Croazia: le isole protagoniste del loro futuro
Le isole della Croazia stanno a fatica cercando di trovare il loro posto nella politica nazionale. Anche grazie a programmi europei e internazionali. Un’intervista
(Pubblicato originariamente da Le Courrier des Balkans il 27 maggio 2017)
Quale il futuro per le piccole isole dell’Adriatico? Come immaginare uno sviluppo sostenibile non rimanendo ingabbiati nella tentazione del “tutto turismo”? Il 5 e il 6 maggio scorsi, sull’isola di Zlarin, al largo di Šibenik, si è tenuto un incontro promosso dalla rete Small Islands Organisation (SMILO). Era presente anche Sylvain Petit, che lavora a Spalato nel quadro del Piano d’Azione per il Mediterraneo delle Nazioni Unite per l’ambiente. Lo abbiamo intervistato
In questo convegno si è fatto riferimento allo sviluppo sostenibile delle “piccole isole”. Quali sono i problemi specificatamente legati all’insularità?
Nel mondo, si stima ci siano più di 180.000 isole. Un milione, se si includono isolotti e rocce. Si tratta di territori singolari, la cui importanza è riconosciuta a livello internazionale: benché rappresentino solo il 5% della superficie terrestre, le isole ospitano il 20% delle specie di piante e vertebrati terrestri, e 600 milioni di abitanti dipendenti dai servizi ecosistemici che esse offrono per l’acqua, l’alimentazione, l’alloggio, i medicinali e le risorse necessarie alla loro vita quotidiana.
Sono dei territori semplici ma anche molto fragili. Vivere o dipendere da una piccola isola – vale a dire un territorio emerso di meno di 150 km2, secondo i criteri stabiliti dalla Small Islands Organization (SMILO) – i cui limiti sono definiti, circoscritti, percepibili, significa avere a che fare con risorse che possono rarefarsi oppure subire le conseguenze di intensi eventi perturbanti, potenziali o reali, quali il cambiamento climatico, le invasioni biologiche, le distruzioni degli habitat, l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo.
In chiave di disponibilità di materie prime e di risorse, ed ugualmente di circolazione delle persone e di gestione dei flussi di informazione, la questione del grado d’autonomia e la collaborazione con il continente è la posta in gioco dei progetti territoriali insulari.
Inoltre le problematiche ambientali si manifestano nel quotidiano: approvvigionamento e qualità dell’acqua potabile, opere di risanamento, realizzazione di soluzioni energetiche miste, gestione dei rifiuti, protezione della biodiversità e dell’agrobiodiversità, valorizzazione dei patrimoni, competenze naturali e paesaggistiche.
Tutto questo si traduce nei legami che le comunità isolane devono tessere con il loro territorio, tra ambiente naturale e sociale: il loro sviluppo e il loro futuro sono profondamente legati a questo equilibrio. La sfida consiste nel superare i potenziali conflitti attorno all’utilizzo delle risorse naturali, per giungere a una condivisione equilibrata degli spazi produttivi e naturali. Un’importante sfida risiede dunque nel dialogo tra molteplici attori e nell’emergere di visioni comuni e condivise del territorio, nel riconoscimento, la diffusione, l’adattamento e la trasformazione permanente delle pratiche, saperi e competenze locali legate al contesto delle piccole isole.
L’insularità può allora diventare una forza, e la necessità di attingere alla proprie risorse dentro a una prospettiva finita rappresenta un terreno fertile per l’innovazione tecnica, tecnologica e sociale.
Quali possibili modelli di sviluppo? Esistono delle alternative reali e praticabili al puro turismo?
Nelle isole, più che in altri territori, patrimonio culturale e tradizioni convergono in termini di preservazione e di continuità, e si esprimono attraverso delle pratiche che favoriscono diversi gradi di protezione della biodiversità e dell’ambiente naturale. Tra ecoturismo e pesca artigianale, energie rinnovabili e rinascita dell’agricoltura tradizionale attraverso l’agroecologia, SMILO si impegna a restituire una relazione semplice ed armoniosa tra la preservazione delle risorse e lo sviluppo umano sulle isole.
Le attività turistiche sono un’arma a doppio taglio per le isole stesse: da una parte, permettono alla popolazione autoctona di poter sopravvivere e di valorizzare il patrimonio naturale, dall’altra, possono provocare una pressione eccessiva a questi stessi ambienti, terrestri e marini (aumento dei bisogni di energia e acqua, produzione di rifiuti e impatto ecologico).
E’ solo lavorando in modo congiunto su questa opportunità – che garantisce di poter vivere nelle isole tutto l’anno – e questa fragilità, la preservazione degli ambienti naturali, che le isole ci permettono di innovare e di metterci a capo di quello che viene comunemente chiamato “turismo sostenibile”. Le attività turistiche, leve dello sviluppo economico e della valorizzazione dei patrimoni naturali – se manca un quadro di riferimento o di pianificazione – possono essere fonti di pressione sull’ambiente terrestre e marino, conseguentemente all’aumento di bisogni di energia, acqua, produzione di rifiuti e via dicendo.
In Croazia iniziative civiche come il "Movimento delle isole" intendono far valere queste rivendicazioni, ma quale eco trovano nei poteri pubblici? E nei partiti politici?
SMILO ha lo scopo di agevolare lo sviluppo, con un approccio fortemente apolitico, cercando sempre di cooperare con le forze presenti sul territorio. In occasione di quest’evento, “Piccole isole sostenibili”, abbiamo accolto la responsabile del "Movimento delle isole", la presidente dell’associazione Buđenje dell’isola di Šolta, che si batte per il riconoscimento dei territori insulari.
Questo Movimento ha rivendicazioni proprie che fanno eco alla recente nascita di nuovi partiti in Croazia, di liste indipendenti, fenomeno che interessa in particolar modo le isole. Un movimento che al di là del rappresentare senza precedenti la questione insulare in Croazia, sostiene un modello di economia solidale che ancora deve essere collaudato.
La questione dello sviluppo insulare in generale è rimasta del tutto marginale nei dibattiti delle elezioni locali. Il governo croato sta cadendo a pezzi, HDZ, Most e SDP si attaccano l’uno con l’altro senza dare attenzione a questi territori che rimangono così ai margini, fatta eccezione per il turismo.
A livello di Comitato di Šibenik-Knin, l’iniziativa ora realizzata da SMILO non è passata inosservata alle istituzioni locali. Così, il prefetto di Šibenik-Knin e il sindaco di Šibenik hanno voluto firmare la “Dichiarazione sullo sviluppo sostenibile delle piccole isole”, ed hanno inoltre accettato di fare parte dei membri del Comitato per lo sviluppo sostenibile dell’isola di Zlarin.
L’esistenza di un Comitato è condizione essenziale per l’ottenimento del riconoscimento SMILO di “Isola sostenibile”. E devono farne parte le istituzioni locali ma anche rappresentanti delle istituzioni nazionali. Al momento Zlarin ha fatto molto per adempiere ai passi richiesti per l’ottenimento del riconoscimento.
In un contesto come quello del Mare Adriatico, la cooperazione regionale sembra indispensabile, ma si può dire che questa esista? Programmi quadro come l’Euroregione sono qualcosa di più di semplici contenitori vuoti?
In Croazia, ed è un’eccezione nel Mediterraneo, esiste una legge sulle isole, ma programmi di sviluppo e altri aiuti specifici rimangono piuttosto rari. Il ministero che ha in carico lo sviluppo regionale riserva parte dei suoi aiuti finanziari alle isole, con il Programma di sviluppo delle isole, il quale, quest’anno, dispone di una somma di 19 milioni di kune (all’incirca 2,56 milioni d’euro). Nel Mare Adriatico, la questione delle isole si pone principalmente in Croazia, ma SMILO conta come partner anche un’isola in Albania, l’isola di Sazani.
La Macroregione adriatico-ionica è un vettore di progetti e di finanziamenti, in cui la questione delle isole non è che marginale. In questo senso, la Commissione delle isole – una delle sei Commissioni geografiche della Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime d’Europa (CRPM) – difende l’idea di una politica di coesione interna all’Ue che dia alla questione delle zone e territori insulari un riconoscimento particolare e dunque linee di finanziamento specifiche che ad oggi ancora non esistono.
Lo scorso 28 marzo, l’evento “SMART Island” ha riunito al Parlamento europeo più di 100 rappresentanti delle isole europee, tra cui anche quelle croate. In questa occasione, l’eurodeputato ecologista croato Davor Škrlec ha fatto da capofila ad una delegazione di rappresentanti delle isole croate che hanno sottoscritto la Dichiarazione SMART Island.
L’Unione europea ha un politica del mare e fornisce risposte adeguate ai problemi legati all’insularità?
L’Unione Europea è forte della Direttiva quadro "Strategia per l’ambiente marino" e la Direttiva sulla pianificazione dello spazio marittimo, può quindi contare su una politica del mare. Ma ancora una volta, non è che per l’effetto “straripamento” che i problemi della questione insulare sono affrontati.
Nell’ambito di queste attività, SMILO è beneficiaria di un progetto UE “Maritime” tra Francia e Italia (progetto ISOS), in cui nella prospettiva di cooperazione transfrontaliera sulle questioni legate alla protezione della biodiversità, abbiamo potuto assicurare dei fondi che serviranno allo sviluppo insulare. Del resto, per alcune isole piccole è essenziale poter contare sugli aiuti governativi, senza i quali, la loro già difficile sopravvivenza, sarebbe impossibile.
D’altra parte, sono numerosi i meccanismi che permettono di accedere a leve per lo sviluppo, con approcci tematici. Se le isole non sono oggetto di programmi di finanziamento, lo possono essere relativamente ai rifiuti, alla biodiversità, al turismo o ancora all’agricoltura.
Un esempio interessante in Croazia è rappresentato dai Gruppi d’Azione Locale (GAL), strumenti dell’Unione europea a livello locale per la messa in atto della politica agricola comune. Questi organismi dal basso che hanno la vocazione di drenare i fondi FEADER. I GAL 5 e i GAL More 249 sono organismi prettamente insulari (come il nome sta ad indicare, il GAL More 249 si compone di 249 isole). Appoggiandosi a fondi destinati a questo o quel settore, le isole di una certa dimensione, e con potere decisionale, possono oggi andare alla ricerca di finanziamenti per avviare politiche di sviluppo.
L’incontro sull’isola di Zlarin è sfociato nell’adozione di una “Dichiarazione sullo sviluppo sostenibile delle piccole isole”. Chi sono i firmatari di questo documento? E qual è la sua portata?
La Dichiarazione è stata firmata dal Consiglio dell’isola (Zlarin è un cantone della città di Šibenik) ma anche dai rappresentanti della municipalità stessa e dal Comitato Šibenik-Knin. E’ stato costituito un Consiglio per lo sviluppo sostenibile di Zlarin.
Questa Dichiarazione significa che si guarda nella stessa direzione, è un impegno morale. Nella procedura prevista da SMILO sarà il Comitato per lo sviluppo sostenibile dell’isola a presentare la candidatura dell’isola al riconoscimento SMILO: è il nostro referente dell’isola ed è colui che definisce il piano d’azione dell’isola nonché il garante del percorso iniziato al fine di ottenere il riconoscimento. Questo riconoscimento va a ricompensare un processo, una dinamica, non solo dei risultati quantitativi.
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