Elezioni in Croazia: intervista ai Verdi
La Sdp, al governo con Ivica Racan, e l’Hdz, all’opposizione ma con sondaggi lusinghieri, dominano i commenti relativi al prossimo voto in Croazia. Proponiamo una intervista con l’esponente di una formazione minore, Zoran Ostric, dei Verdi.
46 anni, ambientalista, "nonviolento attivo", animatore della lista elettronica "Eko Vijesti", Zoran Ostric è capolista di una coalizione di partiti Verdi (Stranka Nove Alternative – Pokret Zelenih; Zelena Stranka; Zeleni Snd) nella circoscrizione 1 (Zagabria centrale) alle prossime elezioni del 23 Novembre. Gli abbiamo chiesto di illustrare i punti fondamentali del proprio programma, e di fare una valutazione sulla campagna elettorale in corso
Osservatorio Balcani: Di cosa parla il vostro programma elettorale?
Zoran Ostric: Il nostro programma si articola su 6 grandi argomenti che corrispondono ad altrettanti capitoli. Sono i riferimenti principali del nostro orizzonte politico, dalla questione della democrazia partecipativa alla solidarietà, all’ecologia, alla tutela dei diritti sociali, alla nostra aspirazione ad una società non violenta che valorizzi le diversità e in particolare rispetti i diritti delle donne contro una tradizione patriarcale.
OB: Guardando la lista dei partiti che si presentano alle prossime elezioni si direbbe che la opzione "verde" goda oggi di un grande favore in Croazia
ZO: In effetti ci sono 8 partiti verdi che si presentano alle prossime elezioni. Considera però che spesso si tratta di operazioni politiche fatte per attrarre voti e creare confusione tra la gente. C’è addirittura un partito verde fondato dai nazionalisti dell’Hdz e uno dai socialdemocratici della Sdp.
OB: In Croazia vige una soglia di sbarramento del 5% alle elezioni. Pensate di farcela?
ZO: C’è uno sbarramento imposto per legge del 5%, anche se dato il meccanismo elettorale la soglia di sbarramento si alza in realtà al 6. Noi ci presentiamo in 8 delle 10 circoscrizioni elettorali del Paese. Sì, speriamo di farcela, anche se i fondi a disposizione per la nostra campagna elettorale erano davvero pochissimi. Nell’eventualità non riuscissimo ad entrare al Sabor il Parlamento croato, ndr, continueremo in ogni caso il nostro lavoro in vista delle elezioni amministrative del 2005.
OB: Secondo alcuni osservatori già nel 2007 la Croazia potrebbe entrare nella Unione Europea. Nel vostro programma si parla molto di Europa, in quale tipo di Europa vorreste entrare?
ZO: In generale condividiamo con i nostri cugini della Federazione Europea dei Partiti Verdi, di cui facciamo parte, l’idea di una Europa che sia della gente, non solamente dei governi. Per quanto riguarda l’attuale assetto istituzionale, noi pensiamo in primo luogo che l’Europa debba dotarsi di una politica estera comune e di un Ministro degli Esteri unico, e poi che il Parlamento debba avere più potere.
OB: Serve un esercito europeo?
ZO: Su questo ci sono molte discussioni al nostro interno. Uno dei punti qualificanti del nostro programma è la non violenza, e anche sul piano dei rapporti internazionali siamo convinti che si debba promuovere una cultura della pace. Secondo alcuni questo significa che anche sul piano europeo dobbiamo esprimerci chiaramente per il disarmo, mentre altri ritengono che serva un esercito europeo che possa rappresentare un argine nei confronti della superpotenza americana.
OB: Hai citato la non violenza, ho letto nei vostri documenti il riferimento ad una "non violenza attiva". Cosa significa, specie in un Paese come la Croazia uscito da poco da anni di guerra?
ZO: In un contesto come il nostro non basta essere per la pace, bisogna cercare di parlare con la gente e affrontare direttamente anche chi non la pensa come te, essere attivamente non violenti. In Croazia puo’ essere rischioso, lo so, io ho parlato con gli ustascia, con i cetnici ultranazionalisti croati e serbi, ndr, sono anche stato picchiato, ma credo che dobbiamo continuare a cercare di confrontarci. Dobbiamo confrontarci con i profughi, con gli sfollati, con la gente che odia, con i veterani di guerra, cercare di essere con loro e discutere. Certo, non è facile, però per noi la non violenza attiva significa questo.
OB: Nel 2000, dopo lunghi anni di governo Hdz, le elezioni in Croazia sono state vinte dall’Sdp, un successo che aveva suscitato grandi speranze nel Paese e nella regione. Quattro anni dopo, che valutazione date della esperienza di governo socialdemocratico?
ZO: La gente aveva maturato una forte opposizione nei confronti dell’Hdz, di Franjo Tudjman, dei suoi metodi autoritari, della corruzione… Chiedevano un cambiamento radicale, un governo moderno. Purtroppo la coalizione di 6 partiti guidata dai socialdemocratici che ha vinto le elezioni del 2000 ha perso la maggior parte del tempo a litigare al proprio interno. Hanno fatto poco o niente contro la estrema destra, che in Croazia è molto forte, e in generale hanno avuto paura di avviare dei cambiamenti profondi, chiudendosi progressivamente ed escludendo la gente. Sono stati 4 anni di politocrazia e burocrazia.
OB: Osservando dall’esterno la campagna elettorale in corso si ha quasi l’impressione che le posizioni dei due maggiori partiti, Sdp e Hdz, si stiano avvicinando. E’ così?
ZO: E’ vero, c’è un generale appiattimento all’interno di un quadro di campagna elettorale nel quale i diversi messaggi sembrano andare bene per tutti. La campagna dei socialdemocratici si basa sullo slogan "Sì per la Croazia", e su altri simili come "Sì per la sicurezza" etc. Non si tratta esattamente di contenuti di sinistra. L’Hdz invece ha uno slogan assolutamente asettico che si potrebbe tradurre come "Fai muovere la Croazia".
OB: Voi siete un movimento che si affaccia alla scena politica, una esperienza che vista da fuori si potrebbe paragonare a quella dei vostri vicini serbi di Otpor…
ZO: Ci sono somiglianze ma anche grosse differenze. Otpor è composto da persone molto diverse che avevano in comune l’obiettivo di porre fine ad un governo autoritario, e nel tempo ha dato vita ad una organizzazione non governativa (ong) molto efficiente e ben strutturata che oggi si presenta alle elezioni. Il fenomeno delle ong è oggi molto diffuso in ex Yugoslavia, ma noi non ne abbiamo mai fatto parte e in un certo senso abbiamo sempre fatto politica. Negli ultimi dieci anni molte persone ad esempio della mia età sono diventati dei veri professionisti nel mondo delle ong. Ma il fatto di avere molte e forti organizzazioni non governative che lavorano facendo i progetti che gli finanziano i donatori ha avuto come conseguenza la debolezza dei movimenti sociali. Pochi scelgono di entrare in politica, anche adesso, preferiscono nel caso usare la grande esperienza che hanno acquisito in questi anni per fare opera di lobbying presso i partiti maggiori. In effetti, se consideri la scena politica attuale in Croazia, ti rendi conto che non esistono partiti nuovi, tutti i nuovi partiti sono in realtà delle scissioni di partiti precedenti.
OB: In questi giorni è in corso a Parigi il Forum Sociale Europeo. Voi partecipate? Cosa pensate del movimento cosiddetto "no global"?
ZO: Sì, cerchiamo di fare parte di questa discussione e abbiamo seguito gli avvenimenti principali da Genova in poi, ma alla nostra maniera. Siamo contro i diktat imposti su scala globale dall’ideologia del libero mercato, ma ci consideriamo già in un certo senso globali, siamo molto aperti nei confronti dell’esterno, ci piace viaggiare dappertutto e utilizziamo normalmente l’inglese per comunicare. Allo stesso tempo siamo "globali" nella richiesta di una giustizia che si affermi su scala globale, così come per la protezione della natura o per la affermazione dei diritti sociali. Questa è la differenza fondamentale tra noi e l’antiglobalismo nazionalista e sciovinista che oggi è presente in gran parte della Croazia. Ad esempio non siamo radicalmente contro il Wto. Il Wto, e il mercato globale, esistono già, servono degli strumenti per regolamentarli.
OB: Nel caso veniste eletti, sareste pronti a considerare alleanze con altri partiti?
ZO: Potremmo immaginare di coalizzarci solo con la Sdp o con altri partiti della sinistra o del centro sinistra, mai con l’Hdz o con l’Hsp Partito Croato dei Diritti, ndr. E’ vero, come dicevamo prima i loro slogans tendono ad assomigliarsi, ma la Sdp è ancora molto meglio se pensiamo alle cose orribili fatte da quegli altri, alla xenofobia, al razzismo. Oggi cercano di presentarsi come democratici, ma io non gli credo.
Vai al sito ufficiale del governo croato con le notizie sul processo elettorale in corso e sui partiti partecipanti (in inglese)
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