Croazia: l’era della bibliofobia
Prima delle vacanze, in Croazia, a scolari e studenti viene data una lista di libri da leggere. Ma anche le letture estive sono divenute negli ultimi anni oggetto di polemiche politiche
(Originariamente pubblicato dal portale Novosti , il 22 giugno 2019)
La scelta dei libri da includere nella lista di letture scolastiche – libri che spesso rimangono impressi nella memoria per tutta la vita – è uno di quegli argomenti di carattere pedagogico-educativo che in Croazia sono ormai diventati una questione politica. Ne è prova una manifestazione di protesta organizzata recentemente dall’iniziativa civica “Stop neprimjerenoj lektiri” [Stop alle letture inappropriate] che riunisce diversi attivisti cattolici e oppositori della Convenzione di Istanbul, che hanno accusato il ministero della Scienza e dell’Educazione di voler promuovere – attraverso i libri di lettura – la pedofilia, la pornografia e la violenza.
Oltre agli esiti della valutazione degli alunni, alla fine dell’anno scolastico sono state rese note anche le liste di letture scolastiche facoltative, stilate sulla base di un questionario diffuso dal ministero della Scienza e dell’Educazione nel febbraio 2019 e rivolto agli insegnanti e ai bibliotecari scolastici. Al questionario hanno risposto 8344 insegnanti di scuole primarie e secondarie [in Croazia, il primo ciclo di istruzione è costituito dalla scuola primaria, della durata di otto anni, e il secondo ciclo è costituito dalla scuola secondaria, della durata di 4-5 anni, ndt] e bibliotecari scolastici, scegliendo, tra i titoli proposti, quelli ritenuti più adatti in base all’età degli alunni.
In cima alla lista dei libri consigliati per gli alunni della prima e seconda elementare si è posizionato il libro “Paolo solo al mondo” di Jens Sigsgaard, con 3427 voti; al 10° posto troviamo il libro “Stanari u slonu” [Abitanti dell’elefante] di Dubravko Horvatić con 1614 voti, mentre il libro “Ježeva kućica” [La casetta del porcospino] di Branko Ćopić si è posizionato al 17° posto, con 832 voti. Per quanto riguarda la lista di letture consigliate per gli alunni di classe terza, quarta e quinta della scuola primaria, al primo posto troviamo “Dnevnik Pauline P.” [Il diario di Paulina P.] di Sonja Polak con 2750 voti, mentre i romanzi di fantascienza e di avventura sono finiti in fondo alla classifica: “Ventimila leghe sotto i mari” e “Viaggio al centro della Terra” di Jules Verne si sono posizionati rispettivamente al 76° e al 127° posto. Al primo posto della lista di letture consigliate per la classe sesta, settima e ottava della scuola primaria troviamo “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry con 1089 voti, mentre il libro “Mali ratni dnevnik” [Il piccolo diario di guerra] di Stjepan Tomaš, in cui viene menzionato più volte il saluto ustascia “Za dom spremni” [Per la patria pronti], si è posizionato al 21° posto, con 544 voti, superando “Il gran sole di Hiroshima” di Karl Brückner, che ha ottenuto 529 voti. I classici della letteratura, anche in questo caso, sono finiti in fondo alla lista: “Robinson Crusoe” di Daniel Defoe si è posizionato al 57° posto con 119 voti e “Zanna Bianca” di Jack London al 165° posto, con soli 10 voti, mentre il bestseller “Harry Potter” di J. K. Rowling si è piazzato al 64° posto con 88 voti.
Alla domanda se l’elenco di letture consigliate suggerisca che nel mondo della letteratura ha iniziato a soffiare un vento nuovo, o che stanno emergendo nuove tendenze educative, oppure rispecchi l’attuale situazione sociale della Croazia, Zoran Ferić, presidente dell’Associazione degli scrittori croati e insegnante al Ginnasio XVIII di Zagabria, risponde che l’elenco di letture consigliate è lo specchio della società croata di oggi.
“Da questo elenco emerge che anche gli insegnanti si sono divisi, così come è divisa l’intera Croazia, politicamente e ideologicamente. L’iniziativa promossa dal ministero [della Scienza e dell’Educazione] e dalla ministra Divjak ha visto un’ampia partecipazione degli insegnanti, delle persone che lavorano a stretto contatto con i bambini, e questo fornisce un forte alibi al ministero per proseguire sulla strada intrapresa. Dall’altra parte, nessun insegnante è obbligato ad adottare i libri presenti in suddetto elenco. Risulta quindi che le associazioni cattoliche protestano contro un elenco totalmente facoltativo. Tra i libri di lettura possono essere inclusi i romanzi di Haruki Murakami e di Kristijan Novak, ma non devono esserlo necessariamente. Dipende anche dall’insegnante. I libri classici sono invece obbligatori e su di essi si basano le tracce per le prove dell’esame di maturità”, spiega Zoran Ferić, ricordando che la degenerazione del processo di adozione dei libri di lettura è iniziata nei primi anni Novanta, quando dall’elenco delle letture sono stati eliminati gli scrittori serbi, ed è proseguita con la riforma del sistema scolastico, imperniata sull’idea di riconciliazione nazionale promossa da Franjo Tuđman, che ha portato all’inserimento delle opere di Miroslav Krleža e Mile Budak nell’elenco delle letture scolastiche, anche se nel frattempo i libri di quest’ultimo sono stati cancellati dalle letture obbligatorie.
“Ormai da vent’anni stiamo sperimentando gli effetti della non lettura, anziché della lettura. Oggi assistiamo al fenomeno della bibliofobia e a una nuova forma di analfabetismo. E quelle persone che qualche giorno fa hanno distribuito volantini davanti la sede del parlamento croato [il riferimento è alla summenzionata manifestazione di protesta organizzata dall’iniziativa “Stop alle letture inappropriate”, ndt] lavorano con tenacia affinché i nostri ragazzi diventino sempre meno istruiti. Vorrei ricordare che dopo la Seconda guerra mondiale in Jugoslavia la lotta contro l’analfabetismo fu definita l’ottava controffensiva [durante l’invasione della Jugoslavia, le forze dell’Asse condussero sette grandi offensive contro il movimento partigiano, ndt]. Le autorità jugoslave si impegnarono molto per aumentare il tasso di alfabetizzazione. Oggi invece c’è chi si dedica con passione alla dealfabetizzazione. L’educazione, compresa la questione delle letture scolastiche, è sempre stata sottomessa alla politica: ogni ideologia ha cercato di trasformare i bambini in robot, ma finora nessuna ci è riuscita. E non ci riuscirà nemmeno oggi. Semplicemente perché i bambini sono più intelligenti di qualsiasi ideologo e a un certo punto cominciano a opporre una forte resistenza”, spiega Ferić, aggiungendo che il postmodernismo ha influenzato profondamente anche i ragazzi, che sono sempre più attratti dai libri che parlano dei problemi delle giovani generazioni.
“Ci saranno sempre quelli che adorano Marin Držić e la letteratura rinascimentale. Ci sono anche quelli che nel XXI secolo scrivono poemi epici e lo fanno bene. I bambini amano leggere varie cose, ma noi dobbiamo dare loro la possibilità di realizzare questo amore. Una minoranza fanatica, composta da attivisti cattolici e genitori che condividono le loro idee, vuole cambiare la scuola croata. Tutti quei temi presenti nei libri di lettura che infastidiscono gli ambienti conservatori e di destra – come omicidi, incesto, perversioni sessuali, peccato, etc. – sono temi ricorrenti nelle tragedie antiche, nella Bibbia e nei romanzi realisti. Sarebbe interessante chiedersi per quali fini la destra strumentalizzi la questione dei libri di lettura. Sembra piuttosto convincente l’interpretazione secondo cui l’ala destra dell’Unione democratica croata (HDZ) starebbe usando gli attivisti cattolici come pedine nello scontro interno all’HDZ, uno scontro politico che avviene sulla pelle degli alunni delle scuole croate”, afferma Ferić.
La vicepresidente della Commissione parlamentare per l’istruzione Sabina Glasovac (membro del Partito socialdemocratico, SDP), dice che le letture scolastiche rivestono grande importanza non solo nell’insegnamento di lingua croata ma anche nello sviluppo delle conoscenze e della cultura generale di ogni bambino.
“Alla creazione dell’elenco delle letture dovrebbero partecipare gli alunni e i loro insegnanti, e non certi gruppi marginali. Ogni singolo libro deve essere valutato da esperti e pedagogisti. Gli insegnanti, che vivono la scuola ogni giorno, sanno meglio di chiunque altro come stimolare lo sviluppo della capacità di leggere e appassionare i giovani alla lettura. La scelta delle letture consigliate dipende anche dal livello di difficoltà del testo e dall’età dei bambini. Penso che la ministra Divjak avrebbe dovuto coinvolgere gli esperti fin dall’inizio nella stesura dell’elenco delle letture, invece di lanciare quel sondaggio come risposta di emergenza dopo la pubblicazione dell’elenco i cui autori rimangono ignoti”, spiega Glasovac.
Sandra Benčić, coordinatrice della piattaforma politica Možemo!, sottolinea che è illusorio pensare che l’elenco di letture scolastiche sia immune dalle influenze ideologiche, o che tali influenze siano un fenomeno recente.
“La mossa della ministra Divjak è una misura di emergenza, basata sulla logica della scelta liberale. La responsabilità è stata addossata agli insegnanti di lingua croata, senza nemmeno chiedersi quanto fossero competenti per creare l’elenco delle letture. Un buon insegnante non è necessariamente un esperto nella scelta dei libri di lettura, soprattutto tenendo presente che presso alcuni dipartimenti di croatistica per molti anni non venivano attivati corsi in letteratura per l’infanzia. Molti di quelli che amavano Pirgo [protagonista dell’omonimo racconto della scrittrice croata Anđelka Martić, ndt] e Nikoletina Bursać [protagonista di un romanzo di Branko Ćopić intitolato “Le avventure di Nikoletina Bursać”, ndt] oggi sostengono idee revisioniste. Penso che gli esperti riusciranno a creare un buon elenco delle letture solo se terranno conto dei valori fondamentali di una società. E oggi in Croazia pochi sanno quali sono i valori fondamentali”, spiega Benčić, aggiungendo che il dibattito sui libri di lettura è la conseguenza del mancato dibattito sui valori sociali.
“La situazione riguardante i libri scolastici deve essere valutata tenendo conto della loro funzione, che è quella di stimolare gli alunni, soprattutto delle scuole elementari, a leggere e comprendere le opere letterarie e di espandere la loro immaginazione. Se le letture scolastiche sono noiose, se non espandono l’immaginazione dei bambini e la loro capacità di percepire le cose da prospettive diverse, allora non vanno bene”, conclude Benčić.
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