In Karabakh sono tutti d’accordo
È iniziata la campagna elettorale per le elezioni parlamentari che si terranno il 23 maggio in Nagorno Karabakh. Con una peculiarità: tutti i partiti che prenderanno parte al voto sostengono un’unica piattaforma politica
Come stabilito dal Decreto presidenziale del 5 febbraio, le elezioni dell’Assemblea Nazionale della Repubblica del Nagorno-Karabakh si terranno il 23 maggio di quest’anno. Queste saranno le quinte elezioni parlamentari dalla dichiarazione d’indipendenza: le prime hanno infatti avuto luogo il 28 dicembre 1991, due settimane e mezza dopo il referendum sull’indipendenza del 10 dicembre. Le ultime elezioni si sono invece svolte nel luglio 2005.
L’Assemblea Nazionale del Nagorno-Karabakh è un’istituzione unica nel suo genere, in quanto l’Assemblea è composta soltanto per metà da parlamentari professionisti: 14 deputati su 33 infatti lavorano permanentemente per il Parlamento e ricevono per questo un regolare stipendio, che varia tra i 400 e gli 800 dollari (a ricevere regolare stipendio per l’attività parlamentare sono il Presidente e il Vice Presidente della Camera dei Deputati e i presidenti e vicepresidenti delle commissioni parlamentari permanenti), mentre tutti gli altri membri del parlamento ricevono circa 50 dollari di rimborso mensile per le spese di trasporto e per le riunioni con gli elettori, ma l’attività parlamentare non costituisce la loro attività principale.
Come affermato dall’attuale Presidente della Camera dei Deputati Ashot Guljan, nei 18 anni della sua esistenza il parlamento del Nagorno-Karabakh ha approvato 925 leggi, di cui 405 nel corso della scorsa legislatura tra cui anche una riforma costituzionale. Tra le novità dell’assetto istituzionale, vi sono l’approvazione della nomina del Primo Ministro da parte del Parlamento e l’istituto del difensore civico.
L’attuale parlamento ha assistito, immediatamente dopo le elezioni, a una forte scissione politica. Lo schieramento elettorale d’opposizione, il “Dashnakutson-Movimento 88” aveva infatti tre rappresentanti su 33 in parlamento, mentre il partito al potere (“Partito Democratico di Artsakh”) aveva ottenuto la maggioranza dei seggi, con 16 rappresentanti. Inoltre, in parlamento sedevano ben 12 rappresentanti del principale alleato del Partito Democratico, vale a dire il partito “Patria Libera”. Dopo le elezioni presidenziali tenutesi nell’estate del 2007, in occasione delle quali l’opposizione sostenne il candidato del partito di maggioranza, uno dei membri del parlamento (più precisamente, un rappresentante del partito d’opposizione “Movimento 88”) si staccò dal partito e diventò un indipendente. All’inizio del 2009 altri 5 deputati seguirono il suo esempio, distaccandosi dalla maggioranza parlamentare per creare un nuovo gruppo politico indipendente, denominato “Artsakatun”. Al Partito Democratico restarono di conseguenza 11 seggi, e “Patria Libera”, con i suoi 12 rappresentanti, finì per ottenere la maggioranza parlamentare.
Il clima pre-elettorale di quest’anno è caratterizzato da un’atmosfera singolare: tra i vari partiti politici in lizza non sembrano esserci sostanziali divergenze di vedute, nonostante i programmi dei vari partiti non siano stati copiati l’uno dall’altro. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che tutti questi partiti nel 2007 hanno supportato la piattaforma pre-elettorale dell’attuale presidente Bako Saakjan. Questa piattaforma, piuttosto che i programmi dei singoli partiti, rappresenta una specie di “costituzione interna”. Questa singolare situazione è motivata dalle parti coinvolte dalla necessità di compattarsi davanti al pericolo di una nuova guerra.
Le opinioni dei candidati
Ma quali intenzioni hanno, alla vigilia delle elezioni, le principali forze politiche, parlamentari ed extra-parlamentari, del Nagorno-Karabakh?
Il rappresentante del Partito “Rinascita Morale” Murad Petrosjan sostiene che il nuovo parlamento sarà di certo migliore del precedente. “Vi saranno persone più competenti e più adatte al lavoro in parlamento. La suddivisione dei partiti resterà più o meno la stessa: “Patria Libera” ha più possibilità di ottenere la maggioranza parlamentare, anche se risicata, mentre ci saranno più deputati indipendenti”.
Il rappresentante del partito “Giustizia Sociale” Karen Ogandzhanjan sostiene che il futuro parlamento potrebbe finalmente rivelarsi in grado di superare l’impotenza dell’attuale legislativo nell’incidere sulla vita sociale e politica del paese. “Molti deputati attuali verranno riconfermati – sostiene Ogandzhanjan – non vi sarà una maggioranza netta. Il Partito Democratico riporterà i risultati elettorali migliori. “Dashnakutson” manterrà i suoi tre deputati, mentre in parlamento entreranno anche i rappresentanti della neonata Unione Democratica, perché il partito al potere ha forti interessi in questo senso. Spero, ovviamente, che in Parlamento siederanno anche i rappresentanti del nostro partito".
Il segretario aggiunto del partito “Movimento 88”, Gagika Bagnuitsa sostiene che il parlamento avrà la seguente composizione: “Patria Libera” otterrà 14-16 seggi, il Partito Democratico 7-8, Dashnakutson 5-6 seggi, il Partito Comunista 1 solo seggio, mentre i restanti 2-6 seggi saranno occupati da deputati indipendenti”.
L’attuale Presidente della Camera dei Deputati, il leader democratico Ashot Guljan, traccia un bilancio positivo dell’operato dell’Assemblea uscente: a suo parere, l’organo legislativo ha svolto egregiamente le funzioni assegnateli dalla Costituzione; per quanto concerne le future elezioni, Guljan ritiene invece che non ci saranno forti variazioni nella suddivisione dei seggi, la quale rimarrà sostanzialmente la stessa con qualche “boccata d’aria fresca”
Il vice di Guljan, uno dei leader del partito “Patria Libera” Rudik Usnuts, non ritiene invece corretto fare previsioni, vista la sua appartenenza a uno schieramento politico che ha forti aspettative per le prossime elezioni. Per quanto concerne invece il clima politico generale del paese Usnuts commenta: “Lavoriamo insieme, ma ognuno di noi risponde autonomamente ai cittadini.
Il leader di “Dashnakatsun” David Ishkhaanijan suddivide l’operato dell’attuale parlamento in due periodi: fino al 2007 (fino alle elezioni presidenziali) e dopo il 2007, valutando in maniera maggiormente positiva il secondo periodo. Il quinto parlamento, a suo parere, non sarà molto diverso dal precedente.
Il leader dei comunisti Grant Melkumjan è sicuro che le future elezioni porteranno a risultati molto più positivi e giusti, e che le autorità non faranno ricorso alle proprie risorse amministrative per mantenersi al governo. Melkumjan sostiene che il nuovo parlamento sarà migliore del precedente e, ovviamente, spera che i comunisti riescano ad ottenere alcuni seggi.
I preparativi
Il parlamento ha recentemente apportato alcune correzioni al codice elettorale: la soglia minima per poter concorrere alle elezioni, in base al sistema proporzionale è fissata al 6% per il singoli partiti (prima era il 10%), mentre per le coalizioni il quorum è passato dal 15% all’8%. Questo apre la strada per il Parlamento anche ad altri partiti. È stata inoltre modificata la proporzione tra seggi proporzionali e maggioritari a scapito di questi ultimi (in occasione delle scorse elezioni vi erano 11 seggi proporzionali e 22 maggioritari, mentre con la nuova legge il nuovo rapporto sarà di 17 a 16).
La Commissione Elettorale Centrale della Repubblica del Nagorno-Karabakh ha già confermato il suo piano operativo per la preparazione e lo svolgimento delle elezioni, nonché il calendario delle varie iniziative, la forma dei bollettini elettorali e la modalità di stesura del protocollo dei risultati elettorali. Sono state inoltre confermate le modalità di dichiarazione delle proprietà e dei redditi dei candidati, nonché la procedura di presentazione delle stesse all’apposita commissione. La Commissione Elettorale Centrale ha inoltre già iniziato ad accreditare i giornalisti e gli osservatori.
Bako Saakijan, de facto presidente del Nagorno Karabakh, nel suo discorso del 20 febbraio a tutti i membri dell’Assemblea Nazionale, ha dichiarato: “La nostra Repubblica si sta preparando alle nuove elezioni parlamentari. È un avvenimento politico molto importante per i nostri cittadini, e dobbiamo fare uno sforzo comune per garantire che anche queste elezioni si svolgano in maniera conforme agli standard internazionali e rappresentino un ulteriore passo avanti nella costruzione di un futuro di stabilità e giustizia per il nostro paese.”
Tra l’altro, persino rappresentanti dell’opposizione ed esperti indipendenti non escludono che le future elezioni potrebbero svolgersi regolarmente. Le forze politiche al potere possono permettersi di non utilizzare la “risorsa amministrativa” proprio perché in ambito politico non si riscontrano forti differenze. Secondo un esperto locale, infatti, non tutti i mali vengono per nuocere: “L’assenza di un’opposizione seria, e, di conseguenza, di rischi per il potere costituito, possono mettere in moto un meccanismo elettorale impeccabile; ciò potrebbe rappresentare un precedente importante che farebbe perdonare molti degli errori commessi da chi si trova attualmente al potere".
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