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Croazia: i “telefoni verdi” rischiano di scomparire

Da 26 anni i cittadini croati possono segnalare abusi ambientali a una rete di “telefoni verdi”, gestita da associazioni ecologiste. Un servizio ora a rischio

22/05/2018, Marina Kelava -

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(Pubblicato originariamente da Le Courrier des Balkans il 21 maggio 2018)

La “Rete telefoni verdi” è una piattaforma che riunisce nove associazioni ambientaliste che coprono l’intera Croazia: Zelena Akcija di Zagabria, Eko Pan di Karlovac, Zelena Istra di Pola, Sunce di Spalato, Eko Zadar di Zara, Eko Krka di Knin, Zeleni Osijek dell’omonima città e Nobilis di Čakovac. Una rete che è però attualmente in difficoltà finanziarie.

Ad esempio la città di Zagabria non versa alla rete che finanziamenti una tantum – 20.000 euro nel 2017 – ed a nulla sono valsi i vari tentativi di alcuni consiglieri municipali di includere il servizio nel budget cittadino.

Ciononostante i telefoni verdi sono quantomai necessari. “Nel mese di aprile abbiamo ricevuto 142 chiamate. E siamo solo in due ad occuparci di queste denunce. È evidente che le autorità locali non fanno il loro lavoro e la pressione ricade su di noi. Ogni hanno dipendiamo dalla buona volontà della municipalità ma qui 20.000 euro non coprono tutte le nostre spese. Di quello che resta è Zelena Akcija a farsi carico”, afferma Gordana Klarić, responsabile del telefono verde di Zagabria.

La situazione è ancora peggiore a Knin, Karlovac o Spalato dove le municipalità danno dai 680 ai 1000 euro di sostegno. Come risultato la maggior parte dei “telefoni verdi” non hanno personale ma sopravvivono grazie al lavoro di volontari che si occupano di centinaia di denunce all’anno. “In passato ricevevamo denunce semplici ma ormai non è raro che si tratti di questioni che finiscono in tribunale”, spiega Ivana Krstulić-Baković, di Spalato. Ad oggi sono stati segnalate alla rete 35.000 abusi di cui nel 49% dei casi si è arrivati ad una soluzione.

“A seguito di una denuncia contattiamo le istituzioni per iscritto, in modo da lasciare traccia. Se il problema non viene risolto, chiamiamo e poi mandiamo una seconda missiva. Se nulla cambia allora contattiamo i giornalisti per far aumentare la pressione. In alcuni casi organizziamo anche delle manifestazioni”, spiega Gordana Klarić.

I cittadini croati possono ad esempio chiamare per denunciare discariche illegali o l’abbattimento di alberi in luoghi pubblici.

Per sopravvivere queste organizzazioni ambientaliste stanno ora pensando di rivolgersi a donatori privati o accedere a fondi europei. Sembrano aver perso ogni speranza di venir sostenuti da autorità locali o nazionali. “Noi ci battiamo per la trasparenza e per l’interesse dei cittadini. E siamo quindi un ostacolo per alcuni tipi di interessi. I telefoni verdi danno fastidio”, conclude Gordana Klarić.

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