Elva, crowd-sourcing per i conflitti del Caucaso
Elva è una piattaforma sviluppata in Georgia che permette di ricevere facilmente informazioni da parte delle comunità locali tramite SMS. Usata con successo per mappare le esigenze lungo il confine de facto con l’Ossezia del Sud, potrebbe presto essere utilizzata anche altrove
Aveva comprensibilmente destato preoccupazione la sparizione di un uomo in visita ai parenti a Dvani, paesino situato vicino al confine amministrativo che separa la Georgia dalla contesa regione separatista dell’Ossezia del Sud. Una mattina, non conoscendo la zona, l’uomo vi si era avventurato inavvertitamente per comprare le sigarette ed è stato arrestato dalle guardie di frontiera russe.
Questi incidenti non sono rari nel Caucaso meridionale, lacerato da tre conflitti congelati nei territori contesi di Abkhazia, Ossezia del Sud e Nagorno Karabakh. Grazie ad un nuovo sistema di crowd-sourcing sviluppato in Georgia, tuttavia, tali episodi possono ora essere segnalati più rapidamente. In questo caso, l’uomo è stato rilasciato tre giorni dopo.
A prima vista la piattaforma Elva ("lampo" o "messaggio espresso" in georgiano) potrebbe sembrare simile ad altre, come l’onnipresente Ushahidi, sviluppata in Kenia e già utilizzata nel Caucaso meridionale per una varietà di scopi, ad esempio il monitoraggio delle elezioni. Tuttavia secondo il suo creatore, Jonne Catshoek, 28 anni, dei Paesi Bassi, se ne differenzia in alcuni aspetti importanti.
"In primo luogo noi non monitoriamo crisi a breve termine, cosa che è invece punto di forza di Ushahidi". Elva, spiega Catshoek, è più focalizzato sui bisogni a lungo termine e in particolare si dedica a misurare gli effetti delle politiche sulle comunità. "Si tratta di una piattaforma civica di governance partecipativa. In poche parole, l’idea è che molte comunità in Georgia, così come in altri paesi in tutto il mondo, rimangono abbastanza escluse dal processo decisionale. Abbiamo sviluppato il nostro speciale formato SMS che ci permette di ottenere dati molto dettagliati, ma siamo anche molto concentrati sulla comunicazione bidirezionale".
Telefoni cellulari e SMS
Se la diffusione di Internet nel Caucaso meridionale è in aumento, e il prezzo dei telefoni abilitati alla navigazione diminuisce, la situazione lascia comunque a desiderare. Secondo un sondaggio condotto dal Caucasus Research Resource Center (CRRC), il 39% degli intervistati a Tbilisi ha detto di non aver mai utilizzato internet nel 2011, percentuale che sale al 64% fuori dalla capitale.
"Queste comunità non hanno accesso a Internet", ha detto Catshoek alla rivista online TechPresident l’anno scorso. "Allora, in ogni villaggio, si è reclutato un volontario rappresentante della comunità per rispondere via SMS ad un questionario settimanale prestabilito. Ogni risposta ad una domanda è codificata con una lettera diversa, e questo permette di rispondere tramite un semplice messaggio di testo con un codice. Le risposte sono poi inserite nelle relazioni".
Un solo SMS può contenere fino a 40 rapporti e 16 comunità colpite dal conflitto utilizzano il sistema per monitorare gli incidenti. Elva è anche usata per riferire su problemi infrastrutturali o richiedere assistenza in situazioni di emergenza. L’Unione europea e il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite sostengono Elva, mentre la sede britannica del CRRC e l’organizzazione Saferworld sono partner del progetto.
"Con il monitoraggio e l’analisi di questi dati e la condivisione con gli attori locali e internazionali, ci auguriamo di fornire un meccanismo di allerta precoce che possa identificare e affrontare i problemi emergenti e le fonti di tensione nella loro fase di avvio iniziale", ha dichiarato Tabib Huseynov, Coordinatore regionale Saferworld per il Caucaso meridionale e precedentemente membro dell’International Crisis Group (ICG).
Oltre ai dati quantitativi, Elva permette anche alcune analisi qualitative. Ad esempio, raccontandomi di Elva in un caffè del centro di Tbilisi, Catshoek mi ha mostrato un grafico che evidenzia come, anche quando il numero di incidenti transfrontalieri è minimo o inesistente, il senso di sicurezza tra le comunità locali rimanga ancora basso. Questo non fa ben sperare per il futuro, ma riflette la triste realtà della regione.
Il sistema consente alle parti di discutere rapporti e indicatori o richiedere ulteriori informazioni che potrebbero essere utilizzate per prendere decisioni informate in caso di incidenti. Un sistema di allarme rapido basato su dati raccolti a partire dal 2010 utilizzerà l’analisi regressiva per prevedere incidenti nella speranza di prevenirli in futuro.
Un piccolo progetto trasformato in una ONG indipendente
Nel frattempo, l’interesse per Elva continua a crescere, per la sorpresa dello stesso Catshoek, trasferitosi in Georgia nel 2009. "È iniziato come un piccolo progetto a cui lavoravo per lo più la sera e nei fine settimana, supportato da due sviluppatori georgiani", ha detto a Osservatorio. "Vedendo come il progetto ha beneficiato le comunità locali e quanto alla gente è piaciuto parteciparvi, ho lasciato il mio lavoro precedente e l’anno scorso ho trasformato Elva in una ONG indipendente".
Inoltre, quando la notizia che due abitanti di un villaggio armeno avevano inavvertitamente sconfinato in Azerbaijan è stata pubblicate sulla pagina Facebook di Catshoek, la conversazione che ne è seguita ha identificato un’altra zona di conflitto in cui si potrebbe utilizzare Elva. "Sulla base dell’esperienza in Georgia, Elva potrebbe davvero beneficiare le comunità lungo il confine in Armenia. Stiamo ultimando Elva 2.0 e poi inizieremo a lavorarci".
Nel frattempo, Elva sta trovando applicazione in molte altre situazioni, quali il monitoraggio della campagna elettorale per il voto parlamentare di ottobre 2012 in Georgia e la segnalazione di problemi di irrigazione e traffico a livello nazionale. Con l’aumento delle preoccupazioni per la sicurezza nelle tre zone di conflitto congelato della regione, tuttavia, sarà forse questo l’aspetto che distinguerà Elva da altre piattaforme.
Fare crowd-sourcing in Caucaso meridionale potrà non risolvere i conflitti nella regione, ma la speranza è che strumenti come Elva possano contribuire alla sicurezza di coloro che vivono nei pressi delle linee di confine. Per lo meno, anche se a volte è la volontà politica a mancare, la distribuzione pubblica di Elva metterà un nuovo strumento nelle mani della società civile locale.
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