Istriana, una pedalata d’autunno
Un viaggio in Istria è anche un’esperienza letteraria. Ce lo racconta Fabio Fiori, in questa sua Istriana, con la sua bicicletta e le poesie di Rainer Maria Rilke. La prima puntata del reportage uscirà questa settimana e sarà dedicata a Trieste
L’Istria non è solo un’affascinante penisola, una terra di mezzo tra Alpi e Balcani, circondata dalle acque adriatiche. L’Istria è anche un genere narrativo. Perché in tanti hanno raccontato questa terra multicolore, queste acque iridescenti, queste culture plurali. In Istria sono ambientate e all’Istria sono dedicate poesie e racconti, reportage e saggi. Una letteratura istriana che prescinde lo status e le lingue delle autrici e degli autori, comunque fortemente influenzate da colori, profumi, rumori e intrecci di civiltà.
Perciò un viaggio in Istria può essere anche un’esperienza letteraria, un’occasione per leggere o rileggere pagine altrui, un invito a scriverne di nuove. Ma chi viaggia a piedi o in bici non può portarsi troppi libri, deve saper scegliere. Perché la carta pesa e la leggerezza è forse l’unica certezza del viandante. Quindi per il mio viaggio autunnale in bicicletta sulle strade dell’Istria, niente guide, niente romanzi. Solo Poesie di Rainer Maria Rilke, che per inciso in Istria non c’è mai stato o almeno io non ne so niente. Di certo però l’ha vista dal ponte di una nave, che dal Cairo lo portava a Venezia, e dai sentieri di Duino, nei mesi che precedevano l’abisso della Prima Guerra Mondiale e la fine di un’epoca. Comunque non è per queste visioni che l’ho scelto. Ho preferito la compagnia di Rilke, semplicemente perché volevo qualcuno capace di farmi prestare attenzione ai particolari, ai dettagli, ai profumi del lentisco, ai sapori del ginepro, ai colori del lauro “più scuro un poco / di tutto l’altro verde, con onde piccole ad ogni / margine di foglia (come di un vento il sorriso)”. Rilke voce di una Mitteleuropa multiculturale, di cui l’Istria è l’anima adriatica.
Istriana è il racconto a puntate di una Penisola che ho pedalato nei primi giorni del settembre scorso, dalla Vecchia Lanterna di Trieste al Faro di Punta Salvore, fino all’ultimo scoglio di Capo Promontore. Per salire poi sulla vetta del Monte Maggiore, per vedere l’Istria in un unico giro d’orizzonte, da Fiume a Trieste, dove sono tornato attraversandola all’interno.
Pagine sui paesaggi istriani, le mirabilia senza tacere le terribilia, i centri storici e i nuovi resort, sulle solitudini dei sentieri montani e sul traffico delle strade costiere. Ma anche voci istriane, tra cui quelle di un pescatore di Rovigno e di una contadina di Albona.
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