Immigrati sotto esame
Un test di cultura e lingua greca. Per accedere ad un’università di Atene? No, per ottenere un permesso di soggiorno. Ma i media locali si chiedono se lo stesso primo ministro della Grecia passerebbe quest’impegnativo esame
A che cosa serve sapere chi era il Minotauro? A chi giova capire cosa voleva dire Platone affermando che "qualsiasi cosa i greci avessero ricevuto dai Barbari l’avevano migliorata?" E comprendere i meccanismi che regolavano le antiche città stato greche? Risposta: tutto questo bagaglio culturale è necessario al signor Barin, manovale albanese, e a 250mila suoi compagni di avventura per vivere in Grecia da immigrato regolare. O meglio: per ottenere il nuovo permesso di lungo termine, previsto dalla direttiva UE del 2003 che doveva essere recepita dagli stati membri entro il 2006.
Con questo agognato foglio in mano, il signor Barin non dovrà più rinnovare il permesso di soggiorno ogni due anni, e soprattutto potrà anche spostarsi da un Paese all’altro dell’euroclub. Ma a due condizioni. La prima: avere vissuto e lavorato nell’Unione europea per almeno cinque anni. E la seconda, valida in Grecia ma anche in Francia, Gran Bretagna, Germania, Cipro, Lituania e Olanda: superare un test di lingua e cultura del Paese ospitante.
Ed eccoci tornare al Minotauro e a Platone. Mentre per "conoscenza della cultura nazionale" gli inglesi intendono nozioni pratiche tipo quanto deve essere lungo un guinzaglio per portare a spasso il cane (ah questi cinofili britannici!), i francesi esigono la comprensione dei valori liberté egalité fraternité e, soprattutto, laicité su cui si basa la Repubblica. I greci invece chiedono a chi vuole vivere nella terra degli Dei una panoramica di 3000 anni di storia. Le radici della cultura occidentale: del resto da Atene e dintorni arriva lo stesso nome "Europa". Ma il test sembra esageratamente impegnativo, tanto che giornali come Athens news hanno titolato "Loro passerebbero l’esame di storia?" accanto alla foto del premier ellenico Konstantinos Karamanlis e di un suo collaboratore. Ed ora un team di professori universitari sta riscrivendo su incarico governativo, in versione più facile, il ponderoso libretto di 108 pagine dall’autoironico titolo "A Brief History of the Greeks and Their Culture" (Breve storia dei greci e della loro cultura).
Il motivo? "Troppo difficile anche per i greci" hanno ammesso all’Istituto nazionale per la formazione permanente, che gestisce la trafila dell’esame. "Un’ulteriore manifestazione dell’insicurezza collettiva greca" taglia corto Nikos Papanastasiu, docente di storia all’università del Peloponneso "Imparare a memoria le nozioni richieste da questo test, come peraltro fanno gli studenti ellenici a scuola, non serve a capire come si sono formate l’odierna Ellade e l’Unione europea dove tutti, greci e immigrati, viviamo".
Ma passiamo in rassegna i fatti: lo scorso 4 ottobre si è svolta la prima sessione dell’esame per immigrati di lungo corso. Si sono presentati in circa 890 e hanno affrontato la prova nella versione difficile originale: il test facilitato toccherà ai fortunati che affronteranno la prossima tornata nel febbraio 2009. Oltre alla storia (materia alla quale sono dedicate 50 delle 175 ore dell’apposito corso dalla frequenza obbligatoria) i candidati devono sapere leggere un annuncio sulla stampa, compilare un modulo, scrivere un breve tema.
Si calcola che circa 250mila siano gli immigrati che vivono in Grecia da almeno 5 anni. Secondo l’ultimo censimento del 2001, la maggioranza degli stranieri residenti nel Paese viene dall’Albania (in 57,5 casi su cento), seguiti a grande distanza dagli espatriati bulgari (5 su cento). Il grande flusso bulgaro-albanese è spiegato dal fatto che questi sono due Stati confinanti via terra con la Grecia. Seguono i romeni. L’immigrazione dai Balcani conta per i due terzi del totale.
Il signor Barin sospira: "Venire qui in Grecia per me è stato più facile che andare in altri Paesi europei. Sono arrivato a piedi, attraverso i valichi di montagna. Non ho dovuto attraversare il mare come fanno i miei compatrioti che cercano di approdare in Italia. Però molti Stati non pretendono che un immigrato risponda a 120 domande di storia patria!".
In effetti ogni governo del vecchio Continente ha interpretato la normativa Ue a modo suo: per rilasciare il nuovo permesso di lungo termine Austria, Estonia, Portogallo, Romania e Slovacchia si accontentano di un esame di lingua. Altri non prevedono (finora) nemmeno quello: basta – si fa per dire – una tortuosa procedura amministrativa: così avviene in Italia, Bulgaria, Finlandia, Malta, Polonia, Spagna, Slovenia e Svezia.
Per gli aspiranti ateniesi, consigliabile sapere chi era la dea Atena. L’appuntamento con l’esame di storia è a febbraio.
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