Inferno bianco
Il 2008 in Bulgaria è iniziato all’insegna di forti nevicate e temperature polari, che hanno bloccato il paese. Nonostante le precipitazioni fossero ampiamente previste, istituzioni e ditte private negano ogni responsabilità per i disagi e si difendono come ai tempi del regime: "La neve ci ha colto di sorpresa!"
L’anno nuovo ha portato alla Bulgaria bufere di neve e freddo polare, con temperature scese a -20°. Nella notte tra il primo dell’anno e il 2 gennaio, forti nevicate hanno coperto il paese, e da allora il manto nevoso non è ancora scomparso. Centinaia di persone sono rimaste intrappolate sulle strade, divenute impraticabili, all’interno di automobili ed autobus, anche per venti ore, senza acqua e cibo, a temperature polari. Nonostante la situazione fosse stata ampiamente prevista dai metereologi, le istituzioni statali si sono fatte sorprendere incapaci di reagire all’emergenza. Moltissime strade, dalle autostrade alle vie di comunicazioni minori, sono rimaste bloccate per giorni. La vita dell’intero paese, durante i primi giorni del 2008, è rimasta letteralmente "congelata", e molti centri abitati, seppelliti da cumuli di neve, sono restati senza acqua potabile ed elettricità. Particolarmente grave la situazione nella zona di Stara Zagora, a Ruse, dove le strade non sono ancora state liberate, ma anche a Nikopol, Pleven, nei comuni di Samuil, Isperih e Kubrat, nelle regioni di Veliko Tarnovo, Silistra e Shumen. Il nodo stradale "Petolachkata" si è trasformato per oltre venti ore in una trappola di neve, nella quale centinaia di automobilisti hanno aspettato invano l’arrivo degli spazzaneve. E "Petolachkata" non è una remota località montana, ma una delle arterie principali del paese.
Mentre la neve si accumulava, le istituzioni cominciavano a scaricarsi a vicenda la responsabilità per la mancata reazione agli eventi. Il ministro delle Politiche di reazione alle Calamità e alle Avarie, Emel Etem era in ferie, e non si è degnata di interrompere le vacanze per fronteggiare la crisi. "Il ministro Calamità invita i cittadini a non viaggiare", ha titolato ironicamente il quotidiano Novinar, nell’edizione del 5 gennaio, commentando i consigli forniti dall’introvabile ministro: viaggiare solo in caso di assoluta necessità, portandosi dietro cibo, coperte, acqua e telefonino con le batterie cariche. Anche il premier Sergey Stanishev ha reagito in modo inadeguato, affermando che la colpa per quanto successo era da attribuire alla metereologia…
Yani Yanev, deputato del movimento Forze Democratiche Unite, ha annunciato che proporrà un voto di sfiducia verso l’attuale esecutivo, "per l’inattività del governo, che ha messo in pericolo la vita e la salute di migliaia di cittadini bulgari", durante le precipitazioni nevose di inizio 2008. La situazione di caos completo ha lasciato molti strascichi polemici. Le istituzioni che dovrebbero occuparsi della pulizia delle strade e della rimozione della neve si sono scambiate accuse, e alla fine nessuno si è preso la responsabilità dell’ "inferno bianco" patito dai cittadini. Per le autostrade e le strade di primaria importanza, risponde il fondo "Infrastruttura stradale della Repubblica", controllato dai ministeri dello sviluppo regionale, dei trasporti e delle finanze. Delle strade interne ai centri urbani, invece, sono responsabili i vari sindaci. In questi giorni sono piovute anche minacce di annullare i contratti con le ditte che dovrebbero curare la viabilità di "Petolachka" e di tratti dell’autostrada "Trakiya". Bozhidar Yotov, sindaco di Ruse, la città più colpita in assoluto, ha annunciato che straccerà il contratto con la società che non è stata in grado di liberare le strade cittadine. Molte strade di Ruse sono ancora inagibili, e l’immondizia si accumula nelle strade, visto che raccoglierla è impossibile.
Autostrade a singhiozzo
Nel frattempo, lunghi tratti della rete autostradale si sono trasformati in piste ghiacciate, diventando così estremamente pericolosi. Dall’8 gennaio alcune autostrade sono chiuse al traffico, e possono essere percorse solo grazie a permessi speciali. Il traffico viene interrotto soprattutto la mattina e la sera, quando lo strato di ghiaccio si fa più spesso. Il tratto dell’autostrada "Hemus", che porta da Varna a Shumen, ad esempio, il 7 gennaio è rimasto aperto soltanto durante il giorno. Anche viaggiare sull’autostrada "Trakiya" è problematico: il tratto da Stara Zagora a Chirpan è chiuso fino all’ora di pranzo, anche perché fino ad oggi non è stata individuata nessuna ditta che possa provvedere alla rimozione della neve.
A Sofia si aspetta che la neve si sciolga da sola…
Nel complesso, però, la situazione più difficile è quella che si vive a Sofia. La città è rimasta totalmente bloccata da una coperta bianca spessa più di trenta centimetri. Invece di provvedere alla pulizia delle strade, le autorità si sono limitate a invitare i cittadini a rimanere a casa durante il primo giorno lavorativo dell’anno. Molte strade a tutt’oggi non sono ancora state ripulite. Molti quartieri della capitale sono rimasti senza riscaldamento, ed alcuni anche senza elettricità, visto che la società pubblica "Toplofikatziya" non aveva richiesto combustibile a sufficienza.
Il 2 gennaio il sindaco, Boyko Borisov, ha dato un ultimatum di un giorno alla ditta responsabile per liberare le strade dalla neve, dopo aver accertato che le macchine a disposizione erano appena 41, e non 250, come dichiarato dalla società concessionaria. In seguito, però, lo stesso Borisov ha lodato l’operato della ditta, nonostante il fatto che molte strade sono rimaste semi-bloccate. Il comportamento del comune di Sofia è stato poi a dir poco discutibile: da una parte ha punito il concessionario con una multa di appena 31.800 leva (circa 16mila euro) dall’altra ha annunciato l’intenzione di mettere a disposizione per questo tipo di situazioni un budget ulteriore di cinque milioni di leva, nel corso dell’anno. "Abbiamo buttato milioni, e continuiamo a restare sotto la neve", hanno commentato i politici dell’opposizione in consiglio comunale. Per una reale pulizia delle strade, gli abitanti di Sofia aspettano temperature più miti.
Da una parte i politici affermano che non ci sono soldi a sufficienza, dall’altra, però, i proprietari delle ditte concessionarie per la pulizia delle strade accumulano guadagni da capogiro. Rumen Gaytarski, noto col soprannome "il lupo", ex concessionario, è noto per il suo amore per le macchine di lusso, soprattutto "Bugatti" e "Maibach". Nella primavera del 2007, il businessman Georgi Krumov è subentrato al "lupo", anche grazie all’appoggio del sindaco Borisov. Allora Krumov promise che avrebbe pulito Sofia meglio, allo stesso prezzo, e Borisov si vantò di aver messo da parte il discusso Gaytarski. Al momento, però, l’unica differenza visibile è di tipo "automobilistico", visto che Krumov preferisce le "Maserati".
La neve ci ha colto di sorpresa!
L’"inferno bianco" è sceso sulla Bulgaria solo alcune settimane dopo la spartizione, da parte delle istituzioni statali, di un avanzo di bilancio di 1,4 miliardi di leva. Ben venti milioni di leva sono stati destinati alla pulizia delle strade dalla neve, somma che si aggiunge al budget ordinario delle infrastrutture stradali, che nel 2007 ha raccolto ben 220 milioni di leva di tasse di circolazione. Sono molte le istituzioni a condividere la responsabilità di quanto successo, anche se nessuna ha voluto prendersela. Solo il presidente ha parlato di cattivo coordinamento, invitando allo stesso tempo a non drammatizzare.
C’è un vecchio detto dei tempi del regime: "La neve ci ha colto di sorpresa!", con cui i bulgari prendevano in giro l’impreparazione degli organi dello stato, che ogni inverno si facevano sorprendere dalla metereologia. Oggi, in un regime di economia di mercato, della pulizia delle strade dovrebbero occuparsi ditte private, che ricevono milioni di leva dal budget pubblico, riempito con le tasse pagate dai cittadini. Ma anche loro hanno imparato la vecchia canzone: "La neve ci ha colto di sorpresa!". Come se la neve fosse caduta ad agosto, e non a gennaio.
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