Essere donna in Serbia
In una recentissima conferenza stampa, l’organizzazione non governativa Governo femminile della Serbia ha messo in chiaro le difficoltà e le discriminazioni che incontrano le donne nel Paese. Nostra traduzione
Di Miloš Šterić, 8 marzo 2007, Blic, (tit. orig. Država ugrožava žene)
Traduzione per Osservatorio Balcani: Ivana Telebak
Marijana Pajvanic, la presidentessa questo mese del Governo femminile della Serbia, ha sottolineato durante una conferenza stampa tenutasi ieri che questa organizzazione non governativa per l’8 marzo desidera portare l’attenzione sulla posizione delle donne in Serbia.
"Abbiamo voluto parlare del ruolo in cui si troveranno le donne durante il processo d’integrazione europea. La politica delle pari opportunità, dopo l’adozione della nuova Costituzione, è diventata anche un obbligo del governo.
Gordana Comic, co-ministra della difesa nel Governo femminile della Serbia, ha ricordato che il 2007 è l’anno in cui occorre rapidamente terminare e limitare i lavori arretrati sulla via verso l’integrazione europea della Serbia. Comic ha riportato una lista di temi dei quali lo stato dovrà occuparsi dal punto di vista "legislativo, esecutivo e sociale".
"In cima al ‘catalogo’ diritti negati alle donne si trova la questione della violenza familiare. Viviamo in una società che non è orientata verso le persone, ma verso la violenza. Non può esistere una Serbia europea senza un ambiente legislativo e mediatico che elimini la violenza nella società. Ogni violenza riguarda la società, non esiste violenza privata, a prescindere che essa sia familiare, di strada, nello sport o la violenza dello stato che maltratta i suoi cittadini e non è al loro servizio. La violenza è una qualche metastasi di tutto ciò che c’è di sano nella società. Quando la tacete, allora ne siete parte", ha sottolineato Comic, portando l’attenzione sul fatto che nel "catalogo delle disuguaglianze", è altamente quotata anche la "discriminazione durante l’assunzione".
"Nonostante il fatto che i datori di lavoro durante l’assunzione facciano domande vietate per legge sullo stato civile e sulla maternità, le donne temono a denunciarli perché hanno paura i subire gravi conseguenze" ha affermato Gordana Comic, ricordando che fra i disoccupati, le donne "sono in testa", 57 contro 43 per cento.
"Quale una delle conseguenze di questa situazione, presso le donne è nato l’atteggiamento ‘il lavoro prima della salute’. Ogni giorno una donna muore di una forma curabile di cancro perché non è andata in tempo dal medico, perché non ha i soldi per il medico, perché non abbiamo la sensazione che a qualcuno importi che le visite preventive diventino parte della nostra vita. Occorre istituire l’obbligo per legge, per chi lavora nel pubblico, di versare parte dello stipendio a favore della prevenzione della salute delle donne e per una maternità responsabile", ha proposto la co-ministra della Difesa nel Governo femminile della Serbia, che ha notato che la sindrome "il lavoro prima della salute" si sta allargando anche fra la popolazione maschile.
La Comic, come uno dei punti chiave nella lotta per l’uguaglianza dei sessi, ha inserito anche il dato che le donne in Serbia raramente possiedono proprietà mobile o immobile.
"Soltanto l’otto percento delle donne è in possesso in modo indipendente degli immobili, fino al 17 percento di esse ha il contratto di condivisione sulla proprietà di qualche bene mobile o immobile, e le macchine vengono registrate in massa a nome degli uomini" ha precisato Comic, aggiungendo che "questo è un ostacolo per l’ ingresso delle donne nell’imprenditoria" a causa della difficile possibilità di ottenere finanziamenti.
"La cosa più interessante per me è l’insufficiente presenza delle donne in politica, nelle assemblee rappresentative di tutti i livelli. Questa presenza è sotto il 30 per cento, percentuale media dei paesi ai quali vogliamo assomigliare, ma sta crescendo. Tenendo presente le assemblee rappresentative, sia il parlamento ma anche a livello locale, momentaneamente è di circa il 20 percento", ha affermato Gordana Comic, sottolineando in particolare che le donne " in generale, non figurano ancora negli organi esecutivi del governo".
Comic ha concluso poi la sua lista con la violazione dei diritti umani e delle libertà delle donne da parte degli ambiti conservatori e della chiesa.
Jelica Rajacic-Capakovic, la ministra per l’Amministrazione locale e l’autogestione nel Governo femminile della Serbia concorda sul fatto che il problema più grosso delle donne in Serbia oggi è la disoccupazione.
"Ci impegneremo per avere le scuole e gli asili che lavorino con gli stessi orari dei genitori occupati nelle varie organizzazioni", ha detto lei.
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