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Indipendenza idroelettrica

L’amministrazione de facto del Nagorno-Karabakh ha dato inizio a un ambizioso progetto di costruzione di centrali idroelettriche, con la convinzione che indipendenza energetica, economica e politica siano strettamente correlate

23/06/2009, Gegam Bagdasaryan - Stepanakert

Indipendenza-idroelettrica1

Gli studiosi che si occupano delle problematiche del Caucaso meridionale parlano solitamente di "politiche indipendenti" del Nagorno-Karabakh con molta cautela. Spesso viene sottolineato l’alto livello di dipendenza economica del Nagorno-Karabakh dall’Armenia, che sarebbe alla base della dipendenza anche politica di questa regione da Yerevan.

L’affermazione è certamente discutibile, ma è difficile negare che i mezzi a disposizione di questa seconda entità armena per raggiungere una politica autonoma siano effettivamente limitati. Ciononostante, all’interno del Nagorno-Karabakh, negli ultimi anni risuonano sempre più forti le voci di chi auspica maggiore autonomia politica dall’Armenia.

L’amministrazione de facto del Nagorno-Karabakh non si esprime esplicitamente sulla questione e non promuove discussioni pubbliche su questo argomento. Sembrerebbe però che le autorità locali cerchino un approccio più pragmatico al problema, e con l’obiettivo di evitare un confronto diretto con le autorità armene, stiano provando a porre le basi per una futura partnership paritaria con l’Armenia.

Ecco perché negli ultimi tempi si sono intraprese misure sempre più decise per assicurare l’autonomia economica della repubblica non riconosciuta del Nagorno-Karabakh.

Le autorità de facto hanno iniziato a operare in questa direzione partendo dal settore energetico, puntando ad andare addirittura oltre l’autosufficienza energetica, senza aspettare iniziative dall’Armenia. Senza perdere tempo, hanno trovato nuovi partner tra i membri della diaspora e hanno fatto leva sulla risorse interne.

Quasi senza preavviso, sulla stampa sono comparse notizie riguardanti la costruzione nel Nagorno-Karabakh di due centrali idroelettriche su iniziativa del forum delle comunità armene in Europa. La notizia è stata resa pubblica da Ashot Grigoryan, presidente del forum e capo della comunità armena nella Repubblica slovacca. Pare che nel 2008, nel corso delle celebrazioni per il decimo anniversario del forum, sia stato presentato il programma di investimento conosciuto come "50+50 milioni di euro". Nell’ambito del programma, la Slovacchia concede il finanziamento diretto allo sviluppo dell’economia armena. "Lo scopo principale di tale programma è l’introduzione in Armenia e nel territorio del Nagorno-Karabakh di tecnologie moderne, così come la realizzazione di grossi lavori da attuare nel settore energetico" – sottolinea Grigoryan.

All’inizio di marzo di quest’anno, ha avuto luogo a Stepanakert, sede del governo del Karabakh, la presentazione di un programma di investimento su larga scala per lo sviluppo del settore energetico della regione, con la creazione della società per azioni "ArtsakhGES" ("Centrali idroelettriche del Nagorno-Karabakh"). Il Primo ministro de facto del Karabakh, Ara Arutyunyan, ha dichiarato che le autorità si impegnano ad assicurare l’autonomia energetica della repubblica per migliorare le condizioni di vita degli abitanti. Secondo Arutyunyan, prima di tutto bisogna garantire la regolarità nelle forniture di energia in tutta la regione, cercando in primo luogo di essere autonomi dal punto di vista energetico e successivamente puntare anche ad esportare energia elettrica. A questo scopo, e grazie ai mezzi finanziari attirati da fonti bancarie e pubbliche, sono già stati elaborati e sono in fase di realizzazione alcuni importanti progetti. Il sistema verrà riformato con l’introduzione di tecnologie atte a garantire il consumo ottimale di energia e l’ammodernamento delle centrali.

Il Primo ministro de facto del Karabakh ha analizzato una serie di elementi che hanno portato all’attuale situazione. A partire dal 1995, il parlamento del Karabakh ha elaborato un programma di sviluppo del sistema energetico che, per mancanza di fondi e investitori, per molti anni è rimasto solo sulla carta. "Oggi abbiamo già fatto buona parte del lavoro e nel 2009 verrà messa in funzione la prima centrale idroelettrica. Tenendo conto delle dinamiche dei rincari dei prezzi energetici sul mercato globale, questo programma avrà una importanza notevole per l’economia del nostro paese e per il nostro popolo" – ha dichiarato Arutyunyan.

Gli specialisti affermano che, considerando i tempi di sviluppo economico della repubblica, il fabbisogno di energia elettrica del Karabakh nei prossimi tre anni aumenterà fino a 250 milioni di KWatt/ora. Attualmente l’unica centrale idroelettrica che fornisce energia alla regione è quella di Sarsang, che con una potenza di 50 MWatt produce da 90 a 140 milioni di KW/ora all’anno, assicurando energia solo per il 40%-60% del fabbisogno della regione. La parte restante di energia necessaria viene importata dall’Armenia.

Tra l’altro, secondo il parere di tali esperti, l’utilizzo effettivo delle ricche riserve idriche all’interno del territorio del Nagorno-Karabakh, in particolare dei fiumi e dei torrenti di montagna, permetterebbe di raggiungere l’autonomia energetica e perfino di esportare energia elettrica. La costruzione nell’ambito di questo programma di centrali idroelettriche rientra nelle attività della società "ArtsakhGES", fondata per decisione del governo locale nel novembre 2007 (il direttore generale è Vagram Berlaryan). Il capitale sociale della società "ArtsakhGES" ammonta ad oggi a 5 miliardi e 100 milioni di dram circa 10 milioni di euro, ndr.

Quest’anno si prevede di completare la costruzione di una delle tre centrali idroelettriche previste come prima tappa e la costruzione di 15 km di condutture. Per la costruzione di ciascuna centrale occorrono complessivamente due anni. Durante la presentazione di ArtsakhGES è stato evidenziato che tale programma rappresenta nella realtà armena un programma di investimento senza precedenti, il quale prevede l’emissione di titoli azionari tramite una società per azioni e la possibilità di acquisire tali azioni sia come persone fisiche che come persone giuridiche, e tutto ciò si realizza nel contesto di una crisi finanziaria mondiale. La società "Armenbrok SpA" (Armenia) si occupa dell’allocazione delle azioni.

Il direttore generale della società "ArtsakhGES" Vagram Berlaryan ha invitato i cittadini, le istituzioni e le organizzazioni della repubblica a partecipare attivamente al programma che prevede la costruzione sul territorio del Karabakh di una serie di mini centrali idroelettriche. "Partecipando al progetto, diventerete co-proprietari della centrale idroelettrica e inoltre otterrete un profitto" – assicura il direttore generale, che intende far partecipare al programma anche cittadini della Repubblica armena e membri della diaspora.

Il progetto sarà realizzato in 3 fasi. La prima prevede la costruzione di una centrale idroelettrica sul fiume Trge e di due mini-centrali idroelettriche a Madaghis nel distretto di Martakert. Per la realizzazione della prima centrale, in base ai dati preliminari, occorreranno circa 3 miliardi e 450 milioni di dram circa 6,8 milioni di euro, ndr. Per questa somma la "ArtsakhGES" ha messo sul mercato la prima tranche di azioni. Le azioni sono state vendute al prezzo di 1050 dram ciascuna (valore nominale di 1000 dram, circa 2 euro). Per gli azionisti si prevede un profitto del 15%.

La prima fase di sottoscrizione dei titoli azionari si è conclusa a fine marzo, e ha visto la partecipazione dei più svariati azionisti, da pensionati a uomini d’affari. Il controllo del pacchetto azionario è affidato per il 51% al de facto governo del Karabakh. Gli organizzatori si aspettano migliori risultati già a partire dal prossimo anno. Tuttavia, sono già state raccolte più di 905 milioni di dram (azioni vendute: 820.000; numero dei compratori: 1111; le azioni sono state acquisite da residenti locali e da cittadini di Armenia, Svizzera, Slovacchia, Francia, Austria, Belgio, Russia, Iran ed Emirati Arabi), più di quanto necessario per la costruzione di una centrale (dal costo stimato di circa 800 milioni di dram). Uno di questi impianti verrà messo in funzione entro l’anno, gli altri due nel 2010.

Le risorse provenienti dall’"iniziativa slovacca" verranno utilizzate per l’introduzione di tecnologie più efficienti dal punto di vista energetico e per l’ammodernamento tecnico degli impianti.

In ogni caso, il Karabakh non lavora solo nel campo dell’energia ed ha anche altre fonti di finanziamento. Il Karabakh riceve un sostegno solido anche dal fondo delle comunità armene "Hayastan" ("Armenia"). In particolare, con l’aiuto di questo fondo è iniziata la ristrutturazione del sistema idrico del paese. Per esempio, grazie al co-finanziamento del fondo "Hayastan"-Argentina si è recentemente conclusa la ristrutturazione del sistema idrico nel villaggio di Berdashen (Karakend in azero) nel distretto di Martuni, iniziata lo scorso autunno.

Si è già conclusa la costruzione dell’acquedotto a pompa e a flusso spontaneo e l’acqua, attraverso le nuove tubature estese per 3,6 km, ha raggiunto il villaggio. Al momento si sta procedendo alla realizzazione della rete interna. Il direttore esecutivo del fondo "Hayastan" Ara Bardanyan ha dichiarato di essere "grato che il fondo passo dopo passo risolva le questioni vitali dei grandi e piccoli villaggi del distretto di Martuni". In autunno circa 1500 abitanti di Berdashen hanno celebrato la conclusione del progetto che ha visibilmente migliorato la vita degli abitanti villaggio.

Grazie all’aiuto argentino del fondo "Hayastan" sono stati realizzati numerosi importanti progetti in Nagorno-Karabakh. Ad esempio, grazie al finanziamento di questo fondo, nel 2008 è stato costruito un acquedotto nel villaggio di Spitakashen, nel distretto di Martuni.

In Nagorno-Karabakh si è cominciato a dare una certa importanza alla questione dell’autonomia economica nella speranza che questa porti anche ad una successiva autonomia politica partendo proprio da un settore fondamentale come quello energetico. L’attuale campagna su larga scale permette non solo di assicurare l’autonomia energetica e la sicurezza della de facto repubblica, ma anche di dare impulso alla rinascita dell’economia nel suo insieme. E lo scopo non è solo economico. Questo progetto può dare una scossa anche al programma di reinsediamento.

Recentemente, l’amministrazione de facto del Nagorno-Karabakh si è riunita in assemblea nella città di Berdzor, nel distretto di Kashatagsk (distretto di Lachin); questa area si trova in una situazione socio-economica difficile e necessita di importanti investimenti. Per questo, il de facto primo ministro del Karabakh ha esortato gli abitanti di Kashatagsk a concentrarsi sull’attività agricola, sottolineando anche il supporto che potranno ottenere dall’amministrazione locale (finanziamenti, assistenza professionale e la creazione di mezzi per la coltura di prodotti agricoli).

Per quanto riguarda questa regione, nell’anno in corso, l’amministrazione de facto del Nagorno Karabakh ha stanziato una ingente somma per la realizzazione di strade, acquedotti, scuole e istituti sanitari. Si ha intenzione di istituire nel distretto una nuova impresa per la costruzione e manutenzione di strade. E la cosa più interessante è che nel futuro prossimo è in programma la costruzione di piccole centrali idroelettriche anche qui, con l’obiettivo di garantire la necessaria energia elettrica al distretto.

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