Diplomazia dal basso per il Nagorno Karabakh
A partire dal 2007, ogni anno un gruppo di giovani provenienti da Armenia e Azerbaijan si incontrano in un Paese terzo per conoscersi, per parlare della propria storia e dei bisogni che percepiscono nella realtà in cui vivono. Una rara occasione di incontro, in netto contrasto con le opposte retoriche del conflitto che dominano in entrambi i Paesi
“Quando la mente è più forte delle memorie dolorose”. No, non è una citazione da un libro o da un film, e nemmeno da un personaggio famoso. A pronunciare questa frase è un giovane azero che, insieme ad altri 18, ha partecipato ad un’iniziativa di dialogo organizzata nell’ambito del programma “Dialogue for Action” dell’Imagine Center for Conflict Transformation . Durante la sesta edizione del programma, svoltasi a Bakuriani (Georgia) dal 12 al 20 luglio, si è parlato del conflitto in Karabakh, storia, presente e futuro, e le parole del giovane riassumono perfettamente ciò che le due parti dovrebbero fare: fare i conti con il passato e guardare avanti.
Gli inizi
Fondato nel 2007 dall’armeno Philip Gamaghelyan e dall’azera Jale Sultanli, il centro è un’organizzazione non politica e indipendente, il cui carattere non politico va sottolineato in considerazione del clima estremamente problematico che circonda le relazioni fra i due Paesi e la situazione di “conflitto congelato” stabilitasi in seguito al cessate il fuoco del 1994. Il conflitto in Nagorno-Karabakh ebbe la sua fase più violenta nel 1992, quando si registrarono migliaia di morti, feriti e sfollati costretti a lasciarsi dietro la propria casa, storia, ricordi e molto altro. Da allora, media nazionali e dibattito politico sono sovraccarichi di retorica ostile, rendendo sempre più difficile la riconciliazione e il superamento della propaganda nazionalista. Inoltre, l’improduttività degli ultimi incontri diplomatici lascia ad iniziative dal basso il compito di ricostruire le relazioni fra comunità e facilitare comprensione e riconciliazione.
È in questo quadro che l’Imagine Center ha iniziato a lavorare contro i pregiudizi rivolgendosi ai rappresentanti più intraprendenti delle giovani generazioni. Annualmente, a partire dal 2007, il centro ha selezionato gruppi da Armenia e Azerbaijan e li ha portati in un Paese terzo per discutere di storia, percezioni e atteggiamenti. L’obiettivo è semplice: trasformare i pregiudizi, promuovere la cooperazione e creare reti per la comunicazione e il peace-building.
L’approccio Imagine
Il lavoro di Imagine si basa su una combinazione di riconciliazione, dialogo analitico e team-building all’aperto. Non è esagerato dire che si tratta di una delle pochissime iniziative che affrontano direttamente il conflitto e la storia dei due Paesi, un proposito difficile quanto stimolante: la sfida è portare posizioni diametralmente opposte a comprendersi. La cronologia costruita dai partecipanti offre uno sguardo sul passato e il presente delle relazioni attuali e crea lo spazio per uno scambio di conoscenza.
Dopo aver discusso le reciproche differenze, i due gruppi vanno ad analizzare quelle che sono oggi le necessità, le preoccupazioni, le paure e le speranze delle rispettive società. Questo stimola ulteriori discussioni sui problemi legati a fiducia e sicurezza in entrambe le comunità. Ancora una volta, ai gruppi è richiesto di fare uno sforzo di comprensione verso le differenze, pur senza dover necessariamente accettare posizioni diverse dalla propria. In molti casi, questa sessione fa emergere aree comuni di preoccupazione e paura, aiutando i gruppi a riconoscere i problemi che condividono.
La parte finale del programma consiste in sessioni di pianificazione congiunta, in cui i partecipanti fanno brain-storming su possibili iniziative da applicarsi al ritorno in entrambi i Paesi. Una di queste iniziative è la rivista online Caucasus Edition: Journal of Conflict Transformation. Questa piattaforma online è un forum unico dove analisti, politici, studiosi e pubblico in generale possono leggere articoli analitici sul conflitto del Karabakh. Creata in seguito a Imagine 2009, la rivista ha visto la luce nell’aprile 2010 e da allora gode di vasto seguito fra molte persone interessate al conflitto, alla sua storia e al suo stato attuale.
A novembre 2010, Imagine Center ha lanciato la sua seconda piattaforma online: Neutral Zone: blog of Caucasus Edition, nata da un’idea dei partecipanti di Imagine 2010. A differenza di Caucasus Edition, Neutral Zone si concentra su questioni sociali in Armenia e Azerbaijan, dalla corruzione alla violenza domestica passando per l’assistenza sanitaria, con particolare attenzione ad analogie e differenze fra i due Paesi.
Un altro progetto congiunto nato da Imagine Dialogue è stato un romanzo scritto a quattro mani da un autore armeno e uno azero. Il libro, attualmente disponibile solo in russo, è la storia di due persone, una armena e una azera, le cui vite si incrociano in seguito a circostanze eccezionali.
Guardare avanti
L’edizione di quest’anno di Imagine Dialogue ha visto molti momenti speciali. I racconti di straordinarie storie di vita, il ritratto della realtà della guerra e delle sue conseguenze su persone di entrambi i Paesi e l’onestà del confronto sono solo alcuni di essi. Ci sono stati anche momenti tristi o fiacchi, ma questo importa ben poco in confronto allo spirito e all’atmosfera creata dal gruppo. C’è stata coesione, e questo è stato forse davvero uno di quei momenti in cui la mente riesce ad essere più forte di una memoria collettiva radicata. Considerato l’attuale stato delle relazioni fra Armenia e Azerbaijan, considerata la propaganda che spinge le persone all’odio reciproco, c’è sempre più bisogno di iniziative come questa, votate alla riconciliazione e alla costruzione della fiducia, soprattutto in una fase come quella attuale, in cui i negoziati ufficiali continuano e i rispettivi governi fanno mostra di cercare una soluzione per il conflitto del Nagorno Karabakh.
* Arzu Geybullayeva è co-direttrice dell’Imagine Center for Conflict Transformation
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