Croazia: la radio-tv sotto i colpi dei conservatori
Un mese dopo la caduta del governo, i partiti di destra continuano a mantenere il controllo del servizio pubblico croato, con licenziamenti e cancellazione di trasmissioni
Nonostante il governo sia caduto da oltre un mese – dopo che il maggior partito di governo, l’Unione democratica croata (HDZ), ha votato la sfiducia al premier Tihomir Orešković – non cessa la sua influenza sul servizio pubblico radiotelevisivo croato (HRT). Nel frattempo, non cessa nemmeno il repulisti ideologico e politicamente motivato alla HRT da parte dei funzionari dell’HDZ.
Venerdì scorso il governo tecnico di transizione ha avviato la procedura per l’applicazione delle normative con cui verrebbe modificata la legge sulla HRT, modifica che prevede che il mandato del facente funzione del direttore della HRT potrà essere prolungato a un anno, rispetto ai sei mesi attuali. Il governo croato ha definito questa mossa come “necessaria per mantenere le funzioni vitali della HRT”.
In questo modo, l’esecutivo avrebbe la possibilità di prolungare il mandato dell’attuale direttore pro-tempore Siniša Kovačić, che scade il 4 settembre, esattamente una settimana prima della data fissata per le elezioni politiche anticipate (11 settembre). A marzo la maggioranza parlamentare ha destituito l’allora direttore generale Goran Radman e ha messo al suo posto Kovačić per sei mesi, in attesa di un nuovo concorso per la funzione di direttore della HRT, concorso che però nel frattempo è finito in nulla.
Kovačić, da tempo giornalista della HRT è una figura piuttosto controversa e fino alla nomina a direttore pro-tempore era il presidente dell’Associazione dei giornalisti e pubblicisti croati (HNiP), la quale spesso critica i media no profit e gli artisti alternativi, tanto che molti la ritengono la longa manus dell’HDZ in ambito mediatico.
Infatti, dal momento che l’HDZ ha perso il potere e si prepara alle elezioni di settembre, è evidente il desiderio di prolungare la sua influenza sulla HRT, per poterla usare durante la campagna elettorale nei mesi in cui molto probabilmente si terranno le consultazioni per la formazione del futuro governo croato.
L’Associazione croata dei giornalisti (HND), senza entrare nella disputa se la mossa del governo è legale oppure no, ha criticato l’annunciata modifica della legge sulla HRT come il tentativo del governo di mantenere “lo stato attuale della HRT fino alle elezioni parlamentari”, aggiungendo inoltre che così facendo si ignora totalmente la posizione dello stesso organo di controllo sulla HRT, secondo il quale in questo caso deve essere nominato un nuovo direttore pro-tempore.
Repulisti
Il governo, nel quale ad occuparsi dei media era il controverso ministro della Cultura Zlatko Hasanbegović, era già stato ripetutamente richiamato dalle istituzioni internazionali per la sua politica restrittiva sui media, in particolare sui media no profit, e per i repulisti politicamente motivati alla HRT.
Mentre i media no profit sono stati colpiti con la restrizione degli aiuti finanziari, la HRT ha vissuto uno dei repulisti più gravi e rapidi della sua storia. Oltre 80 persone sono state rimosse o hanno perso il posto di lavoro nell’arco di qualche mese, provocando così un abbassamento sensibile degli standard professionali. Il principale programma informativo, il leggendario tg “Dnevnik” registra il record negativo di ascolti, lasciando il posto alla concorrenza.
Nelle scorse settimane si è continuato con l’eliminazione di molte trasmissioni sul Terzo canale radio e TV. Si tratta di programmi che si occupano esclusivamente di cultura (sia mainstream che alternativa), di temi scientifici e ricchi di documentari e film d’essay. Come facente funzione del direttore del Terzo programma della radio, Nevenka Dujmović ha chiuso un’intera serie di trasmissioni di questa radio. All’inizio di luglio sono state cancellate due trasmissioni: “Audio doc” e “Skrivena strana dana”, condotte da Ljubica Letinić, che tra l’altro quest’anno è stata premiata dall’Associazione dei giornalisti croati. È stata cancellata anche la trasmissione molto seguita “Jutro na trećem”, nella quale il poeta Ivica Prtenjača invitava operatori della cultura, artisti e scienziati. Oltre a ciò sono state cancellate anche le trasmissioni “Kultura demokracije”, “Lica obolice” e “Pojmovnik postjugoslavenske književnosti”.
Al posto di suddette trasmissioni, sono state annunciate altre trasmissioni dal forte carattere conservatore, e come uno dei conduttori è stato annunciato Jure Vujić, colui che ha riconosciuto di aver plagiato il lavoro del professor Dejan Jović della Facoltà di scienze politiche di Zagabria, e che è paradossalmente anche il presidente del Forum etico dell’HNiP. Oltre al fatto “casuale”, come hanno fatto notare i Kulturnjaci 2016 [gruppo di intellettuali e artisti che ha fatto una petizione per allontanare il ministro della Cultura], che Vujić ha stampato il suo libro tramite la casa editrice di Hasanbegović.
“A chi non è chiaro di cosa si tratta, consiglio di ascoltare ogni giorno il Terzo programma della radio croata e la ‘postmoderna’ neojugoslava ‘decostruzione’ e dissoluzione dell’identità culturale e nazionale croata, ovviamente non grazie ai soldi della lotteria, ma al denaro dei contribuenti croati”, aveva annunciato Hasanbegović nel 2013 in un’intervista per il cattolico Glas koncila, anticipando profeticamente quello che sarebbe successo tre anni più tardi.
Mentre la Dujmović ha rifiutato di commentare, la HRT la scorsa settimana ha rigettato tutte le accuse di repulisti e di soffocare le libertà dei giornalisti.
Sloboda trećima
Il terzo canale della tv croata già da tempo ha subito drastici cambiamenti: è stato infatti licenziato il suo caporedattore Dean Šoša, persona a cui si deve l’alta qualità del Terzo canale.
Cancellata anche la trasmissione storica “Treća povijest” (Terza storia) condotta dal professore universitario e storico Tvrtko Jakovina. Oltre al fatto che nessuno ha informato ufficialmente del perché la trasmissione è stata cancellata, Jakovina ha sarcasticamente commentato l’affermazione della HRT, secondo la quale la trasmissione non era sufficientemente “inclusiva”, riferendosi a tutti i paesi dai quali provenivano gli eminenti storici che hanno partecipato alla trasmissione.
I licenziamenti e le cancellazioni delle trasmissioni sul Terzo canale hanno prodotto una nuova iniziativa civica, Sloboda trećima (Libertà per il Terzo canale), che ha deciso di fare resistenza alla ridefinizione ideologica del canale. La scorsa settimana l’iniziativa ha organizzato la sua prima manifestazione in Piazza delle vittime del fascismo a Zagabria, trasmessa in diretta via radio.
“I media, la cultura, la libertà di espressione non possono permettersi di dipendere dai risultati elettorali, qualunque essi siano. Devono essere valori che nessuna elezione o referendum possono mettere in discussione”, ha ribadito lo scrittore e giornalista Ivica Đikić durante la manifestazione, aggiungendo poi che il governo sta solo cercando di piegare lo spazio mediatico alle proprie inclinazioni ideologiche.
“Non bisogna credere che il governo, qualunque esso sia, rispetterà sempre e ovunque la libertà dei media, di espressione e di parola, piuttosto occorre essere scettici e resistere ad ogni tentativo di limitare queste libertà”, ha concluso Đikić.
Il giornalista Boris Postnikov, ex redattore della trasmissione “Pojmovnik postjugoslavenske književnosti”, ha espresso la speranza che i programmi culturali di qualità continuino una volta che “si sgonfieranno i tentativi di imporre la politica culturale della destra“.
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