Dai Balcani a Chernobyl, dopo la miniserie HBO
La fortunata miniserie su Chernobyl targata HBO sta ravvivando l’interesse turistico verso il luogo del disastro nucleare del 1986. Le esperienze pregresse dei viaggiatori dei Balcani
(Originariamente pubblicato dal portale BIRN , il 25 luglio 2019)
Fortemente artificiosa per alcuni, già un classico per altri, la miniserie Chernobyl sta già facendo salire le visite al sito del disastro nucleare del 1986 nell’Ucraina sovietica.
BIRN ha intervistato alcuni viaggiatori dei Balcani che hanno già visitato Chernobyl. Per tutti l’esperienza è stata positiva, ma alcuni sono critici nei confronti di chi affronta questo viaggio senza una conoscenza preliminare di ciò che è accaduto.
Il fallimento di un test di sicurezza nella centrale nucleare di Chernobyl nell’aprile del 1986 fece esplodere il quarto reattore della struttura, uccidendo 31 persone in poche settimane e costringendone alla fuga decine di migliaia. L’incidente ha rilasciato più radiazioni nell’atmosfera terrestre di qualsiasi altro evento creato dall’uomo nella storia; il bilancio finale di coloro che sono stati uccisi dalle radiazioni è materia di dibattito, ma si stima che si tratti di decine di migliaia di persone.
"Descriverei il mio viaggio nella zona come un’esperienza irripetibile", racconta Pavel Shumejko della Macedonia del Nord. "Ho imparato molto sulla zona e sull’incidente e ho visitato molti luoghi iconici, da villaggi, scuole e ospedali in rovina abbandonati fino alla città fantasma di Pripyat".
Tuttavia, Pavel mette in guardia "i turisti occasionali che non sanno nulla della zona di esclusione o dell’incidente e sono alla ricerca di un giro da parco a tema".
"Dovremmo rispettare il sacrificio e il coraggio delle persone che si sono messe in pericolo per evitare la diffusione del disastro", dice.
Shumejko, che ora vive in Estonia, ha visitato Chernobyl a maggio con due amici, anche loro della Macedonia del Nord.
Si è interessato per la prima volta a Chernobyl attraverso videogiochi come STALKER e COD4 e ha fatto questo viaggio prima che la serie HBO arrivasse sugli schermi.
"Passando attraverso la città di Pripyat, in alcuni punti mi sentivo in una foresta anche se c’erano edifici di 10-15 piani a pochi metri di distanza", racconta.
Veterani jugoslavi a Chernobyl
A maggio, la Reuters ha riferito che le agenzie ucraine che organizzano visite a Chernobyl hanno registrato un aumento del 30-40% dei turisti, da maggio 2018 a maggio 2019.
Secondo Forbes , dal debutto della miniserie, Intrepid Travel, la più grande compagnia di viaggi d’avventura del mondo, ha registrato un aumento del 131% nelle prenotazioni del suo tour "Explorer" di 13 giorni in Moldavia, Ucraina e Romania, che comprende una tappa a Chernobyl.
Anche nella capitale ucraina i turisti possono prenotare un nuovo tour delle "location delle riprese della miniserie su Chernobyl a Kiev".
Alcuni proprietari di agenzie turistiche nei Balcani hanno segnalato un crescente interesse per le visite a Chernobyl.
Boris Pavlić, dell’agenzia di viaggi croata Putolovac, è uno di loro.
“A livello annuale abbiamo circa 60 viaggiatori registrati [per il tour di Kiev e Leopoli]; più della metà chiede di visitare Chernobyl", spiega a BIRN. "La serie HBO ha influenzato il crescente interesse per questo viaggio, di cui siamo lieti, a causa dell’importanza storica del sito".
Bobo Grujičić, proprietario dell’agenzia My Travel nella città costiera di Fiume, ha iniziato a proporre un viaggio speciale incentrato sulla Zona di esclusione.
"Devo ammettere che è stata HBO a darmi l’idea", racconta.
All’inizio di quest’anno, tre membri del club Zastava Slovenia hanno visitato Chernobyl, ciascuno alla guida di un’iconica Zastava 101 di fabbricazione jugoslava.
Ignari della serie HBO, gli appassionati della Zastava sono partiti il 27 aprile e sono tornati il 4 maggio.
A parte aver dovuto spingere una delle auto oltre il confine ucraino a causa di problemi al motore, "le nostre auto ci hanno servito molto bene e hanno dimostrato di non essere così brutte come tutti pensano", racconta Damir Horvat.
"Non ci sono pericoli, ovviamente, se ascolti la guida, senza la quale non puoi entrare", spiega. Horvat ha dovuto indossare maniche lunghe, pantaloni lunghi e scarpe chiuse nella Zona di esclusione e ha espresso gratitudine per "le persone che hanno lavorato dopo l’incidente, che hanno impedito ulteriori potenziali catastrofi".
Un passato "più mistico"
Mihovil Pirnat, membro di Croatia Infiltration , un gruppo di esploratori "focalizzati sui luoghi abbandonati", ha visitato Chernobyl per la prima volta nel 2009, da studente, e trova che da allora abbia perso molto del proprio fascino.
“Non c’erano così tante foto e video su Internet; era tutto un po’ più mistico. Non sapevo che cosa aspettarmi", racconta.
"Hai visto quanti influencer vanno lì per scattare foto solo perché è di moda. Ho la mia opinione a riguardo… Credo che tra un anno [l’entusiasmo] cadrà".
"Il senso di andare lì è fare l’esperienza di essere soli in una città simile, pensare a cosa è successo, in quale direzione sta andando l’umanità", dice Pirnat a BIRN.
Paura ed emozione
Robert Dacešin della città bosniaca di Banja Luka, autore del blog Rio Price Putovanja , ha visitato Chernobyl nel 2017 e pensa che la miniserie HBO potrebbe ispirare più persone a fare il viaggio.
Dacešin ricorda il villaggio di Zalisa, circa 11 chilometri dal reattore che è esploso, oggi completamente vuoto. L’ultimo residente è morto nel 2015.
"Quando ho visto il motivo per cui ero andato lì, il sito del reattore 4, ho provato un’enorme paura ed emozione allo stesso tempo", racconta.
Ricordando la "pioggia di Chernobyl"
La giornalista serba Jelena Đurović ha visitato Chernobyl a maggio, in occasione di una conferenza a Kiev.
"Non c’era alcun dilemma: avrei fatto un’escursione di un giorno nella zona e registrato un servizio per la mia trasmissione sulle novità cinematografiche e televisive", spiega Đurović, che descrive l’esperienza come "un incarico giornalistico come un altro".
Il parco giochi e la giostra sono stati particolarmente toccanti, racconta Đurović a BIRN. "Ho immaginato i bambini, i primi ‘rifugiati atomici’ al mondo, che giocavano per l’ultima volta nell’aprile del 1986".
Ricorda come a Belgrado furono avvertiti della "pioggia di Chernobyl" durante le vacanze del Primo Maggio di quell’anno.
"Il danno nucleare di Chernobyl è una questione generazionale e si potrebbe dire che ha unito tutti gli europei", commenta Đurović.
"Proprio come sappiamo tutti dove eravamo quando i terroristi hanno abbattuto le Torri Gemelle, sappiamo tutti che cosa stavamo facendo quando è caduta la prima ‘pioggia nucleare’, che ha segnato la fine dell’Unione Sovietica e annunciato la fine del XX secolo".
I fan kosovari della miniserie, tuttavia, potrebbero avere più difficoltà a raggiungere Chernobyl.
L’Ucraina non riconosce l’ex provincia serba come indipendente, il che significa che i kosovari non possono entrare nel paese con passaporto del Kosovo.
Arianit Shala è un avido spettatore della serie HBO in Kosovo. Alla domanda se ha in programma di visitare i luoghi della serie, risponde: "Con quale passaporto?".
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