Il dinaro mostra i muscoli
Spesso in Serbia, ottenuta una paga in dinari, si correva a cambiarla in valuta straniera. Ora è diverso. Dopo anni di svalutazione il dinaro si sta sempre di più rafforzando rispetto all’euro. E non è necessariamente una bella notizia
Di T. Stankovic per Danas, 3 novembre 2006
Traduzione a cura di Le Courrier des Balkans e Osservatorio sui Balcani
Il dinaro serbo non cessa di rafforzarsi rispetto all’euro. E non è necessariamente una buona notizia per l’economia serba: infatti in questo modo i prodotti serbi perdono di competività e potrebbero esserci ricadute negative sull’inflazione. La Banca nazionale serba (NBS) avrebbe poututo impedire la caduta dell’euro?
L’Istituto britannico per gli standard di Londra (BSI) ha cambiato il codice numerico del dinaro: per la prima volta nella sua storia recente la moneta serba sarà quotata nelle borse mondiali. Un racconto bizzarro ha iniziato a circolare: il sindaco di un villaggio della Sumadija, Serbia centrale, avrebbe chiamato il nipote che abita a Londra dicendogli: "Muoviti e cambia tutti i soldi che hai in banca nella nostra moneta, perché quando il dinaro arriverà laggiù… se ne vedranno delle belle!".
Il fatto che il valore della moneta europea sia ritornata al livello degli inizi del 2005 (l’euro è crollato a 80 dinari) sembra inquietare la Banca nazionale della Serbia che, a fine ottobre, è intervenuta nuovamente con proprie operazioni sul mercato valutario acquistando euro in modo d’impedire che il suo valore rispetto al dinaro continui a scendere. Come spiegato dal suo governatore Radovan Jelasic, la Banca nazionale vuole impedire vi siano fluttuazioni giornaliere ingenti del corso delle due monete, ma questo non significa che intenda limitarsi a questo, volatile che sia il cambio che determina il mercato valutario.
Negli ultimi quattro mesi comunque il numero di transazioni interbancarie all’esterno del mercato valutario è di quattro volte superiore rispetto al primo semestre del 2006, tant’é che la media delle transazioni sul mercato valutario è diminuito di più di due volte. Se all’inizio dell’anno le transazioni nel mercato valutario erano da attribuirsi per il 54,4% alla banca nazionale, in ottobre è vero solo per l’1,2%.
Praticamente, dal mese di giugno, da quando il dinaro ha iniziato a rivalutarsi, la Banca nazionale ha venduto 182,1 milioni di euro e ne ha comperati 88,1. Se si aggiungono a questi i 745,9 milioni di euro che provengono dal cambio di valuta l’ammontare totale di acquisto di euro della NBS si è attestata sui 652 milioni di euro.
Gli esperti si sono chiesti se la Banca centrale avrebbe dovuto operare d’anticipo con operazioni sui mercati valutari, ma le conclusioni non sono univoche, perché dipende dal punto di vista con il quale si affronta la questione del rapporto tra euro e dinaro. Se la caduta del valore dell’euro dipende da un’eccessiva offerta sul mercato, allora, sottolineano gli analisti, sino a quando i tassi di interesse fissati dalla Banca nazionale resteranno alti, non vi sarà una diminuzione dell’offerta di euro e acquisto di dinari, e questo implica che il dinaro non si indebolirà. E’ per questo che la decisione della NBS di ridurre solo dello 0,5% il tasso di interesse di riferimento, malgrado i considerevoli risultati ottenuti – inflazione ridotta e rilevante rivalutazione del dinaro – provocherà parecchie contestazioni.
La Banca nazionale afferma che non è possibile effettuare una riduzione maggiore dei tassi di interesse poiché vi è ancora forte incertezza legata agli effetti dell’attuale politica fiscale che si prolungheranno anche sull’anno prossimo ma anche perché il budget per il 2007 non è stato ancora pianificato.
Solo quando qualcuno di questi elementi diverrà certo ci si potrà nuovamente attendere un cambio della politica monetaria. I futuri tassi di interesse dipenderanno in grande misura dal tasso di inflazione. Il ministro delle Finanze dimissionario, Mladjan Dinkic, afferma che le voci su un’ "esplosione" dei prezzi all’inizio dell’anno prossimo non sono affatto fondate. Ciononostante la Banca centrale mostra molta più prudenza, e ha raccomandato allo Stato per l’anno prossimo di procedere ad alcune correzioni ritenute necessarie, senza limitarsi come obiettivo a quello di ridurre l’inflazione al 7, 7,5%.
E’ vero comunque che l’inflazione quest’anno si attesterà sulla stima più ottimista, il 7%, e l’aumento dei prezzi il prossimo anno potrà essere inferiore a quella di quest’anno, nonostante le pressioni inflazionistiche provocate, tra le altre cose, dagli investimenti effettuati nel quadro del Piano nazionale d’investimenti (NIP) e da aumenti rilevanti dei salari previsti per l’ultimo trimestre di quest’anno.
Da ottobre a novembre la Banca centrale è intervenuta sul mercato valutario più spesso di quanto non l’avesse fatto nel mese di agosto. D’altronde, nel corso degli ultimi cinque mesi, è stato segnato un vero e proprio record perché la Banca centrale ha venduto 120,3 milioni di euro e ne ha acquistati 80,2. La settimana scorsa, in soli due giorni, la Banca centrale ha comperato 203,7 milioni di euro da alcune banche commerciali. Gli interventi più deboli della NBS sono stati registrati nel mese di ottobre con la vendita di soli 10 milioni di euro e l’acquisto di 300.000 euro. Nel mese di giugno le vendite erano di 11 milioni, gli acquisti di 4,1 mentre a settembre la NBS ha venduto 18,2 milioni di euro e ne ha acquistati 2,5 milioni. In luglio le vendite della NBS erano cresciute a 22,6 milioni contro acquisti di un solo milione. In questo periodo il corso dell’euro è crollato da 87,6 dinari a 79,7.
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