I monumenti islamici del Karabakh
Moschee, minareti, cimiteri… nei territori controllati dal governo indipendentista del Nagorno Karabakh vi sono numerosi monumenti di tradizione islamica, spesso al centro di polemiche politiche. Le autorità locali hanno devoluto piccoli fondi alla preservazione di alcuni di questi
Dall’entrata in vigore del cessate-il-fuoco sul fronte del Karabakh, dispute e scandali sulla questione dei monumenti storici ricorrono regolarmente. L’ultima è divampata all’inizio dello scorso novembre. Per l’ennesima volta l’Azerbaijan ha accusato gli armeni di devastare i cimiteri azeri. Le autorità del Karabakh hanno risposto dichiarando di aver adottato misure miranti alla conservazione di quei monumenti che sono espressione della cultura musulmana.
“La posizione delle autorità sulla questione dei monumenti musulmani è netta: il patrimonio di qualsiasi cultura conservato oggi sul territorio della Repubblica del Nagorno-Karabakh è nostra proprietà e patrimonio del nostro popolo. Di conseguenza, quando si parla di restaurazione dei monumenti, noi non facciamo alcuna distinzione fra le testimonianze di architettura armene e musulmane”. Così si è espresso il direttore della sezione per il turismo del governo della Repubblica del Nagorno-Karabakh [territorio de facto indipendente, ma internazionalmente riconosciuto come parte dell’Azerbaijan, ndr], Sergey Shakhverdyan, durante la conferenza stampa tenutasi a Londra lo scorso novembre in occasione della Fiera del Turismo Internazionale a cui ha partecipato una rappresentanza del Karabakh. Secondo quanto detto in quell’occasione, negli ultimi due anni sono stati restaurati il tetto della Moschea Superiore di Shushi [Shusha in azero, ndr] e sono state ripulite e recintate le aree della Moschea Inferiore e della Moschea di Aghdam, tutto a cura del budget statale.
…si tratta non di restaurazione,
ma di preservazione…
“Tutti questi lavori mirano alla preservazione dei monumenti musulmani" della regione ha ribadito Shakhverdyan, evidenziando che si tratta non di restaurazione ma, appunto, della loro preservazione, perché per la restaurazione, primo, sono necessari ingenti fondi, e, secondo, mancano i relativi specialisti. Purtroppo l’Armenia non può essere di aiuto in questo campo, e di una collaborazione con gli esperti azeri non è nemmeno il caso di parlare, dal momento che l’Azerbaijan evita in tutti i modi qualsiasi contatto con il Nagorno-Karabakh. Del resto la polemica si riaccende periodicamente. A volte, persino ai vertici.
Accuse reciproche
Nel dicembre 2008 il presidente dell’Azerbaijan Ilham Aliev ha dichiarato nuovamente che “nei territori azeri occupati dall’Armenia i monumenti storici vengono distrutti e le moschee e i musei depredati”. A loro volta, i rappresentanti armeni incolpano l’Azerbaijan di aver distrutto monumenti armeni in territorio azero. L’ex Ministro degli Esteri armeno Vardan Oskanyan, intervenendo il 19 ottobre 2007 alla 34° Sessione della Conferenza Generale dell’UNESCO a Parigi, ha esortato l’organizzazione a inviare i propri osservatori in Nakhchivan, dove monumenti armeni sarebbero stati distrutti. Già nel 2003 Oskanyan aveva parlato nella stessa sede dell’annientamento di monumenti armeni di importanza storica nella regione autonoma del Nakhchivan in Azerbaijan. Il Parlamento Europeo fu costretto a intervenire, pretendendo ufficialmente che l’Azerbaijan ponesse fine alla distruzione dei cimiteri armeni di epoca medievale e alle croci antiche intagliate in pietra.
A volte la polemica assume forme inaspettate. Nell’estate del 2006 l’Azerbaijan ha attivato una campagna contro apparenti incendi dolosi presso i centri abitati frontalieri sotto il controllo delle de facto autorità del Karabakh. Secondo il Ministero dell’Ambiente azero, nell’arco di pochi giorni sarebbero andati perduti numerosi monumenti di importanza storica e culturale, rari alberi millenari e aree coltivate. In tale occasione il ministro degli Esteri del Nagorno-Karabakh si era rivolto all’ufficio del rappresentante OSCE proponendo un’azione congiunta di monitoraggio di confine insieme all’Azerbaijan, per la valutazione della reale situazione sul posto, ma non si è arrivati a niente. È interessante notare che, qualche anno prima, la dirigenza del Nagorno-Karabakh, attraverso la mediazione dei co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE, aveva proposto alla controparte azera, come misura distensiva per ristabilire la fiducia, di elaborare un meccanismo bilaterale per il coordinamento degli sforzi e l’adozione di soluzioni congiunte problemi di questo tipo, in particolare per impedire l’incendio dei pascoli nelle aree a ridosso del confine. Purtroppo l’iniziativa ufficiale di Stepanakert non ha trovato alcun sostegno da parte di Baku.
Gli episodi di politicizzazione della lotta per l’ambiente, o più precisamente, per l’ambiente storico, nel quadro della contrapposizione fra Azerbaijan e Nagorno-Karabakh, sono innumerevoli. Un noto esempio è lo scandalo di Topkhana-Khachin, in Karabakh, che ha avuto luogo nel 1988, all’alba del movimento per l’indipendenza del Karabakh, quando in Azerbaijan si vociferava del taglio di boschi ritenuti sacri, il che è servito da pretesto per radunare in azioni di protesta migliaia e migliaia di persone a Baku. L’Azerbaijan accusò gli abitanti del Karabakh di abbattere alberi storici sopravvissuti in quell’area per costruire un pensionato. Ma anche Andrey Sakharov e Elena Bonner, giunti sul posto, espressero pubblicamente la loro perplessità.
Fondi per la preservazione dei beni culturali musulmani
Lo sfondo storico è importante, certo, tuttavia bisogna tornare ad occuparsi concretamente dei monumenti storici, nello specifico dei beni culturali musulmani della regione.
Nel 2011, oltre ai programmi di conservazioni dei monumenti musulmani, con il supporto di un’associazione dedita allo studio dell’architettura armena (presieduta da Sambel Karapetyan), è in progetto la pubblicazione di una collana sui beni culturali musulmani della regione. Sul sito ufficiale della sezione per il turismo del Governo della Repubblica del Nagorno-Karabkah, c’è una pagina dedicata ai monumenti musulmani . Nel 2009 per la preservazione dei beni culturali musulmani sono stati stanziati 14 milioni di dram (poco meno di 30.000 euro), mentre nel 2010 i milioni stanziati sono stati 10 (circa 20.000 euro).
Le autorità del Nagorno-Karabakh evidenziano come, al momento, siano in corso lavori minuziosi di classificazione e documentazione dei beni culturali musulmani. Al momento ne sono stati registrati oltre 50. È utile inoltre ricordare che nel 2007 l’amministrazione comunale di Stepanakert ha indetto la mostra fotografica: “Beni Culturali Musulmani sul territorio della Repubblica del Nagorno-Karabakh”. L’esposizione è stata organizzata dal Business Center regionale del Karabakh e dall’associazione senza scopo di lucro “L’arte per la pace e lo sviluppo”. L’organizzazione britannica “International Alert ” ha sponsorizzato il progetto.
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