Il cinema dell’est in Laguna
Da domani a sabato 11 settembre al via la 78° Mostra del cinema di Venezia. La rassegna del nostro critico cinematografico
Nella fitta estate dei festival cinematografici, che devono recuperare il tempo perduto causa pandemia, è tempo della 78° Mostra del cinema di Venezia, in programma da mercoledì a sabato 11. Lo scorso anno la Biennale fu l’unico festival a svolgersi quasi regolarmente tra una chiusura e l’altra, questa volta si ripropone con le misure sanitarie dello scorso anno cui si aggiunge l’obbligo di green pass o tampone per le proiezioni (informazioni e programma www.labiennale.org ).
Nel 2020 il Leone d’oro andò a “Nomadland” di Chloe Zhao (quest’anno componente della giuria presieduta dal regista coreano Bong Joon-ho di “Parasite”) che poi vinse anche l’Oscar. Per succedergli nell’albo d’oro corrono 23 film del concorso, tra i quali ben cinque sono italiani.
In lizza c’è anche “Vidblysk – Reflection” dell’ucraino Valentyn Vasyanovych che si era già fatto apprezzare con il duro “Atlantis”, rivelazione della Mostra nel 2019 quando ricevette il premio come miglior film nella sezione Orizzonti. Stavolta il protagonista è un medico militare ucraino fatto prigioniero dai russi nella guerra del 2014.
Tutto da scoprire è invece il russo “Kapitan Volkonogov bezhal – Captain Volkonogov escaped” di Natasha Merkulova e Aleksey Chupov.
Nella sezione parallela, e competitiva, Orizzonti spicca il kosovaro “Vera andrron detin – Vera sogna il mare” di Kaltrina Krasniqi, una coproduzione tra Kosovo, Albania e Macedonia del nord, che conferma la grande annata del cinema di Pristina, voce emergente nel panorama festivaliero degli ultimi tempi. Ancora ci sono “Miracol” del romeno Bogdan George Apetri e l’ucraino “Nosorih – Rinoceronte” di Oleh Sentsov. Quest’ultimo è noto, più che per il suo film “Gamer” del 2011, per essere stato a lungo incarcerato dalla Russia per motivi politici dopo l’annessione della Crimea.
Un film particolarmente interessante, incluso in Orizzonti extra che non assegnerà premi, è “La macchina delle immagini di Alfredo C.” dell’italo-albanese Roland Sejko, noto per il documentario “Anija – La nave”. È un film che parte da immagini d’archivio e ricostruisce pagine poco note della storia dell’Albania e dell’Italia. Quando nell’aprile 1939 l’Italia fascista occupa l’Albania migliaia di operai, coloni e tecnici italiani sono trasferiti nel paese oltre Adriatico. Nel novembre 1944, l’Albania è liberata dagli occupanti e il nuovo regime comunista chiude i confini ponendo all’Italia decine di condizioni per il rimpatrio dei suoi concittadini, così nel 1945 in Albania si trovano trattenuti 27.000 italiani tra reduci e civili. Tra di loro c’è anche un operatore cinematografico, Alfredo C., che ha girato per cinque anni l’Albania con la sua cinepresa. Per quasi un ventennio aveva immortalato la grande macchina del regime mussoliniano, per uno scherzo del destino trattandosi dell’unico operatore nei paraggi, Alfredo è chiamato a lavorare per la propaganda comunista. Sejko ha lavorato con i materiali e le immagini di Alfredo C. ricavandone un documento unico.
Nella stessa sezione è presente il russo “Mama, ya doma – Mamma, sono a casa” di Vladimir Bitokov con Kseniya Rappoport.
La Sic – Settimana internazionale della critica organizzata dal sindacato critici ha selezionato sette film d’esordio, compresa l’opera prima russa “Obkhodniye puti – Detours” di Ekaterina Selenkina.
Infine le Giornate degli autori ha chiamato le registe bulgare Mina Mileva e Vesela Kazakova a presiedere la giuria composta dai giovani europei partecipanti al progetto 27 Times Cinema che giudicheranno dieci film in concorso di cui cinque opere prime. In gara c’è anche il romeno “Imaculat”, primo film della sceneggiatrice Monica Stan e del direttore della fotografia George Chiper-Lillemark, storia di una giovane in un centro di disintossicazione dalla droga.
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