Tipologia: Reportage

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Area: Bulgaria

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Emigrazione, prossima fermata Sofia

La Bulgaria concede la propria cittadinanza ai bulgari etnici che vivono fuori dai propri confini. Tra le comunità più interessate, quella dei "bulgari di Bessarabia", che vivono in Moldova e Ucraina. Per molti di loro il passaporto bulgaro è però soprattutto un lasciapassare per Paesi come l’Italia. Il fenomeno ha fatto poi nascere un "business" di servizi, sfruttato da intermediari 

24/06/2011, Tanya Mangalakova - Sofia

Emigrazione-prossima-fermata-Sofia

Sofia, Bulgaria, centro città. Nove di mattina. Il grande parcheggio di fronte allo spazio che un tempo ospitava il mausoleo di Georgi Dimitrov ferve di vita. Qui parcheggiano le decine di macchine che hanno trasportato fino a Sofia numerosi richiedenti cittadinanza bulgara. Da qui inizia la lunga processione attraverso le istituzioni statali alle quali bisogna consegnare i documenti del caso. Tra i candidati alla cittadinanza bulgara, si fanno notare giovani uomini dall’aspetto stanco. E’ il gruppi dei cosiddetti “bulgari di Bessarabia”, regione oggi divisa tra Moldavia e Ucraina. Hanno viaggiato per centinaia di chilometri, prima attraverso la Moldavia e poi attraverso la Romania, fino ad arrivare in Bulgaria. Vestiti di tute sportive da pochi soldi, tradiscono un forte accento russo.

Di solito i loro visi tradiscono tensione e stanchezza, e sono sempre in movimento in piccoli gruppi di quattro o cinque persone, quante ne contiene un’automobile, con la quale hanno viaggiato dai propri luoghi di provenienza. Ogni gruppetto ha una guida, anche questo un “bulgaro di Bessarabia”, che ha già ottenuto la cittadinanza bulgara, vive in Bulgaria e guadagna belle somme come “intermediario”. Per i giovani che accompagna, il passaporto bulgaro e Sofia sono solo una tappa del loro viaggio verso i Paesi più ricchi dell’Unione europea. L’Italia, soprattutto. Una parte di questo viaggio foraggia l’economia grigia nella stessa Bulgaria.

Intermediari e "business dei passaporti"

La maggior parte dei “bulgari di Bessarabia” che vengono a Sofia per richiedere un passaporto bulgaro proviene da villaggi poveri della Moldavia. Per loro l’esperienza del vagare tra un ministero e l’altro nel centro di Sofia è tutt’altro che rilassante. Il viaggio dalla Moldavia alla capitale bulgara richiede decine di ore, e costa caro, così come cosa il soggiorno a Sofia. Di solito i richiedenti non hanno una conoscenza chiara delle regole seguite dalle istituzioni bulgare: ecco perché solitamente si affidano ad “uno dei loro”, un mediatore che li aiuti a orientarsi nel labirinto dei ministeri e delle agenzie dove si consegnano i documenti e si pagano le relative tasse.

Per i mediatori, naturalmente, si tratta di un ottimo affare. L’aiuto che offrono non è gratuito, e col passare degli anni, è stata creato un vero e proprio “commercio di servizi” per la richiesta di cittadinanza. Arrivando a Sofia, i bulgari di Bessarabia che vogliono richiedere un passaporto diventano vittime di questo meccanismo, e sono costretti a pagare per ogni tipo di “consulenza”.

Il mediatore comincia a guadagnare già dal momento in cui fa salire sulla propria autovettura i “candidati bulgari”, per trasportarli fino a Sofia. I gruppi sono piccoli, allo scopo di non attirare l’attenzione. Nessuno infatti, pensa che chi viaggia su una macchina paghi un biglietto. Il viaggio dura circa trenta ore, e i guadagni, solo per il trasporto, possono arrivare a mille euro alla settimana. In nero, naturalmente.

Destinazione, Italia

I., businessman di Sofia, ha aiutato molti bulgari di Bessarabia a trovare lavoro in Bulgaria e ad integrarsi. I. ritiene che lo stato bulgaro dovrebbe esercitare un maggiore controllo su questo settore. “Le istituzioni bulgare devono sapere che molti dei richiedenti cittadinanza in realtà cercano il passaporto solo per poter trasferirsi in Italia. Sul mercato del lavoro italiano, solitamente prendono il posto della tradizionale diaspora bulgara. Molti hanno mentalità post-sovietica, e rischiano di faticare ad adattarsi alle nuove condizioni, e a divenire marginali. Per molti c’è il rischio di cadere nelle mani della mafia russa, e di trasformarsi in schiavi moderni. Miei amici e conoscenti della Bessarabia mi hanno raccontato numerosi casi del genere. Credo che questo processo stia distruggendo la tradizionale struttura sociale dei bulgari di Bessarabia. Una volta emigrati, molti cadono in depressione e spesso si danno all’alcolismo”.

I.ritiene poi che le istituzioni bulgare si siano tappate gli occhi sul ruolo giocato dai mediatori, che offrono servizi illegali, come il trasporto. “Questo tipo di trasporto è fatto in nero, e rappresenta concorrenza sleale verso i servizi di trasporto ufficiali, che pagano le tasse e che, in questa situazione, vanno fuori mercato”.

Borse di studio e emigrazione

Secondo dati ufficiali, dal 2002 ad oggi più di 28mila bulgari di Bessarabia hanno ottenuto il passaporto bulgaro. Di questi, circa 20mila vivono oggi in Bulgaria, secondo quanto affermato dall’ex ministro per i Bulgari all’Estero Bozhidar Dimitrov. Secondo alcuni, però, questa cifra è gonfiata, e molti bulgari di Bessarabia chiedono il passaporto proprio per avere la possibilità di emigrare più facilmente verso Occidente.

Una delle modalità con cui giovani bulgari di Bessarabia si stabiliscono in Bulgaria è attraverso borse di studio promosse da Sofia. La quota più alta viene riservata a Ucraina e Moldavia, dove risiedono due grandi comunità bulgare. In Ucraina i bulgari sono 140mila, in Moldavia 88mila, in entrambi i paesi godono dello statuto di minoranze riconosciute, possono studiare nella propria lingua madre e conservare tradizioni e cultura proprie.

Marina, oggi 30 anni, è arrivata a Sofia proprio grazie ad una borsa di studio, che le ha permesso di lasciare il proprio villaggio natale, nella municipalità di Tarakliya, nella Moldavia meridionale, e di laurearsi in giurisprudenza. Oggi Marina lavora in un ministero bulgaro, e aiuta suoi parenti nello sbrigare le pratiche che anche lei ha dovuto affrontare anni fa. Suoi amici ci dicono che, soltanto per registrare il proprio indirizzo di residenza in Bulgaria, i vari intermediari prendono almeno 200 dollari.

Alcuni parenti di Marina lavorano in Italia, dove i bulgari di Bessarabia sono numerosi. Solitamente le donne lì lavorano come badanti, mentre gli uomini si guadagnano il pane nel settore dell’edilizia. S., marito di Marina, è molto critico verso le autorità bulgare, che assistono indifferenti a quanto succede. “Gli intermediari sono noti a tutti. Si tratta di 4-5 persone, bulgari di Bessarabia, di cui alcuni vivono in Bulgaria ed altri in Moldavia. Guadagnano soldi sulla pelle di chi chiede il passaporto bulgaro, in tutti gli stadi della procedura legale, dal primo contatto con l’ambasciata bulgara in Moldavia fino alla consegna del sospirato documento”.

Direzione “Migrazione”, Sofia, una mattina. Gli sportelli sono una trappola non solo per chi vuole ottenere un passaporto, ma per tutti i cittadini, destinati a lunghe ore di coda. Non esistono formulari on-line, per qualsiasi documento bisogna mettersi in fila in uno spazio stretto. Nemmeno per gli impiegati è facile lavorare in queste condizioni. Ivan, bulgaro di Bessarabia, ha ottenuto il passaporto bulgaro dopo una lunga attesa, e al momento lavora come guardia del corpo a Sofia. Ivan racconta con rabbia del “traffico di servizi” intessuto dagli intermediari. Il suo sogno, oggi, è creare una fondazione che possa aiutare i bulgari di Bessarabia ad emanciparsi dalla dipendenza nei confronti di chi specula sulle speranze e i diritti altrui.

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