Croazia: Peđa Grbin, per salvare l’SDP e “riunire” la sinistra
Dopo la sconfitta alle legislative dello scorso 5 luglio i Socialdemocratici croati hanno scelto un nuovo leader, Peđa Grbin. 41 anni, membro dell’Sdp dal ’98 e membro del parlamento dal 2016, il suo principale obiettivo è riunire la sinistra
(Pubblicato originariamente da Le Courrier des Balkans il 9 ottobre 2020)
Il Partito socialdemocratico (SDP) uscirà dalla crisi in cui è precipitato dopo la sconfitta alle legislative dello scorso luglio? Per riprendersi, il principale partito di opposizione croato ora si affida a un nuovo leader, Peđa Grbin. “Non importa chi ha votato per chi. Da stasera facciamo parte di un unico partito e quest’ultimo ha come imperativi la solidarietà, la giustizia, l’eguaglianza e la libertà. Vogliamo un SDP che agisca per tutti e per cui tutti agiscano, un partito aperto a chi decida di farne parte e disponibile nei confronti di chi se ne è andato. Un SDP vincente: questo è il partito che voglio guidare", ha detto dopo il voto interno di due fine settimana fa. Peđa Grbin era il grande favorito alle elezioni del 26 settembre e del 3 ottobre. Ha sconfitto Željko Kolar, prefetto della regione di Krapina-Zagorje, con il 64,85% dei voti (5.143 voti) contro il 35,15% (2.788). voti).
Chi è Peđa Grbin?
Nato nel 1979 a Pola, laureato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Zagabria, Peđa Grbin è stato eletto al Sabor, il parlamento croato, nel 2016 e rieletto nel 2020. Ha presieduto in particolare un gruppo di lavoro sul sistema giudiziario ed ha ricoperto il ruolo di vicepresidente della Commissione per la costituzione, il diritto parlamentare e il sistema politico. Membro dell’SDP dal 1998, Grbin si è candidato alle elezioni municipali a Pola, sua città natale, nel 2013. Nel suo cv non manca qualche passo falso come quando è stato filmato mentre cantava, in evidente stato di ebrezza, un brano del cantante ultranazionalista croato Marko Perković Thompson. "Sono stato un idiota ed ero ubriaco. Non sono affatto orgoglioso di quello che ho fatto", si è scusato in seguito.
Durante il mandato di Davor Bernardić, ex presidente dell’SDP, Peđa Grbin non ha esitato a criticare la leadership del partito. "Se avessimo risolto i problemi reali, Andrej Plenković e l’HDZ non sarebbero ora a Banski dvori [la sede del governo croato]", ha detto una volta. Ora non serviranno solo le critiche per rimettere in piedi il partito. Servirà porsi domande semplici: come dare nuova linfa a un partito che sta lentamente proseguendo nel suo declino? Come riconquistare la fiducia degli elettori? Come vincere contro l’onnipotente Unione Democratica Croata (HDZ) del primo ministro Andrej Plenković? Quali lezioni si possono trarre dall’inaspettato trionfo di Zoran Milanović su Kolinda Grabar-Kitarović alle elezioni presidenziali del gennaio 2020?
Oltre alle questioni economiche e sociali, Peđa Grbin ha fatto della lotta alla corruzione il suo principale cavallo di battaglia. E le pulizie dovranno iniziare "nel suo giardino", con la gestione del caso della condanna del deputato Željko Sabo, barone dell’SDP nella regione di Vukovar ed ex sindaco di quella città. Nel 2013 Sabo ha proposto ad una consigliera comunale di entrare nei ranghi dell’SDP, in modo da poter ottenere la maggioranza nel consiglio comunale. In cambio le aveva promesso di nominarla a due importanti ruoli. Condannato per corruzione, Sabo ha scontato una pena detentiva di otto mesi prima di tornare al suo ex partito, di cui è stato recentemente eletto come membro della presidenza. “Se vogliamo combattere la corruzione, dobbiamo iniziare dalle nostre stesse fila. Durante la prima riunione di presidenza del partito ne discuteremo e cercheremo di trovare una soluzione”, ha assicurato il nuovo leader dell’SDP.
“Riprogrammare il partito”
Per Robert Bajruši , giornalista del quotidiano Jutarnji List, l’elezione di Peđa Grbin è stata la cosa migliore che potesse accadere all’SDP dopo il fiasco di Davor Bernardić, sebbene non ci si possa aspettare miracoli. “Peđa Grbin è un politico vero, ha dato prova di sé, è noto al pubblico. La sua netta vittoria, soprattutto nelle aree urbane, che costituiscono la base elettorale dell’SDP, ha dimostrato che il sostegno di cui gode è solido”, sottolinea.
"Ma è difficile che i socialdemocratici riescano a ricrescere rapidamente alle urne e riescano a conquistare il 30% dell’elettorato croato. […] Il partito è in discesa da anni e ha toccato il fondo nelle ultime elezioni legislative. Non importa molto che l’SDP sia formalmente il primo movimento di opposizione, dato che non rappresenta un pericolo per l’HDZ. Peđa Grbin deve riprogrammare il movimento e cercare di riportare indietro alcuni di quei 400mila elettori persi negli ultimi dieci anni”.
Per rivitalizzare l’SDP, Peđa Grbin dovrà ben preparare le elezioni municipali, che si terranno nel maggio 2021. Per porre fine al regno di Milan Bandić a Zagabria e conquistare altre grandi città, come Spalato o Osijek, dovrà fare da riferimento per i cittadini e i partiti di sinistra. Perché uno dei favoriti per arrivare al ballottaggio nella capitale è nientemeno che Tomislav Tomašević, candidato della piattaforma Zagabria je NAŠ! (Zagabria è nostra), recentemente eletto deputato per la coalizione Možemo nella prima circoscrizione di Zagabria, proprio davanti al candidato SDP. “I cittadini di Zagabria non sono attualmente interessati al nome del candidato sindaco. È molto più importante liberarli dalla ‘corruzione della piovra’ che ha afflitto Zagabria per anni", ha affermato recentemente Peđa Grbin.
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