Da Tbilisi con livore: la scena punk georgiana
Un bordello trasformato in sala prove: è una delle immagini che ben descrive la scena punk georgiana degli ultimi 30 anni. Un reportage tra gli adolescenti fan di punk e metal con foto, video e un teaser di un documentario in via di realizzazione
"Vieni, ti faccio vedere come i macho georgiani si godevano la vita negli anni ’90", dice Dato Tsomaia, il batterista originario di Sukhumi dello storico gruppo punk georgiano Vodka Vtraiom. È gennaio e Tsomai indossa ancora il cappotto mentre attraversa il corridoio fatiscente che collega un certo numero di stanze anonime in un edificio freddo e decrepito, nascosto dietro il Teatro Tumanishvili di Tbilisi.
Durante gli anni ’80 era uno studio cinematografico, racconta Tsomaia, ma quando la Georgia dichiarò la sua indipendenza dall’ex Unione Sovietica, nel 1991, divenne uno dei bordelli più famosi della capitale. Tsomaia, uno sfollato interno dall’Abkhazia, continua il suo tour improvvisato di quello che può forse essere considerato l’involontario simbolo di un caotico passato sociale, economico e politico.
Lo scricchiolio delle macerie sotto i piedi è l’unico suono mentre entra in una stanza nera come la pece, illuminata solo dalla torcia del suo telefono. "Lì c’è un letto matrimoniale con tende rinascimentali", dice, indicando la trave. "E un telefono. Alzi la cornetta e ordini champagne… o una ragazza".
All’inizio degli anni 2000, lo studio cinematografico trasformato in bordello fu nuovamente trasformato, questa volta in sala prove.
Il gruppo Vodka Vtraiom è stato fondato nel 2004 da Tsomaia e dal cantante Levan Managadze, anche lui nato in Abkhazia, e l’anno scorso ha celebrato il 15° anniversario. Sebbene la Georgia possa vantare un’importante scena punk dalla fine degli anni ’80, specialmente nella seconda città del paese Kutaisi, il genere ha avuto i suoi alti e bassi, oscurato negli ultimi anni dalla scena elettronica probabilmente più mainstream.
Smells Like Teen Spirit
La maggior parte dei fan di punk e metal di oggi sono adolescenti, afferma Tsomaia. "Non li conosco tutti personalmente, ma quando li guardo vedo che sono molto interessati alla musica rock, alla musica punk, alla musica metal… qualsiasi tipo di musica che descriva la loro rabbia. E penso che stiano trovando nella nostra musica e nei nostri testi un riflesso delle loro battaglie”.
Prendiamo ad esempio Mako Gomuri, una giovane georgiana che è diventata il volto delle quotidiane proteste per la democrazia che hanno bloccato per mesi una delle arterie principali di Tbilisi, Rustaveli, durante l’estate e l’autunno dell’anno scorso.
Gomuri, allora diciannovenne, era andata a prendere sua sorella ad una manifestazione spontanea, nata fuori dal parlamento il 20 giugno 2019 per protestare contro l’arrivo di un parlamentare russo in Georgia. È stata colpita in faccia da un proiettile di gomma mentre la polizia antisommossa disperdeva la folla, con quello che molti osservatori internazionali considerano un uso indiscriminato e sproporzionato della forza.
I media l’hanno subito dipinta come una ragazza alla moda, applicandole l’ultima e unica etichetta disponibile per i giovani in Georgia: hipster, presumibilmente amante della musica elettronica e sostenitrice del movimento Bassiani. In realtà, la sua rabbia ha trovato più eco nella musica rock.
"Mi piace qualsiasi sottogenere della musica rock", afferma Gomuri, "ma ho iniziato con il post-Punk ed è quello che mi piace più di tutti. La prima band punk georgiana che ho ascoltato sono stati i Vodka Vtraiom . Quando cantano sembra che stiano parlando di te. Ti sembra di non essere solo e che qualcuno ti capisca".
L’anno scorso i Vodka Vtraiom hanno fatto una dozzina di concerti in Georgia, anche se pochi georgiani conoscono la loro musica a parte una traccia satirica, Gldaneli Katsi.
Gomuri ora ha un occhio prostetico e va ancora ai concerti punk e metal a Tbilisi. Un giorno spera di avere una sua band e al momento sta imparando a suonare la batteria sotto la guida di uno dei più prolifici batteristi rock e metal della Georgia, Dimitri Oganesian. Dopo l’incidente, trova questa pratica molto liberatoria.
"Puoi mettere qualsiasi tipo di emozione in una batteria e rilasciarla facilmente", afferma Gomuri. "È uno strumento potente".
Vodka Vtraiom ha anche aiutato Gomuri ad avere la sua prima batteria. Quando ha perso l’occhio l’anno scorso, gli sfollati dall’Abkhazia che vivono fuori dalla Georgia hanno raccolto dei fondi per contribuire alle sue spese mediche attraverso Tsomaia. Tuttavia, quando il governo ha accettato di coprire quelle spese, uno dei suoi amici ha chiesto a quelli di Mako che cosa desiderasse maggiormente. La risposta è stata "una batteria" e Tsomaia ne ha procurata una.
Underground
Come "hipster", il termine "underground" è soggetto a dibattito, specialmente nell’era di Internet in cui qualsiasi genere musicale è ad un paio di click. Elementi chiave sono la distanza dal mainstream e la natura non commerciale. Certamente, la maggior parte dei georgiani e degli espatriati non sono a conoscenza della scena musicale metal e punk di Tbilisi, mentre molti conoscono Bassiani, Khidi e altri club di musica elettronica.
Inoltre, se vuoi cercare musica rock alternativa nella capitale, devi assolutamente sapere dove cercare. Non è facile capitarci.
"Cinque anni fa la scena era più forte", spiega Tsomaia. "C’erano molti gruppi e locali punk, ma ora è di nuovo difficile perché la musica elettronica ha più successo. Molti musicisti rock sono diventati DJ e i locali hanno chiuso a causa della crisi economica. Il punk e tutta la musica dal vivo sono finiti nel profondo underground".
Una notevole perdita è stata il Creator Bar, un buco di locale alternativo che ha ospitato la maggior parte delle band rock, metal e punk in città fino alla sua chiusura nel luglio dello scorso anno in seguito alla morte prematura di uno dei suoi comproprietari, Maka Vekua. Dato che il pubblico punk e metal a Tbilisi è composto prevalentemente da adolescenti, il bar lavorava in perdita. Dopo la morte di Vekua, l’altro comproprietario ha deciso di vendere.
Non sorprende che, in quella che rimane un’economia di transizione, gli adolescenti georgiani abbiano un reddito disponibile minimo o nullo. Molti bevono vodka o birra a buon mercato fuori dai locali che ci sono e alcuni addirittura si intrufolano per evitare di pagare il biglietto di ingresso di 5-10 Lari (1,76-3,2 euro). Fedeli alle loro credenziali punk, band come i Vodka Vtraiom non fanno nulla per impedirlo e regalano addirittura i biglietti.
Al contrario, i club di musica elettronica a Tbilisi vendono i biglietti a circa 25-35 Lari (8,1-11,5 euro) in prevendita e 50 Lari (16 euro) all’ingresso. Il controllo all’ingresso significa anche che non tutti sono ammessi.
Indipendentemente da ciò, molti bar che ospitavano musica rock, metal e punk dal vivo come Rebus e Chaos hanno chiuso l’anno scorso, lasciando le band con pochi locali dove suonare. Uno, 12 Riders, si è persino trasformato in Pulsar e offre invece musica elettronica: si sono tenuti anche due piccoli festival punk e metal, ma solo perché uno dei comproprietari è fan del metal.
Alcuni stanno cercando di cambiare la situazione. Elektrowerk, ad esempio, è un progetto di rinnovamento urbano in una fabbrica abbandonata in un quartiere periferico di Tbilisi. Ospitando diverse band metal internazionali e locali, una serie di festival cerca di tornare a far conoscere la scena rock, punk e metal in Georgia. Tuttavia, rimane il problema di attrarre un pubblico.
"Vengo da una piccola città in Svezia e lì, anche con un DJ rock in un piccolo bar, puoi attirare un centinaio di persone", racconta Terence McNamara, uno degli organizzatori dei festival metal RedRum di Elektrowerk. "Qui, in una città di 1,5 milioni, è difficile riunire 100 rocker. Questo mi lascia un po’ perplesso".
Sandro Tskitishvili, appassionata di musica rock progressive e curatrice part-time di musica contemporanea georgiana, è meno sorpresa.
“Penso che la risposta sia semplice: l’industria della musica elettronica è praticamente l’unica che lavora a livello sia economico che di produzione in Georgia. C’è molta [altra] musica qui, ma nessun’altra industria”.
Il suono del dolore e dell’odio
Ciò non vuol dire, tuttavia, che non ci siano storie di successo nella scena punk e metal georgiana. Uno di questi esempi è Psychonaut 4. Fondata 10 anni fa, la band suona regolarmente in Europa e altrove ed è abbastanza conosciuta nella scena internazionale Depressive e Suicidal Black Metal (DSBM), anche se questo è un genere marginale tra i metal-head.
Attualmente la band sta lavorando al quarto album e, fedele alle proprie radici georgiane, definisce il proprio stile "Post-Soviet Suicidal Black Metal". L’anno scorso ha intitolato il suo tour internazionale "From Tbilisi With Hate", ironizzando sul motto della capitale, "La città che ti ama".
David Lomidze, il cantante della band, meglio noto come Graf von Baphomet e anche co-organizzatore dei festival RedRum, afferma che il termine "Post-Soviet" si riferisce alle loro origini. Nato proprio alla fine dell’Unione Sovietica e cresciuto nei difficili anni successivi all’indipendenza, afferma che la sua generazione è stata devastata dallo sconvolgimento sociale ed economico del tempo.
"Quando abbiamo iniziato a suonare qui in Georgia", afferma Lomidze, "solo poche persone hanno capito questo stile e la maggior parte dei fan proveniva da altri paesi. Questa è la realtà della Georgia. È un genere molto underground e non sarà mai una cultura per le masse, quindi capisco perché molte persone non ascoltano la nostra musica".
Dice anche che secondo la mentalità prevalente nel paese ci si aspetta che le persone nascondano le proprie emozioni. "Alla gente del posto non piace essere molto aperta", afferma. "Ecco perché non capiscono cosa stiamo facendo. Capiscono, ma pensano che non faccia per loro".
Tuttavia, la band si è esibita in 24 paesi, anche se stima il numero di fan in Georgia a soli 400-500. Ma i concerti a Tbilisi attirano addirittura fan dall’Armenia e dall’Azerbaijan.
"Colleghiamo le persone dei paesi vicini", afferma Lomidze. "Le persone devono comunicare tra loro. È così che iniziano le amicizie e le relazioni tra le persone. La musica unisce le persone".
Shotari Darakhvelidze, uno dei chitarristi della band, spiega perché la musica elettronica è più popolare di qualsiasi genere metal in Georgia. "È un’abitudine", spiega. “Venerdì, sabato… c’è il Bassiani, c’è il Khidi. Vai dove vuoi. E poi ti diverti, no? Paghi per divertirti. Se vai a vedere gli Psychonaut 4 non ti diverti. È… un’altra cosa".
"Non puoi semplicemente prendere ecstasy e andare al concerto degli Psychonaut 4, non funziona così", continua prima di una pausa. "Beh, puoi, ma non ti diverti".
Darakhvelidze scoppia a ridere e indica Lomidze. “Vederlo tagliarsi [sul palco]? Sì, era solito farlo".
Il cantante degli Psychonaut 4 considera la musica della band terapeutica e questo sembra valere anche per molti fan. "Nella nostra musica parliamo di noi stessi e questo sembra interessante per chi ascolta. Trovano qualcosa di se stessi nella nostra musica e tocchiamo le loro anime e i loro sentimenti. Le storie nella nostra musica sono storie umane normali. Non c’è grottesco".
Temo Gegia, bassista della band metal Every Dog Has Its Day (EDHID) e del suo progetto personale, Ink’d, concorda sul fatto che la musica dia uno sfogo alle generazioni più giovani, specialmente mentre la Georgia continua a lottare con l’incertezza politica, economica e sociale.
"È molto bello vedere i ragazzi nel pubblico invece che per strada a drogarsi", spiega, "perché per le persone che vivono qui lo stereotipo è che quando ascolti heavy metal fai uso di droghe, ma in realtà non è così. Si divertono e rilasciano tutte le energie negative. Penso che l’heavy metal sia una valvola di sfogo.
Tutto lo stress che viviamo per strada e nella vita di tutti i giorni… Penso che l’heavy metal aiuti a sbarazzarci di tutte le negatività, per me è così".
Tuttavia, racconta il chitarrista di EDHID Gio Kordzakhia, ha spesso dei dubbi. "La Georgia ha passato molte fasi critiche come la guerra e anche oggi mi chiedo perché diavolo suono", dice. "Ho tante speranze, ma per me questo paese è un cimitero di geni sconosciuti e incompiuti e di musicisti di talento. Ce ne sono molti qui".
"C’è un sacco di talento in Georgia e il potenziale è enorme", concorda Terence McNamara. "È solo che in questo momento siamo nell’onda elettronica".
Onnik James Krikorian è un giornalista, fotoreporter e consulente indipendente del Regno Unito che lavora in Georgia. Attualmente sta girando un documentario , Tbilisi Underground, sulla scena metal e punk di Tbilisi. Twitter: @onewmphoto .
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