Il cinema, un piacere costoso
Grazie all’entusiasmo del suo direttore, Stefan Kitanov, il "Sofia Film Fest", giunto alla dodicesima edizione, è arrivato a figurare all’interno della lista mondiale dei cinquanta festival "da non perdere" per i professionisti del settore. Con Kitanov ha conversato Tanya Mangalakova
Il "Sofia Film Fest", giunto alla dodicesima edizione e con più di 1600 film proiettati, è il più grande festival di cinema in Bulgaria. Durante questo appuntamento annuale, gli spettatori bulgari hanno l’opportunità non solo di guardare nuove opere, ma di incontrare da vicino protagonisti del cinema mondiale come Wim Wenders, Nikita Mihalkov, Teo Angelopoulos, Jean-Claude Cartier, Jos Stelling. Grazie all’entusiasmo del suo direttore, l’"uomo-festival" Stefan Kitanov, il "Sofia Film Fest" è arrivato a figurare all’interno della lista mondiale dei cinquanta festival "da non perdere" per i professionisti del settore. "Kita" come lo chiamano gli amici, nasconde molti talenti: laureato prima in economia e poi in critica cinematografica, si è specializzato in "art-menagement" in Gran Bretagna. Oggi si occupa di distribuzione cinematografica, scrive sceneggiature, e negli ultimi tre anni ha prodotto cinque film: "Guca", "Il mondo è grande, e la salvezza è in agguato ad ogni angolo", "E oggi, in che direzione?", "Lost and found", e "Controcorrente". Per almeno quattro mesi l’anno Kitanov gira il mondo di festival in festival, ed è parte della giuria a Venezia, Cannes, Mosca, Karlovy Vary e Wiesbaden. Al momento è impegnato alla produzione di due nuove opere, un cortometraggio di Nadezhda Koseva e il film "La regina Vittoria", di Maya Vitkova.
Il "Sofia Film Fest" è arrivato alla dodicesima edizione. Che cosa lo distingue dagli altri festival cinematografici?
Il 90% dei film che arrivano nelle sale, in Bulgaria, sono fatti ad Hollywood. Solo una piccola parte sono produzioni europee o film indipendenti, ed appena l’1% sono opere bulgare. Il "Sofia Film Fest" si sforza di compensare questo vuoto. Noi facciamo incontrare gli spettatori con i creatori del film. Ogni anno abbiamo circa duecento ospiti, di cui una sessantina sono autori delle opere proiettate. Il nostro obiettivo è creare un dialogo tra chi fa e chi guarda cinema. Organizziamo poi l’evento "Sofia Meetings", nel quale mostriamo il cinema della regione balcanica, così come potenziali progetti cinematografici a produttori, fondi e televisioni.
Come vi finanziate? Qual è la proporzione dei contributi ricevuti dal festival dalle istituzioni bulgare, da fondi europei e da sponsor privati?
L’organizzatore del festival è la compagnia "Art Fest", che si occupa anche di produzione e distribuzione cinematografica e gestisce le sale della "Casa del Cinema" a Sofia. Organizzare il festival somiglia a produrre un film di sui sono al tempo stesso sceneggiatore, regista e produttore. Riceviamo il supporto del programma "Media" della Commissione Europea, quello della municipalità di Sofia e quelli del ministero della Cultura e del Centro Nazionale di Cinematografia. Il 50% del budget del festival viene poi fornito da sponsor privati e da vari istituti di cultura con sede a Sofia. Nel mondo, il livello di finanziamento pubblico a festival dell’importanza del "Sofia Film Fest" arriva al 70%, in Bulgaria siamo fermi al 25%. Per poter migliorare la qualità della nostra offerta, questo gap deve essere ridotto.
C’è una generale tendenza alla diminuzione delle sale, a livello mondiale. I giovani preferiscono scaricare i film da internet, e al cinema vanno soprattutto per vedere la produzione hollywoodiana piena di effetti speciali. Come attirate il pubblico giovane al festival?
Attraverso la possibilità di partecipare ad un evento culturale in cui diventa possibile incontrare in prima persona i protagonisti del mondo del cinema. L’esperienza della proiezione in sala, vissuta insieme a centinaia di altri spettatori, non può essere paragonata alla fruizione davanti allo schermo del computer o della tv. Ci sforziamo poi di offrire biglietti e abbonamenti a prezzi accessibili.
Ci racconti della sua presenza nelle giurie dei festival di Venezia e Cannes…
Nel 2003 sono stato membro della sezione "Opera prima" di Venezia, che assegna il Leone d’Oro per il miglior debutto cinematografico. E’ stata un’esperienza incredibile: nel presentare le foto dei membri delle varie giurie, furono elaborate delle versioni "cubiste" delle immagini stesse, e il mio volto così "rivisto" fu messo fianco a fianco con quelli di Woody Allen e Cristina Ricci. Nel 2007, poi, ho avuto una nuova opportunità di ripetere quell’esperienza. Quello di Venezia è un festival molto bello e tranquillo, l’atmosfera non è troppo stressante. L’impegno principale, sta proprio nel guardare i film. Nel 2004 sono stato invece membro della giuria della sezione "Europa Cinemas" del festival di Cannes, all’interno della rassegna "Quinzaine des réalisateurs". A Cannes l’atmosfera è scoppiettante, ci sono possibilità incredibili e, in qualche modo, l’aspetto dell’industria cinematografica prevale sulle proiezioni e sui film. Quest’anno, poi, sarò presidente della sezione "Prospettive" del festival di Mosca, dedicata ai giovani registi.
Molti cineasti bulgari si lamentano del fatto che il nostro cinema sia in crisi dall’inizio della transizione, e che non ci siano fondi per creare film. Dov’è oggi il cinema bulgaro?
Io sono tra quelli che non si lamentano, ma ho molti motivi per essere critico verso l’industria cinematografica in Bulgaria. Il nostro cinema è ad un bivio. Ora si iniziano a produrre un po’ più di opere, grazie alla nuova legge sul settore approvata nel 2004. Ma la legge deve essere migliorata. Negli ultimi venti anni c’è stato un crollo del mercato, con la fuga degli spettatori da tutto quello che non è Hollywood, che si riflette sul diminuito interesse verso il cinema bulgaro e sul brusco calo nella produzione. Ci sono stati anni, durante la transizione, in cui si è fatto al massimo un film. Il principale difetto della nostra cinematografia sta nel suo essere diretta principalmente verso un ristretto circolo intellettuale. Dobbiamo tentare di riconquistare il pubblico bulgaro attraverso film diretti alla gente, senza dimenticare alcun genere.
Durante l’edizione di quest’anno del "Sofia Film Fest" il film bulgaro "Il mondo è grande, e la salvezza è in agguato ad ogni angolo" di Stefan Komandarev, realizzato in co-produzione con diversi paesi, di cui lei è il produttore bulgaro, ha ricevuto un’accoglienza entusiastica. Perché ci sono voluti ben otto anni per portare a termine il film, e perché l’opera ha diversi sceneggiatori?
Nel contesto europeo è normale che un progetto si sviluppi nell’arco di alcuni anni. Il film aveva quindici sceneggiature alternative. Il regista e sceneggiatore serbo Dusan Milic ha scritto le prime due versioni, a cui hanno collaborato Stefan Komandarev ed Iliya Iliev, l’autore del romanzo da cui è tratto il film. Il romanzo stesso è stato prima tradotto dal bulgaro al serbo, poi la sceneggiatura è stata tradotta dal serbo in bulgaro, inglese e tedesco. Yuri Dachev ha poi partecipato alla stesura della terza e quarta variante della sceneggiatura, mentre dalla quinta fino alla quindicesima e definitiva il comando delle operazioni, per così dire, è stato preso da Komandarev. Anche le procedure di finanziamento hanno richiesto molto tempo. Il budget del film, per gli standard bulgari, è molto alto, circa 1,8 milioni di euro, che invece in Europa è considerato di dimensioni medie. Se il film fosse stato prodotto in Europa occidentale, sarebbe costato almeno tre volte di più. Ancora dobbiamo reperire altri 150mila euro per finire il film e pagare salari e servizi. Il 21 giugno il film è stato proiettato al festival di Mosca, il 5 luglio sarà a Karlovy Vary, per poi "viaggiare" tra Palic, Motovun, Sarajevo, Varsavia ed altri festival europei.
Le coproduzioni, evidentemente, rappresentano un’ancora di salvezza per il cinema bulgaro. Ma non c’è il rischio che rendano il processo di realizzazione troppo complesso, portando in ultima battuta a compromessi dal punto di vista artistico?
Fare film significa accettare compromessi. Il cinema è un piacere costoso. Le coproduzioni reperiscono denaro da diversi fondi. Quando il Centro Nazionale di Cinematografia bulgaro finanzia film stranieri, richiede che tutti i fondi concessi vengano spesi in Bulgaria, e lo stesso succede in Germania. Nel film " Il mondo è grande, e la salvezza è in agguato ad ogni angolo" il viaggio in tandem dei due protagonisti dalla Germania alla Bulgaria è reso in modo realistico. Girare quelle scene in paesi diversi è stato possibile proprio grazie al meccanismo delle coproduzioni. Questo non rende i film più deboli dal punto di vista artistico. Per qualcuno doversi rapportare ad altre realtà è una cosa negativa, ma per altri, invece, è positiva. Riguardo a quest’opera, molti dicono di aver visto per la prima volta un film bulgaro cosmopolita, europeo, e lo apprezzano proprio per questo. Secondo altri questo è l’aspetto meno convincente. Alla fine, come sempre, saranno gli spettatori a dire chi ha ragione quando, il prossimo 10 ottobre, il film inizierà a circolare nelle sale bulgare.
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