosovo ha più a che vedere con la formalizzazione del controllo che Belgrado esercita all’interno del governo e parlamento kosovaro piuttosto che un riconoscimento dell’indipendenza del giovane paese.

Per quanto riguarda, invece, la partecipazione delle donne alla vita poltica del Kosovo, la rappresentanza di genere nel nuovo governo è deludente. Solo 2 su 21 ministeri del nuovo governo di coalizione saranno guidati da donne.

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