Dubioza Kolektiv: l’ultimo disco
Una band bosniaca di fama internazionale che affronta temi legati alla politica e al sociale, e che si è arricchita negli anni di importanti collaborazioni. Sono i Dubioza Kelektiv, in tour in Italia tra fine febbraio e inizio marzo
Geniali, roboanti, caleidoscopici, eccitanti. I primi quattro aggettivi che vengono in mente ascoltando "Free.mp3 (The Pirate Bay Song) ", brano apripista del nuovo disco dei bosniaci Dubioza Kolektiv, Happy Machine. Con loro dei nomi non a caso, ma autentici paladini della patchanka internazionale: l’ex leader dei Mano Negra e simbolo del movimento anti-global, Manu Chao; Skindred, band inglese fra heavy metal, alternative rock e drum and bass; e l’italiano, valido trombettista, Roy Paci.
Il disco affronta come sempre temi caldi. Le proteste legate al caso del Parco Gezi destinato all’ex caserma Taksim (abbattuta nel 1940); la crisi siriana e l’inerzia dell’Europa nei confronti dei rifugiati; la condanna a un anno di reclusione per i quattro responsabili di Pirate Bay , sito svedese che ospita Magnet link e torrent file, per permettere la condivisione di musica e giochi. La rivista rock Kerrang parafrasa perfettamente l’idea musicale portata avanti dalla band: «I testi sono molto polemici, infuocati, ma il tutto è avvolto da una frenetica gioia di vivere, a dir poco unica e contagiosa».
Apre un brano dall’intro arabeggiante "All Equal", che poi si trasforma in un pezzo hip-hop; seguono "No Escape" e la già citata "Free.mp3". La sesta traccia, "Red Carpet", è un brillante pezzo ska, con la partecipazione di Manu Chao; l’ultima, la decima, è quella con Roy Paci, ed è un tributo a uno storico brano cantato da Adriano Celentano, "24.000 baci".
Chi sono i Dubioza Kolektiv?
E’ una band formatesi in Bosnia, a Sarajevo, nel 2003, rappresentata da un gruppo di amici che amano la musica a trecentosessanta gradi, dallo ska al reggae, dal punk all’elettronica, dal dub all’hip hop. Insieme decidono di scombuiare l’aria indolente che condiziona la cultura bosniaca all’inizio degli anni Duemila, imbracciando le chitarre con ritmi reggae e dub, gridando al mondo il desiderio di cambiare le cose all’insegna di una maggiore osservanza dei diritti umani e del diniego nei confronti delle lobby di potere. Non solo politiche. Anche musicali.
In realtà, in Bosnia, non esiste una vera industria discografica e se si vuole ottenere una certa visibilità sono necessari due requisiti: la voglia di fare concerti e di raccontare qualcosa di vero e sentito. Li hanno entrambi e infatti riescono nel loro intento, facendo subito parlare di sé dopo i primi live nella capitale bosniaca. Debuttano ufficialmente nel 2004 con l’album omonimo, che convince pubblico e critica. Colpisce la loro esuberanza e la loro energia.
Segue l’ep Open Wide a fianco di una figura importante dell’establishment culturale internazionale: Benjamin Zephaniah, scrittore e poeta dub rastafariano britannico, incluso dal Times nella lista dei più grandi scrittori inglesi del dopoguerra. C’è anche un membro dei Fun-Da-Mental, storica band hip-hop-ethno-world di origine britannica.
Dubnamite è il secondo album, che li rende famosi per la prima volta oltre i confini bosniaci. Ma è col 2008 che viene consacrata la loro parabola artistica: esce Firma Illegal. C’è ancora molta politica e voglia di scardinare i paradigmi del capitalismo. "Blam Blam " è una hit. E viene diffusa anche grazie al film Na Putu, vincitore dell’Orso d’Oro di Berlino, diretto da Jasmila Žbanić.
Il quarto album è 5 DO12 e affronta il tema del "capitalismo discografico" mettendo a disposizione gratuitamente le tracce del disco. Wild, Wild, East arriva nel 2011, grazie all’interessamento di Bill Gould, leggendario bassista degli statunitensi Faith No More, ma anche produttore discografico, fondatore della Koolarrow Records con cui ha prodotto lavori di Alexander Hacke (degli Einsturzende Neubauten) e la gipsy punk band Kultur Shock di Seattle, guidata dal bosniaco Srdan Gino Jevdevic. Il disco contiene la famosa hit "Euro song".
Da questo momento i Dubioza Kolektiv divengono una band di stampo internazionale, distribuita in tutti i paesi occidentali. Apsurdistan esce nel 2013 e colleziona 300mila download. Il disco è anticipato dal singolo "Kažu " che ottiene su Youtube quasi quindici milioni di clic. Per chi avesse voglia di vederli dal vivo, saranno in tour proprio in Italia nei prossimi giorni. Il 26 febbraio, a Torino, all’Hiroshima Mon Amour; il 27, a Trieste, al Borgo Grotta Gigante; il 3 marzo, a Milano, al Leoncavallo; il 4, a Bologna, all’Estragon; e il 5, a Firenze, al Flog.
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