Croazia, i vigili del fuoco di fronte a nuove sfide
Tra le conseguenze del cambiamento climatico ci sono anche i cosiddetti incendi estremi. In Croazia, uno dei problemi principali è rappresentato dai grandi incendi negli spazi aperti. Abbiamo incontrato l’Associazione croata dei vigili del fuoco per capire come si preparano ad affrontare le nuove sfide ambientali
La prima settimana di luglio è stata, secondo la World Meteorological Organization , la più calda mai registrata. Questo dato impressionante è soltanto l’ultimo dei tanti segnali del surriscaldarsi del pianeta, le cui conseguenze ci colpiscono sempre più da vicino. In una recente dichiarazione , il segretario generale della Nazioni Unite António Guterres ha affermato che il devastante impatto del cambiamento climatico ci sta portando in "inesplorati territori di distruzione”, a cui ognuno di noi deve in qualche modo abituarsi. A quasi 160 anni dalla sua fondazione, l’Associazione croata dei vigili del fuoco si prepara ad affrontare questo futuro incerto in un territorio particolarmente sensibile all’aumentare delle temperature. Abbiamo intervistato Joško Grančić, assistente capo dei vigili del fuoco per la costa croata.
Source: https://climatereanalyzer.org/clim/t2_daily/
Com’è visto il cambiamento climatico dai vigili del fuoco croati? Quali sono le vostre principali preoccupazioni e le sfide a cui vi preparate?
La stagione estiva del 2022 è stata caratterizzata da un clima estremamente caldo e secco. La temperatura media, ad esempio, è aumentata rispetto agli anni precedenti, mentre le precipitazioni sono diminuite. E questo non è che l’inizio. I dati ci dicono chiaramente che la nostra quotidianità sarà sempre più colpita dalle conseguenze del cambiamento climatico.
In Croazia, uno dei problemi principali è rappresentato dai grandi incendi negli spazi aperti, che dipendono principalmente dalle condizioni meteorologiche. Nelle stagioni in cui prevalgono lunghi periodi di siccità, combinati con forti venti, è inevitabile un aumento del numero di incendi, come è avvenuto nel 2017 e nel 2022.
Ma anche la pioggia non sempre gioca a nostro favore: quest’anno, grazie alle condizioni meteorologiche favorevoli, il numero di incendi è diminuito. Tuttavia, la vegetazione, che era rigogliosa in primavera, si trasformerà, dopo le prime ondate di calore, in una massa di materiale altamente infiammabile. Questo significa che, in caso di incendio, non solo le fiamme saranno più difficili da domare, ma bruceranno porzioni di terreno più ampie e più rapidamente, trasformandosi in quelli che oggi sono noti come “incendi estremi”.
Per affrontare queste nuove sfide, nei prossimi anni si prevede di costruire numerose strade antincendio sulla costa, per una lunghezza di 600 km in tutto. Nel frattempo, prosegue anche l’installazione di un sistema di telecamere di videosorveglianza, il cui ruolo è quello di segnalare gli incendi, monitorare la loro propagazione e controllare lo spegnimento.
L’attività più importante, però, è sicuramente il rafforzamento delle misure preventive a tutti i livelli, compresa la sensibilizzazione della popolazione.
Oltre alla prevenzione e alla gestione degli incendi, ci sono altre catastrofi naturali legate al cambiamento climatico in cui è richiesto il vostro intervento?
Sì, sfortunatamente gli incendi non sono gli unici disastri ambientali le cui conseguenze ricadono sulle forze dei pompieri. La siccità, ad esempio, porta alla necessità di trasportare acqua potabile, cosa che viene fatta in gran parte dai vigili del fuoco. Anche le piogge improvvise e abbondanti sono un grosso problema. Quest’anno la Croazia ha subito gravi inondazioni per via delle tempeste, a causa delle quali è aumentato anche il numero di interventi tecnici (salvataggi, rimozione di alberi dalle strade, ecc.). Nel 2020, inoltre, Zagabria, la zona di Sisak e Petrinja sono state colpite da forti terremoti, che hanno impegnato nuovamente i vigili del fuoco. Anche la crisi migratoria del 2015 – anche se non è direttamente legata ai cambiamenti climatici – ha richiesto il coinvolgimento delle forze dei pompieri.
Per affrontare tutte queste sfide, come sono equipaggiati e organizzati i pompieri croati?
L’Associazione croata dei vigili del fuoco (Hrvatska vatrogasna zajednica – HVZ) agisce come ufficio centrale statale per la lotta agli incendi e rappresenta la gestione a livello statale del sistema antincendio. L’associazione dispone di numerose organizzazioni intermedie, come le associazioni antincendio municipali o le associazioni antincendio cittadine. In totale, l’organizzazione conta 124.927 membri, tra cui bambini, giovani, veterani, membri onorari… I vigili del fuoco operativi sono invece 34.662 di cui 31.621 volontari e 3.041 professionisti.
L’elevato numero di vigili del fuoco volontari potrebbe sorprendere, ma in Croazia può essere attribuito principalmente a una lunga tradizione antincendio: l’anno prossimo, infatti, si celebrerà il 160° anniversario della nascita del primo dipartimento dei vigili del fuoco volontari a Varaždin.
Credo sia importante sottolineare che questi volontari non si limitano a svolgere attività antincendio, ma lavorano anche con i giovani, organizzano laboratori, gare sportive, eventi culturali e artistici, ossia rappresentano la colonna portante della vita sociale dei loro villaggi e città.
Oltre a questa lunga tradizione, anche l’economia gioca un ruolo importante; i vigili del fuoco professionisti, infatti, comportano un costo molto più elevato per la comunità locale, che quindi si rivolge soprattutto ai volontari (che ricevono comunque lo stesso equipaggiamento dei professionisti).
Che impatto ha avuto l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea sulla vostra attività?
Sebbene l’ingresso nell’UE non abbia avuto un grande impatto sulla struttura del servizio antincendio, i fondi dell’Unione hanno contribuito notevolmente all’acquisto di attrezzature antincendio e alla costruzione di stazioni antincendio, soprattutto nelle aree rurali.
Infatti, grazie a vari programmi governativi e ai fondi europei, abbiamo rinnovato molti strumenti. Solo negli ultimi tre anni sono stati acquistati 207 furgoni e pick-up attraverso i progetti del ministero dell’Agricoltura e dell’HVZ, mentre 91 veicoli antincendio sono stati acquistati con fondi europei tramite un progetto del ministero dell’Interno.
In ogni caso, anche prima dell’ingresso nell’UE, i vigili del fuoco croati mantenevano legami stretti con i colleghi dei Paesi europei attraverso lo scambio di esperienze, le esercitazioni e le esibizioni congiunte in occasione di gare e la partecipazione a incontri professionali.
C’è condivisione di attrezzature antincendio e/o know-how tra i vigili del fuoco europei?
Sì. Per aumentare l’efficacia del meccanismo di Protezione Civile dell’Unione Europea, la Commissione Europea ha lanciato rescEU , una sorta di riserva di capacità di intervento in caso di catastrofi, che ha creato le condizioni per un’azione rapida nelle crisi. Molta attenzione è stata dedicata agli incendi boschivi, che sono presenti nel Mediterraneo, ma che stanno gradualmente mettendo in pericolo l’intero continente. Il funzionamento del meccanismo è finanziato dai fondi europei. Quando lo Stato non è in grado di rispondere da solo ad un incendio o ad un altro incidente, invia una richiesta di aiuto e il sistema rescEU viene attivato, in modo da poter rispondere efficacemente alla chiamata.
La Croazia, ad esempio, dispone di 5 aerei Canadair CL-415 e 6 Air Tractor AT-802. Due dei cinque Canadair sono messi a disposizione della flotta comune di aerei antincendio. Naturalmente, nel sistema rescEU sono presenti anche forze di terra per la lotta agli incendi, alcune delle quali sono state recentemente attivate su grandi incendi in Canada.
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